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Benzinai low cost: "L'impianto cooperativo si poteva aprire, polemica pretestuosa"

La nota di Legacoop in tema di distributori low cost, sta facendo discutere. Dopo la replica del direttore commerciale della Bronchi Combustibili, a chiarire le dinamiche interviene anche la capogruppo del Pd in consiglio comunale ed ex assessore, Maria Maltoni

La nota di Legacoop in tema di distributori low cost, sta facendo discutere. Dopo la replica del direttore commerciale della Bronchi Combustibili, a chiarire le dinamiche interviene anche la capogruppo del Pd in consiglio comunale ed ex assessore, Maria Maltoni, che sostiene come la dichiarazione della lega delle cooperative contenga “alcune grossolane distorsioni dei fatti. Infatti nella pianificazione in essere degli impianti di carburanti a Forlì, l’istallazione di nuovi distributori era ed è tuttora possibile”.

“Gli impianti nuovi, in seguito alle norme sulla sicurezza che hanno portato ad “espellere “dai centri storici i distributori e a prevedere i nuovi  solo lungo i principali assi viari e lontano da zone densamente abitate, possono essere installati sia in aree che il “Piano carburanti “ del Comune di Forlì ha individuato in modo puntuale alcuni anni fa, che in aree che abbiano i requisiti richiesti. - sottolinea Maltoni -  Tra i criteri, ovviamente, non c’è, e non può esserci, né la tipologia aziendale dell’impianto, cooperativo o non cooperativo, né il costo a cui viene venduto il carburante stesso.   La polemica perciò è del tutto pretestuosa, infatti chi, privato o cooperativa, avesse voluto installare un impianto di distribuzione di carburante low cost, avrebbe potuto farlo (come in effetti è accaduto)  negli spazi previsti e non ancora occupati, o rilevando un impianto già esistente.  Perciò i cittadini forlivesi non hanno avuto la presenza di un impianto low cost cooperativo, per una precisa scelta dei soggetti interessati che avevano invece interesse a valorizzare aree diverse da quelle possibili nel pianificazione comunale, cioè quelle vicine alle loro strutture di grande distribuzione esistenti o in fase di avvio, e non perché fossero già  presenti distributori con prezzi low cost , come affermato dalla nota del mondo cooperativo Legacoop”.  

“Ho ritenuto utile chiarire questi aspetti, perché avendo svolto un ruolo nel passato mandato amministrativo ho avuto occasione di venire a conoscenza di tali problematiche, anche discutendo con i rappresentanti dei soggetti interessati, ed è giusto che i cittadini siano correttamente informati di come si sono svolti i fatti. Gli strumenti di pianificazione di un ente sono legati a norme e condizioni che nel tempo possono mutare, dato che cambia la legislazione e cambia lo sviluppo urbanistico del territorio. Quello che non deve cambiare è la ragione che deve spingere ai mutamenti, la valutazione cioè di interessi di ordine generale. - conclude Maltoni - Se l’impianto nelle intenzioni dei proponenti avesse avuto uno scopo di carattere “sociale”,  allora avrebbero dovuto aprirlo dove era possibile farlo.  Il business aziendale è certamente legittimo, ma non poteva e non può essere una motivazione per condizionare tempi e modi delle scelte pubbliche. Per quanto mi riguarda io mi atterrò a questo criterio anche nelle scelte sulle delibere che sarò chiamata a votare in quanto consigliere comunale”.

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