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Ausl unica, il Pdl: "I piccoli comuni non saranno più tutelati"

Mercoledì a Forlì si terrà l'incontro-dibattito sull'Ausl unica di Romagna. Un progetto che, negli ultimi tempi, pare aver trovato l'appoggio dei sindaci di Forlì, Cesena, Ravenna e Rimini

Mercoledì a Forlì si terrà l'incontro-dibattito sull'Ausl unica di Romagna. Un progetto che, negli ultimi tempi, pare aver trovato l'appoggio dei sindaci di Forlì, Cesena, Ravenna e Rimini che hanno aderito all'iniziativa di mercoledì pomeriggio. Le Conferenze socio sanitarie di Forlì e Cesena, poi, hanno già approvato un documento di indirizzo verso la creazione dell'Ausl unica. Ma c'è chi, come il Popolo della Libertà, nutre forti dubbi su questo progetto.

“I risultati di Area Vasta, che può essere considerato il soggetto precursore della fusione, sono sotto gli occhi di tutti: hanno portato al nulla - sostengono il consigliere regionale Luca Bartolini e il coordinatore provinciale del Pdl Stefano Gagliardi - Ci chiediamo perché ci si concentri così tanto sulla sanità e non si parli anche di Camere di Commercio uniche, di Fondazioni uniche o di società di servizi universitari uniche. La verità è che con le grandi aree, i piccoli comuni, a differenza di oggi, non avranno più alcun interlocutore politico che li ascolterà”, sottolineano i due esponenti del Pdl.

“C'è un esempio che rende bene l'idea: prima del declassamento delle strade statali a strade provinciali, avvenuto nel 1999 grazie al Governo D'Alema, i soldi restavano a Bologna e le strade non venivano mai ammodernate perché i sindaci erano inascoltati. Dopo questo provvedimento, con la gestione di queste infrastrutture in capo alla Provincia, si sono visti gli interventi sulla Bidentina e sulla Sp3 del Rabbi: una volta che il problema è stato gestito da amministratori più vicini alle popolazioni, che vivono e lavorano sul territorio, la risoluzione è stata affrontata con l'adeguata attenzione che il caso richiedeva. Con un'Ausl unica e decisioni centralizzate, che fine faranno le esigenze sanitarie di chi vive in collina e montagna? Già ci immaginiamo una veloce declino di ospedali, ambulatori e servizi ora decentrati ed una impotenza dei piccoli Sindaci già oggi in difficoltà” .

Bartolini e Gagliardi, poi, ritornano sul tema della sanità. “Perché la Regione, da cui è partita la regia di questa idea di fusione in tandem con Ravenna e il suo ex direttore generale, non procede in egual misura con la sanità Emiliana? Noi, la nostra sanità la vogliamo difendere da scelte azzardate, fatte in base a conti economici, senza una valutazione di una complessiva riorganizzazione del sistema sanitario regionale. Se ci devono essere cambiamenti per restare al passo coi tempi, per contenere i costi della Regione, per non perdere la qualità dei servizi, allora questi cambiamenti devono riguardare tutta l’Emilia-Romagna, da Piacenza a Rimini, e non solo i parenti poveri della Romagna. Quando da un'altra grande fusione è nata Hera, gli amministratori di allora si sono sprecati a parole nel sostenere come i servizi sarebbero migliorati. I risultati li conosciamo tutti. Quello che è successo con pattume e fogne – concludono Bartolini e Gagliardi – non vogliamo che accada in un campo così importante per la vita della gente come la sanità”.

 

 

 

 

 

 
 

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