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Bibbiano, Gessica Allegni: "Non solo commissioni di inchiesta, il welfare torni ad essere una priorità"

"L'inchiesta di Reggio Emilia sugli affidi rimette pesantemente al centro la necessità di una autentica riflessione sulla qualità dei nostri servizi sociali, in particolare quelli destinati ai minori"

"L'inchiesta di Reggio Emilia sugli affidi rimette pesantemente al centro la necessità di una autentica riflessione sulla qualità dei nostri servizi sociali, in particolare quelli destinati ai minori. In Senato le Commissione Affari Costituzionali e Giustizia riunite hanno dato parere favorevole all'istituzione di una commissione d'inchiesta su affidi e case famiglia, la regione Emilia-Romagna ha già istituito una commissione tecnica per valutare l'intero sistema di tutela minori e ieri anche il Comune di Forlì ha annunciato di voler istituire una commissione a livello locale".

A parlare, sul caso di Bibbiano (RE) è Gessica Allegni, movimento politico èVIVA e assessore al welfare del Comune di Bertinoro. "Benissimo, ma non sia un modo per affrontare strumentalmente un tema così sensibile e soprattutto per affrontare la questione solo dal lato di presunte e circostanziate irregolarità da far emergere e punire. Questi strumenti avranno un senso se servirannoa scavare nelle responsabilità, nella gestione e controllo dei servizi pubblici e privati rivolti alle persone e a capire come rafforzare un sistema di welfare che si è frammentato e indebolito"

"C'è da aprire una dialettica con tutti i soggetti coinvolti e anche da non temere un'autocritica vera, non di facciata, sul calo di attenzione, o meglio di "cultura" dello stato sociale, sempre più ritenuto non essenziale" e sottoponibile a tagli ragioneristici per far fede alle esigenze di spesa corrente.Ci sono voluti anni, di battaglie e di scelte difficili e lungimiranti, per uscire dalla concezione dei servizi  come misure meramente assistenziali. Non si retroceda su questo. Quello che abbiamo bisogno di fare oggi è ricollocare le risorse per la formazione degli operatori, per sostenere i nuclei familiari che presentano carenze educative, ma che se aiutati possono farcela, c'è da aprire un confronto con le case famiglia, che non possono sottrarsi ai controlli, alla formazione permanente, alla rendicontazione costante dei percorsi intrapresi per i bambini coinvolti e che non vanno solo controllate, bensì accompagnate nella loro progettualità" sottolinea Allegni

"Occorre pensare e realizzare per davvero il sistema integrato dei servizi sociali, che a Forlì e nel comprensiorio c'è, funziona, può essere un esempio per altre realtà, ma che anche nel nostro territorio forse ha bisogno di rinnovata attenzione. Più in generale, a livello locale, regionale, nazionale, va posta più attenzione agli appalti, alla priorità che devono avere i requisiti di partecipazione dal punto di vista etico e delle competenze, fuori da opportunità riguardanti il minor costo e rapporti privilegiati con alcuni mondi e realtà. Il pubblico deve rivendicare e recuperare una centralità che non abbia a che fare solo col ruolo di controllore ma di vero e proprio punto di riferimento e coordinamento, in un'idea del welfare come strumento di cura delle persone e per restituire loro un'opportunità di riscatto, di reinserimento, di realizzazione di sé" dice ancora l'esponente del movimento politico èVIVA e assessore al welfare a Bertinoro

"E' questo che ci chiedono gli sguardi dei bambini strappati alle loro famiglie, è quello che ci chiedono anche le famiglie stesse. Amare ed essere amati. In condizioni che lo possano consentire nella serenità e in un ambiente sicuro. Il Comune di Forlì - ha concluso Allegni - si impegni ad essere motore e guida di un sistema che non dobbiamo solo mantenere o "correggere", ma rafforzare, ascoltando le esigenze dei piccoli comuni che spesso scontano problemi di sotto organico proprio su queste funzioni nevralgiche per la vita delle nostre comunità. Per questo la proposta di istituire una commissione meriterà di essere discussa e affrontata anche all'interno del comitato di distretto socio sanitario. Le famiglie, perchè non esiste solo la famiglia tradizionale, hanno bisogno di ascolto, partecipazione, sostegno. Ne hanno bisogno gli operatori che devono vedere riconosciuti la loro professionalità e il loro diritto ad operare in sicurezza e nel riconoscimento delle necessarie tutele. Vale per il tema minori, vale per questione anziani e strutture residenziali su cui è altrettanto necessario porre l'attenzione. Non sono ammesse risposte demagogiche o estemporanee, agiamo insieme per un territorio che mette davvero le persone al centro di ogni sua scelta"

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