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Bilancio di previsione, Forlì & Co vota contro: "Un documento difficile da ritenere credibile"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

"Il bilancio di previsione rappresenta l’atto politico e programmatorio fondamentale del Comune, attraverso cui chi governa dialoga con i bisogni dei cittadini e delinea lo sviluppo del territorio. In una contingenza drammatica come quella attuale -con l’inflazione che erode i redditi, i costi delle bollette alle stelle e la povertà che avanza- servirebbe un bilancio credibile, realistico, con una forte coerenza fra previsioni ed effettive capacità di entrata e spesa dell’Ente, con chiare e puntuali priorità di investimento. E invece, ancora una volta, la Giunta ha presentato un documento che, tanto nella parte corrente che in quella capitale, è difficile ritenere credibile, e che alimenta dubbi sul fatto che il Comune sia in grado di tenere la bussola dritta in questa difficile stagione.           

Per quanto riguarda la parte corrente, il bilancio presuppone un notevole aumento delle entrate, che si sorregge però esclusivamente sulla previsione di un incremento di quelle extratributarie nella misura di addirittura il 43% rispetto al 2022. Quanto alla spesa corrente, si prevede un aumento di quasi 9 milioni di euro rispetto allo scorso anno, e anche qui c’è da chiedersi se la previsione sia fondata.  Nell’insieme, l’impressione è di essere di fronte ad un bilancio “speranzoso” che fa tornare i conti confidando in risorse aggiuntive da Stato e Regione e in una generale attenuazione della crisi economica ed energetica che però al momento è solo un esercizio di puro ottimismo prevedere.       

Per quanto riguarda il conto capitale, siamo ancora una volta di fronte ad un elenco faraonico di investimenti; tuttavia, l’esperienza degli anni passati dimostra che questo “libro dei sogni” supera di gran lunga le effettive capacità di spesa e realizzazione degli interventi del nostro Comune; non a caso gli interventi prospettati oggi sono per il 90% interventi che erano già previsti in bilanci precedenti e che, non essendo stati ancora realizzati, slittano di anno in anno nella loro previsione. Di fatto, di aggiornamento in aggiornamento, il piano degli investimenti previsti per l’anno in corso si è ridotto di ben 40 milioni rispetto a quanto risultava dal bilancio di previsione approvato un anno fa. E tutto autorizza a pensare che nel 2023 le cose andranno nella stessa maniera. Anche la previsione di copertura di questi investimenti giustifica i maggiori scetticismi: la Giunta prospetta di accendere 8 milioni di mutui in un solo anno, quando non è riuscita a raggiungere tale importo nemmeno sommando le tre annate precedenti. Guardando ai fatti, dunque, l’immagine di un faraonico piano degli investimenti lascia il posto alla realtà di un Comune che, a causa dei continui ritardi nell’attuazione dei lavori, non riesce nemmeno ad accedere ai finanziamenti necessari per dare ossigeno alla crescita del territorio. Si tratta di un bilancio in cui non si può avere fiducia, che si colloca perfettamente nel solco di un’azione amministrativa che fino ad ora si è distinta soprattutto nel promettere mari e monti e poi rinviare di continuo la realizzazione delle opere. Un bilancio totalmente al di sotto dei bisogni di questi tempi difficili, che richiedono non annunci ma fatti.

Come opposizione, assumiamo quindi l’impegno a verificare e a tallonare la Giunta perché realizzi ciò che promette, a partire da alcuni temi che per noi sono prioritari. Il primo, la risposta all’emergenza dei costi per l’energia, su cui da oltre un anno sollecitiamo inutilmente l’Amministrazione. Abbiamo indicato le azioni più urgenti: un fondo di solidarietà per le bollette, sostegno delle imprese nella transizione a fonti energetiche pulite e a basso costo, supporto allo sviluppo di comunità energetiche, un vasto piano di efficientamento energetico di tutto il patrimonio edilizio comunale, riduzione del numero di alloggi popolari sfitti in attesa di riparazioni e manutenzioni. Nessuno di questi interventi è stato introdotto. 

