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"Case di riposo: “baratto”di anziani. Così il sistema collassa"

La riorganizzazione dei posti letto convenzionati, vale a dire con contributi a carico del Fondo Regionale della Non autosufficienza, è stato argomento all'ordine del giorno nell'ultimo Comitato di Distretto

La riorganizzazione dei posti letto convenzionati, vale a dire con contributi a carico del Fondo Regionale della Non autosufficienza, è stato argomento all’ordine del giorno nell’ultimo Comitato di Distretto. Sulla tema, sempre attuale, prende posizione il consigliere comunale e segretario provinciale Udc, Andrea Pasini, per evidenziare “come al presidente della Conferenza Sociale e Sanitaria, interessi al momento, solo la salvaguardia dell’ASP distrettuale e più in particolare l’inserimento, nella stessa ASP, dell’IPAB Zauli, da raggiungere tramite l’implementazione dei posti letto convenzionati a Dovadola ( 16 posti) e a Rocca ( 15 posti) con il trasferimento da altre strutture sulla falsa riga del vecchio “ baratto”, una specie di scambio tra anziani e disabili”

“Una simile prospettiva oltre al già approvato drastico taglio di 40 posti, colpirebbe, in maniera indiscriminata, le strutture pubbliche e private, comprese quelle del comune di Forlì, costringendo gli anziani forlivesi, bisognosi di risposte residenziali  (considerate la patologia e l’età) a lunghi e faticosi trasferimenti. E’ questo – sottolinea Pasini – il prezzo che l’intera comunità dovrà pagare per il salvataggio della Zauli di Dovadola e per sanare il bilancio dell’ASP distrettuale, premiando qualcuno e punendo altri. L’ASP quest’anno chiuderà con un “forzato” pareggio, ma dal prossimo anno stante cosi la situazione, chiuderà in rosso. Ricordo che fino a qualche anno fa, molte singole strutture chiudevano in pareggio. La politica del distretto è miope e senza prospettive, perché simili manovre metteranno in crisi altre strutture e tutto il sistema ne risentirà pesantemente. La tanto decantata collaborazione tra pubblico e privato – continua Pasini –  viene, quindi, cestinata per dare spazio a  un sistema  asfittico, privo di programmazione, di dialogo e di prospettive a lungo termine”.

Sempre secondo l'esponente UDC occorre intervenire  su un duplice versante: “A livello locale  occorre “ora” avere il coraggio e la responsabilità di scelte difficili, accorpando alcune piccole strutture almeno per vallata e mantenendo alternative assistenziali territoriali. Inoltre, invece di implementare i posti letto di alcune a discapito di altre, propongo la riduzione di 1 euro del contributo giornaliero all’integrazione delle rette, in quelle strutture ancora non in sofferenza ( circa 600 posti letto) utilizzando questo risparmio per il ripianamento dei debiti delle strutture che fanno parte dell’ASP,  ( 50%) e l’altra metà come contributo aggiuntivo, agli anziani che dalla città trovano posto solo in collina; a livello Regionale avanzando( documento di tutti i Sindaci della Conferenza Socio-Sanitaria) proposte  di modifica della legge istitutiva delle ASP e della normativa in materia di accreditamento,in quanto queste norme hanno portato solo più costi, più burocrazia e meno servizi agli anziani ospiti delle strutture”.

“Chi verifica la qualità dell’assistenza e il corretto utilizzo dei fondi pubblici nelle varie articolazioni in cui il FRNA si dipana, vale a dire il Distretto – conclude il segretario –  deve avere la  forza di effettuare scelte operative  efficienti ed efficaci, al fine di garantire, pur in momenti  di crisi e di difficoltà, la maggior  assistenza possibile alle categorie più fragili quali sono gli anziani non autosufficienti, non speculando per mere ragioni politiche, ma intervenendo costruttivamente sui grandi problemi del disagio sociale”.
 

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