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Caccia, varato il calendario venatorio 2018-2019. La Lega: "Troppi cavilli"

Il consigliere regionale del Carroccio rilancia il progetto di “due calendari venatori; uno per la Romagna e l’altro calibrato sulle specificità territoriali dell’Emilia”

Via libera al calendario venatorio regionale per la caccia di selezione al cinghiale, la specie di fauna selvatica che provoca i maggiori danni in campagna. Le disposizioni, valide per la stagione 2018-2019, sono state approvata dalla Giunta nell’ultima seduta (delibera n. 503/2018). Le nuove regole scatteranno da domenica prossima, per consentire di predisporre tutti i possibili strumenti e rimedi per contenere i danni alle coltivazioni (cerealicole, foraggere, industriali e oleaginose) provocate dai selvatici in primavera nelle fasi precoci di maturazione delle colture. La principale novità è rappresentata dall’estensione del periodo di prelievo in selezione fino al 15 marzo 2019, anziché il 31 gennaio, come avveniva negli anni precedenti. Ciò per mettere un freno al crescente impatto negativo dei cinghiali sulle produzioni agricole rilevato negli ultimi anni, fenomeno in controtendenza rispetto alla generale diminuzione dei danni da fauna selvatica in agricoltura. 

La bocciatura

La Lega Nord boccia il calendario venatorio 2018-2019 varato lunedì dalla Regione e rilancia il progetto di un calendario distinto tra Emilia e Romagna. "Sono moltissime le osservazioni e i suggerimenti di modifica che abbiamo avanzato in commissione, ma che l’assessore Caselli si è rifiutata di recepire - esordisce il consigliere regionale della Lega, Massimiliano Pompignoli -. A partire dai periodi di caccia per alcune specie, tra cui la beccaccia per la quale abbiamo ribadito, in sede consultiva, di posticiparne la chiusura al 31 gennaio seguendo l’esempio di Regioni a noi limitrofe come Marche e Toscana. E ancora il colombaccio il cui prelievo, visto l’incontestabile stato di buona salute di cui gode questa specie e la tendenza ad assumere una progressiva stanzialità, andrebbe anticipato al primo di settembre, ovvero in preapertura”.

Di fronte alle contestazioni del consigliere della Lega Nord Pompignoli, che sul tema ha evidenziato “l’assoluta mancanza di criteri scientifici a fondamento delle decisioni assunte dall’assessorato all’agricoltura, caccia e pesca” hanno avuto la meglio “le presunzioni politiche gestionali di questa Giunta che ha tirato dritto sui contenuti e ignorato, prima in commissione poi in delibera, le nostre proposte di modifica e le giuste osservazioni di molte associazioni venatorie”. Non poche perplessità sono state sollevate anche sui piani di gestione della starna e della pernice rossa, che il leghista ha osteggiato fin dalla loro introduzione, lo scorso settembre.

"Siamo assolutamente contrari all'istituzione delle cosiddette Unità Territoriali di Gestione -  rimarca Pompignoli - non ne cogliamo l’utilità e il fine se non quello di innescare un ulteriore parcellizzazione all’interno degli Atc". Altrettanto critiche sono state le osservazioni rivolte alla delibera regionale dello scorso 22 gennaio che, secondo Pompignoli, ha “letteralmente messo a soqquadro le misure di prelievo e di conservazione delle specie nei siti natura 2000 (Sic e Zps) inserendo il divieto assurdo e discriminatorio di esercitare l’attività venatoria dopo le ore 16.00 in tutte le zone umide e nei corsi d’acqua nel raggio di 500 metri”. 

Il consigliere regionale del Carroccio infine rilancia il progetto di “due calendari venatori; uno per la Romagna e l’altro calibrato sulle specificità territoriali dell’Emilia” perché, conclude, "è evidente come sia impossibile, se non incorrendo in grossolani adeguamenti, coniugare in un unico testo le peculiarità faunistiche di nove differenti provincie".

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