Mucca uccisa a colpi di pistola, il M5S: "Dalla regione spiegazioni evasive"

"È incredibile come la Regione sostenga che il metodo con il quale fu uccisa la mucca scappata da una stalla a Forlì sia tra quelli approvati dal centro nazionale di referenza per il benessere animale. Noi continuiamo a pensare che uccidere un animale a colpi di pistola sia una pratica più consona al Far West che alla civile Emilia-Romagna". Sono queste le considerazioni di Silvia Piccinini e Daniele Vergini, rispettivamente capogruppo regionale e consigliere comunale a Forlì del MoVimento 5 Stelle, riguardo al caso della mucca uccisa lo scorso 19 giugno dagli agenti della polizia municipale dopo un lungo inseguimento.

Sulla vicenda, nelle scorse settimane, il MoVimento 5 Stelle aveva presentato un’interrogazione in Regione proprio per cercare di fare chiarezza sui metodi utilizzati per catturare l’animale, poi soppresso. "L'assessore Venturi, rispondendo alla nostra interrogazione, sostiene che il metodo di abbattimento rientra tra quelli approvati dal centro nazionale di referenza per il benessere animale - spiegano Piccinini e Vergini -. Nonostante quello che è successo si continua a voler far credere che l'animale sia stato abbattuto in un modo assolutamente cruento per garantire il suo benessere. Davvero incredibile".

"Negli stessi documenti citati dalla Regione, in ogni caso, è scritto chiaramente che si suggerisce una sedazione dell’animale prima dell’applicazione del colpo mortale, cosa che non è stata fatta, prolungando inutilmente la sofferenza dell'animale. In ogni caso la Regione non ha risposto nel merito anche sulle responsabilità e sulla dotazione di strumentazione per l'immobilizzazione tramite telenarcosi degli animali - concludono i due esponenti del MoVimento 5 Stelle -. Cosa sarebbe successo se, invece, di una mucca, fosse fuggito da un circo un animale feroce o un elefante? Non ci è stata data nessuna risposta su quali siano gli enti competenti e la procedura operativa da seguire in casi del genere".