Per quanto riguarda l’aumento previsto della spesa per servizi sociali, la cui credibilità ci pare altrettanto aleatoria quanto quella dell’aumento delle entrate a copertura, diciamo con forza che su temi così delicati, che concernono la vita quotidiana delle famiglie, serve serietà e non il solito gioco degli annunci poi disattesi.     

Se parliamo di promesse disattese, comunque, niente può superare il centro storico, che da cavallo di battaglia della campagna elettorale è divenuto una sorta di “parente povero” dell’Amministrazione, per il quale aspettiamo ancora il famoso piano di rilancio. Per noi invece il centro storico rimane un luogo strategico, che meriterebbe investimenti adeguati su vari fronti: dal sostegno alla residenzialità (che significa ripensamento dell’offerta di servizi e riqualificazione del patrimonio abitativo), agli investimenti per la mobilità sostenibile, alla necessità di ripensare la rete commerciale valorizzando le attività che puntano sulla qualità e i prodotti del territorio.     

Strettamente legato al tema del centro storico c’è quello della cultura e degli spazi culturali, esempio da manuale dell’assoluta aleatorietà dei piani di investimenti dell’Amministrazione. Il simbolo per eccellenza dello stallo e dei ritardi è rappresentato dal palazzo del Merenda: dei quattro stralci di lavori da realizzare ad oggi non è ancora concluso nemmeno il primo, quello di minori dimensioni, avviato nel 2019 dalla Giunta Drei. Ne consegue che i forlivesi dovranno abituarsi a star senza una biblioteca di pubblica lettura degna di questo nome ancora per un pezzo. Stessa sorte per l’ex Asilo Santarelli: i lavori avrebbero dovuto chiudersi entro il 2020, e invece sono stati per l’ennesima volta prolungati anche nel 2023. Nessuno sa che fine abbia fatto il progetto di realizzarvi l’hub del museo della città del ‘900, né quando il soggetto che ha vinto l’appalto per la sua gestione potrà entrare nell’edificio.   

Non va meglio per gli edifici di cui l’Amministrazione si è recentemente trovata ad avere la disponibilità a condizioni molto favorevoli, potenzialmente dotati di un forte valore strategico per la città: Hotel della città e Eridania. Per entrambi, sembra che l’importante fosse acquisirne la proprietà piuttosto che definirne l’effettivo utilizzo. Per quanto attiene l’Hotel della città, nessuno sa ancora se si intenda adibirlo a studentato oppure a succursale del collegio di eccellenza di Bologna.   Quanto all’Eridania, è impossibile capire se e quale idea abbia l’Amministrazione; di certo nel bilancio 2023 non vi sono risorse per avviare quelle attività di studio e confronto partecipato che sono doverose per coinvolgere la città nella valorizzazione di un bene di tale importanza.          

Dispiace infine prendere atto che il Comune di Forlì ha concluso un altro anno senza sentire il bisogno di siglare, sul modello di quanto fatto ovunque in regione, un Patto per il clima e il lavoro unendo le istituzioni a tutti gli attori economici e sociali in uno sforzo di sistema per lo sviluppo sostenibile e l’occupazione di qualità. E pensare che sarebbero tante le iniziative da adottare a supporto della crescita del territorio, dall’introduzione di sgravi a sostegno di start-up ad alto valore aggiunto sul versante tecnologico, al censimento per la messa a disposizione a canone calmierato di capannoni e strutture industriali non utilizzate, dalla promozione e valorizzazione dei nuovi distretti produttivi come quello legato al tecnopolo a iniziative di supporto allo sviluppo di infrastrutture utili al processo di digitalizzazione e informatizzazione delle imprese ed altro. Per tutte queste ragioni, esposte in sede di Consiglio, il nostro gruppo ha espresso un voto contrario sul bilancio".

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