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Biomasse all'inceneritore, il Comune: "No all'aumento di emissioni"

"L'amministrazione comunale si riserva di valutare la richiesta di Herambiente. E' interesse di tutti agire in modo da favorire il miglior funzionamento dell'impianto di incenerimento di Via Grigioni". Lo dichiarano sindaco e assessore all'ambiente

“L'amministrazione comunale si riserva di valutare la richiesta di Herambiente. E' interesse di tutti agire in modo da favorire il miglior funzionamento dell'impianto di incenerimento di Via Grigioni”. Lo dichiarano il sindaco di Forlì, Roberto Balzani, e l’assessore comunale all’ambiente, Alberto Bellini, all’indomani della ‘denuncia’ di Verdi circa la richiesta di Hera di “bruciare nell’inceneritore di Forlì 26.000 tonnellate annue di biomasse, portando la quantità di materiale che verrà incenerito a 146.000 tonnellate”

 

LE CRITICITA’ - Herambiente segnala nella sua richiesta due criticità: (1) difficoltà di mantenere il carico termico con continuità per la incostante disponibilità di materiale in ingresso; (2) disponibilità di materiale in ingresso con potere calorifico molto inferiore a quello previsto in sede di programmazione. Questo costringe ad una gestione difficile dell'impianto, che richiede grandi quantità di metano per assicurare le temperature di esercizio richieste per evitare fermi impianti ed emissioni al di fuori dei limiti.


“Il parametro discriminante per l'efficienza dell'impianto è il carico termico, che si ottiene dal prodotto del potere calorifico inferiore del materiale (kcal/kg) per la portata dei rifiuti (kg/ora) – spiegano Bellini e Balzani -. Tale parametro non può superare i limiti dell'autorizzazione, ma non può neppure scendere al di sotto di un valore limite, altrimenti l'impianto diventa inefficiente”.


LE RICHIESTE DEL COMUNE - A questo punto, quindi, il Comune di Forlì chiederà ad Herambiente alcune cose. In primo luogo di “valutare soluzioni alternative all'aumento del materiale incenerito. Tra queste si segnalano il pretrattamento e la selezione del materiale in ingresso per aumentare il potere calorifico e mantenere il carico termico anche riducendo la quantità”.

 

Un'altra soluzione da verificare suggerita dal Comune è l'utilizzo di sistemi di stoccaggio a medio termine per garantire la continuità delle operazioni, anche in caso di riduzione del materiale in ingresso.


LA PIANIFICAZIONE NON CAMBIA - Altra questione: l’aumento della quantità di materiale da incenerire è contrario alla attuale pianificazione provinciale, pur trattandosi formalmente di materiale non classificato come rifiuto. “Non si ritiene corretto che la pianificazione provinciale debba essere modificata da una procedura di screening”, affermano sindaco e assessore.


NO A MAGGIORI EMISSIONI - Va poi considerato che “l'aumento della quantità di materiale da incenerire porterà ad un aumento delle emissioni in valore assoluto – osservano i due amministratori -. In accordo ai principi della direttiva 2008/1/CE tale aumento dovrà essere autorizzato e per l'amministrazione comunale non sono accettabili soluzioni che portino all'aumento del carico di emissioni”.


IL FUTURO E’ NEL RICICLO - Le criticità segnalate da Hera sono precedenti all’entrata a regime della raccolta differenziata, e cioè ben prima “che la raccolta differenziata di tipo domiciliare porti effetti significativi sul territorio comprensoriale in termini di riduzione dei rifiuti”.  “Si può stimare, infatti, che gli effetti più importanti – prevedono Balzani e Bellini - si rileveranno a partire dal 2013 per effetto della diffusione della raccolta differenziata domiciliare a Forlì e Cesena”.


“Si ritiene quindi necessario valutare soluzioni compatibili con la disponibilità di materiale inferiore a 90.000 tonn/anno – afferma il Comune -. L'amministrazione comunale conferma la richiesta di programmare sistemi di trattamento rifiuti che consentano di elevare il potere calorifico inferiore fino a 3300 kcal/kg (tale sistema consentirebbe all'impianto di operare efficientemente anche con 80.000 tonn/anno, garantendo la riduzione quantitativa delle emissioni) e di programmare impianti di riciclo delle frazioni differenziate che saranno disponibili in seguito all'estensione della raccolta differenziata domiciliare”.
 

“L'amministrazione comunale – rassicurano Balzani e Bellini - si avvarrà del tavolo interistituzionale sul monitoraggio delle diossine per valutare gli effetti ambientali e sulla salute della richiesta di Herambiente”.

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