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Black bloc a Roma, "quelli non sono i nostri ragazzi"

In questo fine settimana, sulla bacheca della pagina Facebook del consigliere Bartolini, è nato un interessante dibattito sui violenti episodi di Roma. "I nostri ragazzi sono quelli che difendono il nostro Paese"

In questo fine settimana, sulla bacheca della pagina Facebook del consigliere regionale Luca Bartolini, è nato un interessante dibattito sui violenti episodi di Roma. "I nostri ragazzi sono quelli che difendono il nostro Paese. I nostri ragazzi sono quelli che portano pace e democrazia nel mondo. I nostri ragazzi sono i giovani impegnati nel volontariato, nelle parrocchie, nelle grandi e piccole cose che ci rendono orgogliosi di loro. Ma i nostri ragazzi non sono quei delinquenti dei centri sociali che hanno messo a ferro e fuoco la capitale: gente che la sinistra si ostina a difendere".

"Sono facinorosi violenti - dice Bartolini - che vogliono imporre le loro malsane idee con la forza, personaggi infami che non conoscono il senso, l'importante e il valore della democrazia. La sinistra difende degli indifendibili: i veri indignati oggi siamo noi cittadini! Nell'ultimo consiglio regionale la sinistra, sui gravi fatti della Val Susa, ad opera degli stessi che hanno distrutto Roma, chiedeva vergognosamente di far numerare i caschi dei poliziotti! Ma da che parte sta la sinistra? Mi piacerebbe ascoltare una ferma e decisa presa di posizione che condannasse ciò che è successo, anche da parte di quegli esponenti locali della sinistra che hanno manifestato, spero pacificamente, a Roma. Una presa di posizione senza se e senza ma: senza tirare in ballo il Governo, Berlusconi o la Polizia... Questi violenti sono da condannare, punto e basta".

"Poiché in Italia molti hanno la memoria corta, voglio ricordare che certuni della sinistra, che magari oggi si stracciano le vesti, hanno intitolato un'aula del senato a Carlo Giuliani, che si è distinto nella vita solo per aver lanciato, con il capo coperto da un passamontagna, un estintore contro tre carabinieri durante una “manifestazione pacifica". Non solo l'uso dell'estintore è diventato di moda anche tra i teppisti di Roma, ma la camionetta incendiata è stata dai "pacifinti" intitolata proprio allo stesso Carlo Giuliani come l'aula del Senato. Tanto per ricordarlo a qualcuno".

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