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Balzani: "Al termine del mandato sarò più povero: e ne sono orgoglioso"

Il sindaco presenta alla Camera di commercio il suo volume. "Sono stato eletto per fare Robin Hood; ma in realtà oggi mi trovo ad essere come lo sceriffo di Nottingham". E poi: "Serve una generazione di cincinnati per il bene del Paese"

Non sembra una vera solitudine quella che si respirava martedì sera in Sala Zambelli (Camera di commercio) per la presentazione del libro del sindaco di Forlì, Roberto Balzani, edito da "Il Mulino" e divenuto uno dei 'casi-editoriali' del momento. "Cinque anni di solitudine" il titolo del volumetto, prima della cui presentazione si è svolto un doveroso minuto di raccoglimento per le vittime del terremoto in Emilia.

Le immagini della presentazione del libro del sindaco



A intervistare Balzani, anticipato dagli interventi di Alberto Zambianchi (presidente della Camera di commercio) e Piergiuseppe Dolcini (presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì), il billante giornalista de "L'Espresso", Massimiliano Panarari. Che immediatamente ha chiesto al primo cittadino se si sente o meno un pezzo della famgierata "casta".

"No, non sono un pezzo della casta - ha risposto, come ovvio, Balzani - ma sono una persona normale, che faceva un mestiere appagante in uno dei più prestigiosi atenei del Paese. Non pensavo, e non penso tuttora, che politica possa essere qualcosa di così travolgente e totalizzante per la vita delle persone che la praticano".

Il sindaco non nasconde lo sconforto nell'essersi proposto ai cittadini ed essere stato eletto "come Robin Hood; ma in realtà oggi mi trovo ad essere come lo sceriffo di Nottingham". Il riferimento è inevitabilmente rivolto all'applicazione delle imposte statali, tra tutte l'Imu, a cui i Comuni sono chiamati per concorrere al risanamento del bilanco dello Stato.

"Il sindaco ai trova ad essere un anello ormai prossimo alla rottura - ha detto - tirato da una parte dalla società civile e dall'altra parte dello Stato. Sindaci sono ormai, anche attraverso l'applicazione di una serie di imposte, delegittimati di fronte ai cittadini, che si attendono risposte, ma non possono averle spesso per effetto delle imposizioni che provengono dal governo centrale".

La serata è scivolata via nell'arco di un'ora, senza interventi dal pubblico, ma con più di un applauso all'indirizzo soprattutto del sindaco Balzani. In particolare quando ha risposto al presidente Dolcini, che lo ha sollecitato sul tema del ricambio generazionale definendosi perplesso di un ricambio così radicale. Tra gli esponenti politici presenti, molti consiglieri comunali i segretari di partito Marco Di Maio (Pd) e Andrea Pasini (Udc), il consigliere regionale Thomas Casadei, il sindaco di Predappio, Giorgio Frassineti.

"Qesto paese ha bisogno di una generazione di 'cincinnati' - ha detto Balzani - che si sacrifica e fa cose anche sgradevoli per dare in mano a quelli che verranno dopo di loro, un paese normale. Chi lo fa deve sapere che quando avrà terminato il proprio ruolo, avrà meno di quando ha cominciato". E poi ha parlato di sè: "Sono sicuro che quando avrò finito di fare il sindaco saró più povero di quando ho iniziato; questo è il prezzo della libertà ed è ciò che mi rende orgoglioso di fare tutti i giorni il sindaco dei forlivesi". Applausi scroscianti per un sindaco che appare meno solo di quanto non lasci immaginare il titolo del suo libro.

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