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Candido (Prc): "Ritorna la speculazione, approvate 4 varianti urbanistiche in mezz'ora"

" al calare delle tenebre del 14 dicembre, dopo un estenuante Consiglio Comunale dedicato ai controversi debiti fuori bilancio, il Partito Democratico ha approvato 4 varianti al Piano Operativo Comunale, più di 450 pagine in meno di mezz’ora e praticamente senza dibattito"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Come nella peggiore tradizione della Democrazia Cristiana e dell’infausto ricordo del Sacco di Palermo, quando in un solo mese furono rilasciate più di 3000 licenze edilizie, al calare delle tenebre del 14 dicembre, dopo un estenuante Consiglio Comunale dedicato ai controversi debiti fuori bilancio, il Partito Democratico ha approvato 4 varianti al Piano Operativo Comunale, più di 450 pagine in meno di mezz’ora e praticamente senza dibattito.

Con l’orario di chiusura del Consiglio ampiamente scaduto, con le opposizioni quasi completamente assenti o contrarie all’approvazione e con una sparuta presenza di Consiglieri comunali il Partito Democratico, nel solco della peggiore tradizione democristiana, si è assunto una responsabilità enorme: quella di cementificare ampie parti del territorio forlivese tradendo completamente gli impegni assunti in campagna elettorale.

In tutte le varianti approvate, infatti, si prevede un’estensione delle superfici edificabili o sfruttabili come attività commerciali. A Pieveacquedotto si prevede la monetizzazione di un’area di mq 913 di verde pubblico, la modifica dell’altezza massima degli edifici: da 30 m a 50 m, l’aumento della superficie di vendita da 1500 mq a 5000 mq. Un vero e proprio colpo di mano portato avanti, contro tutti e tutto e, soprattutto, contro il buon senso.

In una città dove ci sono migliaia di edifici sfitti, enormi superfici commerciali completamente vuote, sovrabbondanza di pervasiva cementificazione, continuare ad urbanizzare in modo forsennato distrugge qualsiasi prospettiva di sviluppo economico e di armonia sociale. È evidente a tutti, infatti, che il Centro storico non sarà certo rilanciato da qualche luminaria o dalla pista di pattinaggio e le aree destinate al degrado aumenteranno esponenzialmente. Il 2015 si chiude un con triste epilogo: si è consegnata la città alla speculazione e agli interessi privati, abbandonando qualsiasi idea di armonica pianificazione urbana e facendo rientrare Forlì tra quei caotici agglomerati urbani che si vedono solo nei cosiddetti Paesi del Terzo mondo.   

Nicola Candido
Rifondazione Comunista Forlì

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