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Burnacci (PdL): "Nel 2012 il comune ha incassato di più in tasse"

"l Consuntivo di un Comune è assai più importante del Preventivo perché ci mostra la realtà delle cifre che sono entrate nelle casse del Comune e che sono state spese (e come)"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Di recente, è stato approvato dal consiglio comunale il bilancio Consuntivo 2012: il Consuntivo di un Comune è assai più importante del Preventivo perché ci mostra la realtà delle cifre che sono entrate nelle casse del Comune e che sono state spese (e come). Il Comune è la nostra grande casa e vale la pena di guardare bene dentro i conti. C’è un grande totale a fine 2012: nelle casse del Comune sono entrati, per denaro corrente, 102 milioni di euro. Ne erano stati previsti 100.625.000.

Quindi la maggioranza potrebbe sostenere “Obiettivo raggiunto”. Ma oltre l’apparenza, si scopre la verità. Le entrate, a voci pari, sono oggi 109 milioni, perché 8 milioni e più sono trasmigrati ad altri soggetti o su altre società (Livia Tellus, Forlì Mobilità integrata, Forlì Città solare) o dalla Regione sono passati direttamente all’A.S.L. Da quali soggetti provengono quei 102 milioni di euro? Vengono sempre meno dallo Stato Centrale e dalla Regione (5,89%): in gran parte, sempre più, vengono dalle tasche dei Forlivesi per imposte e tasse locali (Entrate Tributarie) e per le rette o le tariffe dei servizi erogati ai cittadini (Entrate Extratributarie). Il 2012 è stato poi l’anno eccezionale del governo Monti e del ritorno dell’IMU prima casa a carico delle famiglie, nonché dell’aumento dell’IMU per seconde case, fabbricati, aree. La Giunta del Comune di Forlì, calcolando per difetto le cifre che sarebbero entrate dallo Stato, ha lasciato invariate l’IRPEF comunale allo 0,49%, l’imposta di pubblicità e l’IMU prima casa allo 0,55%, ha elevato fortemente tutta l’IMU secondaria (seconde case, fabbricati produttivi e aree) al 0,98% rispetto allo 0,7% degli anni precedenti. In base al principio federalistico del “vedo, pago, voto”, cosa vedono i Forlivesi nei conti 2012 del loro Comune? Vedono che il loro Comune, per imposte e tasse, in cassa 70.130.000: all’inizio del 2012 aveva previsto, con sottostima, di incassarne 67.535.000 e, a consuntivo 2011, ne aveva incassati invece 61.568.000.

E’ chiaro che si è formato un serbatoio di entrate in più: 8.562.000 rispetto al consuntivo 2011 e 2.595.000 rispetto alla previsione 2011. Se guardano poi all’IMU, i Forlivesi si accorgono che il loro Comune, avendone previsti 40.000.000, ne ha incassati poi 44.300.000, anche se spendibili sono solo 42.000.000: sull’IMU poi, rispetto al 2011, sono stati quindi incassati 9 milioni di euro in più. Ma la Giunta Balzani potrebbe obiettare che quel serbatoio si è formato certamente per maggiori tasse ai Forlivesi ma che lo Stato centrale ci ha trasferito meno soldi. Ma non è vero: le cifre dicono il contrario, sia rispetto al previsto 2012, sia rispetto al consuntivo 2011. Quel serbatoio di entrate in più non si assottiglia per le entrate dallo Stato ma si fa più capiente: diventa 3.896.000 rispetto al previsto 2012 e addirittura diventa 9.806.000 rispetto al consuntivo 2011.

La Giunta Balzani potrebbe obiettare ancora: “Quel bel serbatoio mi è stato risucchiato perché ho avuto molte meno entrate extratributarie (tariffe e rette dei servizi pubblici, bene dell’Ente, utili delle aziende, proventi diversi) perché, invece di 30.970.000, che avevo previsto, ne ho incassati 25.938.000, cioè 5.048.000 in meno.

Quel serbatoio quindi non esiste più”. Ma non è vero perché noi abbiamo dimostrato (numeri alla mano) che non c’è stato nessun calo delle entrate per servizi: c’è stata solo una trasmigrazione della cifra mancante ad altri soggetti, a Livia Tellus, dalla Regione direttamente alla AUSL.

Le strategie della Giunta Balzani, per l’anno in corso 2013, potevano essere due:

1) si potevano ritoccare al ribasso le aliquote, soprattutto l’IMU dei fabbricati produttivi ed agricoli, e si poteva abbassare l’aliquota dell’IRPEF comunale (il Sindaco di Firenze l’ha ribassata allo 0,2%).

Era il caso, in ogni caso, di aprire un grande confronto con Sindacati ed Associazioni economiche per concordare le scelte IMU e IRPEF più utili per le famiglie e le imprese.

2) Si poteva, altrimenti, tenersi quel serbatoio di entrate in più, solo ad una condizione: facendo scelte compensative chiare (anche se progressive) per due grandi bisogni emergenti (il centro storico e le attività economiche e le nuove povertà).

Il Sindaco sostiene che, a suo merito, ha fatto una azione di risanamento del Bilancio. Ma è una pessima ragione sostenere che, nel Bilancio corrente del proprio Comune, il risanamento è stato ottenuto non con risparmi sul personale e sulla spesa di funzionamento ma unicamente con l’aumento delle tasse e delle imposte locali, fatte pagare ai Forlivesi.

Vanda Burnacci, consigliera PdL

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