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Carceri, Morrone: "Stop sorveglianza dinamica, il Governo ascolti proposte della Lega"

Così in un post Facebook il deputato della Lega, Jacopo Morrone, già sottosegretario alla Giustizia nel governo Conte I

"In relazione all’emergenza sanitaria nazionale e alle gravi violenze che si stanno verificando negli istituti penitenziari, appare incredibile che si continui a mantenere il sistema di organizzazione della vita detentiva fondato sulle “celle aperte” e la “sorveglianza dinamica”. Tale modello di gestione, infatti, comporta un’ampia libertà di movimento dei detenuti nell’ambito degli istituti, per otto o anche dodici ore al giorno". Così in un post Facebook il deputato della Lega, Jacopo Morrone, già sottosegretario alla Giustizia nel governo Conte I.

"È evidente che, in tal modo, è molto difficile impedire assembramenti nei cortili passeggi o nei corridoi delle sezioni e, comunque, si incrementano i contatti fra detenuti assegnati a celle diverse - prosegue il deputato -. Tutto ciò appare in evidente contrasto con le più recenti direttive del Governo volte alla prevenzione del diffondersi del coronavirus. Anche dal punto di vista della sicurezza, è chiaro che l’organizzazione a celle aperte non è, allo stato, sostenibile. Basti pensare alle numerose e preoccupanti azioni di protesta violenta e di aperta rivolta, verificatesi in troppi istituti penitenziari. Tali azioni si sarebbero potute prevenire e contrastare meglio se  si fosse ripristinato un sistema di gestione dei detenuti più “chiuso” e controllato".

"Pertanto, al fine di proteggere la salute dei detenuti e per tutelare l’ordine e la sicurezza degli istituti penitenziari, si chiede l’immediata adozione di misure straordinarie quali : la sospensione del sistema fondato su celle aperte e sorveglianza dinamica, fino al termine delle esigenze di sicurezza e sanitarie. L’ organizzazione dell’accesso ai cortili passeggi per piccoli gruppi, in modo da ridurre i rischi di contagio. L’ applicazione dell’art. 41-bis, comma 1, dell’ordinamento penitenziario, agli istituti, o parti di istituto, ove – come prevede tale disposizione – si sia verificata una rivolta o comunque vi siano state gravi situazioni di emergenza; infine, la predisposizione di sezioni per le assegnazioni e i raggruppamenti cautelari di detenuti pericolosi, ai sensi dell’art. 32 del d.P.R. n. 230 del 2000, per tutte le altre strutture penitenziarie", conclude.

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