rotate-mobile
Politica

Molea verso una ricandidatura in Parlamento col Pd: "E' la mia area politica"

Intervista a Bruno Molea, presidente nazionale dell'Aics e deputato forlivese che ha dato la sua disponibilità a proseguire la sua esperienza in Parlamento dopo la sua prima legislatura

Più di 80 interventi in aula, una legge che porta il suo nome, quella sul cosiddetto 'Ius soli sportivo' (il diritto a minori stranieri residenti in Italia almeno dall'età di dieci anni di potersi tesserare alle federazioni sportive, ndr), altre proposte di legge e un impegno per il mondo dello sport, “tra cui degli emendamenti all'ultima Finanziaria, accolti dal Governo”, spiega. “Insomma, non sono stato a Roma solo a spingere un bottone”, sintetizza Bruno Molea, presidente nazionale dell'Aics e deputato forlivese che ha dato la sua disponibilità a proseguire la sua esperienza in Parlamento dopo la sua prima legislatura.

Politicamente parlando il 2013 rappresenta un'era geologica fa: il movimento di Mario Monti “Scelta Civica” era all'apice del suo splendore, tanto che in Emilia-Romagna venne eletto non solo il capolista, ma anche il secondo, appunto Molea. Ora di quella creatura politica non resta praticamente più niente e Molea è ormai organicamente più vicino al Partito Democratico. E proprio con il Pd potrebbe vedere la luce la sua ricandidatura.

Molea, come è andata la prima esperienza in Parlamento? Il suo partito, Scelta Civica, è andato in frantumi...
“Sono stati cinque anni intensi di lavoro e nutro il desiderio, se sarà possibile, di una seconda legislatura per mettere a frutto quanto già fatto. Anche da un punto di vista politico sono stati anni intensi, all'interno di Scelta Civica ho sempre contrastato la scelta del mio segretario Enrico Zanetti ansioso di apparentamenti con Verdini e di fare da stampella a qualcun altro. Per questo, assieme ad altri parlamentari è nato il gruppo 'Civici e Innovatori' di cui sono vicepresidente”.

Un gruppo politico che ha sostenuto i governi di centro-sinistra che si sono succeduti.
“Ho svolto la mia attività parlamentare in funzione al mio modo di vedere, ho un'area geografica definita, che è quella di sinistra (Molea è stato esponente locale e militante del Partito Socialista Italiano, ndr). Difficilmente mi si potrà vedere da altre parti. L'affinità con il partito principale della maggioranza è molto forte , tanto che in 5 anni mi sono sempre riconosciuto nell'azione di governo e l'ho sostenuta in tutte le occasioni di un voto di fiducia”. 

Le sue parole la fanno percepire più vicino, in modo più organico, al Partito Democratico. Ha avuto proposte anche dalla galassia delle piccole formazioni politiche centriste che si presenteranno col Pd, dalla Bonino al ministro Lorenzin?
“La sintonia tra me e il Pd è forte. Se servo alla causa, se servono persone con un forte accento sulla società civile, qual è la mia provenienza dal mondo dello sport, è bene lavorare in un partito più strutturato, i cui obiettivi mi vedono convergente, come ho anche spiegato in un incontro con i vertici nazionali del Partito Democratico. Se la candidatura si concretizzerà comunque non sarò antagonista di Marco Di Maio nello stesso collegio”.

Del suo gruppo politico 'Civici e Innovatori' che ne sarà invece?
“Alcuni aderiscono alla forza politica di Della Vedova e Bonino, altri come me hanno dato la disponibilità al Pd, altri guardano alla formazione politica del ministro Lorenzin, altri aderiscono al movimento di Stefano Parisi che avrà come sbocco naturale il centro-destra, una scelta da me non condivisa”.

A livello locale, invece, come ha operato?
“Mi sono sempre speso per il territorio locale, penso per esempio al salvataggio, rispetto ad un rischio di cancellazione, per due volte del Festival di Castrocaro, con due sindaci diversi. Ho dato una mano ad affrontare i problemi locali ogni volta che mi è stata data la possibilità di collaborare”.

Con i sondaggi che vengono pubblicati in queste settimane, in caso di elezione, probabilmente sarà un deputato di opposizione, dato che vengono dati come prevalenti il M5S e il centro-destra.
“Non voglio neanche pensare al rischio di un governo del Movimento 5 Stelle: ogni giorno da Luigi Di Maio leggo variazioni di posizione, sull'Europa, sull'Euro, dove prima vuole il referendum poi non lo ritiene più necessario, sulle alleanze, dove prima dice di voler stare da solo poi dice che se è sotto il 40% vedrà chi si vorrà alleare con loro. Questo governo, checché se ne dica, ha prodotto risultati. Il rischio è di interrompere una scia positiva che ha favorito, in modo ormai certificato, la ripresa economica e l'occupazione. Credo che gli elettori nel segreto dell'urna capiranno il rischio che si corre. Se poi gli elettori ci indicheranno come forza di minoranza, sarò felice di fare opposizione con le idee in cui credo e lavorerò per farle tornare maggioranza”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Molea verso una ricandidatura in Parlamento col Pd: "E' la mia area politica"

ForlìToday è in caricamento