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Caso nave Acquarius, flash mob degli studenti in Piazza Saffi di condanna al ministro Salvini

"Non possiamo tacere davanti al vile atto con cui il governo italiano ha voluto giocare una partita tutta interna all'Europa sulla pelle di piu' di 600 vite umane", dichiara il coordinatore dell'Unione degli Universitari di Forli', Giovanni Zannier

Gli studenti, e non solo, romagnoli, si sono mobilitati contro la decisione del ministero dell'Interno di chiudere i porti italiani alla nave Acquarius. In Piazza Saffi l'Unione degli Universitari ha organizzato un flash mob iper "condannare" l'iniziativa del Governo. "Non possiamo tacere davanti al vile atto con cui il governo italiano ha voluto giocare una partita tutta interna all'Europa sulla pelle di piu' di 600 vite umane", dichiara il coordinatore dell'Unione degli Universitari di Forli', Giovanni Zannier. Da qui il flash mob "Aprite i porti", con il fine di "sensibilizzare la popolazione riguardo quanto e' successo e portare avanti un messaggio di solidarieta' nei confronti di queste vittime".

Ha sposato l'iniziativa anche la Cgil. Per il sindacato "siamo ancora nel pieno di una interminabile campagna elettorale in cui si continua cinicamente a lucrare sulla paura e sulla percezione di in sicurezza di una popolazione stremata più dalla crisi che dai flussi migratori. La Cgil, da sempre sostenitrice dei valori della solidarietà, della pace e della cooperazione internazionale continuerà ad opporsi a scelte che portino all’affermazione di un paese chiuso, arroccato e intollerante, con sfumature xenofobe e derive razziste".

Caso nave Acquarius, flash mob in Piazza Saffi

La Cgil "condanna senza esitazioni la scelta del governo di chiudere i porti italiani ed esprime la propria indignazione verso atti che limitano il diritto di mobilità, sempre esercitato, anche da noi italiani, con buona pace di Salvini e Toninelli, nei secoli. Contravvenendo alle leggi del mare, al diritto internazionale, agli accordi presi in sede europea e internazionale, oltre che ai più elementari principi di solidarietà umana, il governo italiano si assume la responsabilità di mettere a repentaglio la vita delle 629 persone soccorse in mare, tra cui 7 donne incinte, 11 bambini e 123 minori non accompagnati. La decisione presa è la rappresentazione plastica di ciò che dovrebbe preoccupare tutti i cittadini italiani, non solo le “persone di buona volontà”. Infatti, uno dei primi atti del cosiddetto “governo del cambiamento” riporta ai peggiori incubi della storia del ‘900. Al governo italiano e ai suoi sostenitori chiediamo di non cancellare lo stato di diritto".

La Cgil, nel mobilitarsi, annuncia che "continuerà a contrastare quanti, in nome di una ideologia veteronazionalistica pensano che, chiudendo porti e frontiere, costruendo muri o attivando respingimenti, spariscano le diseguaglianze, le marginalità e le povertà che costringono milioni di persone, anche italiane ‐non lo si dimentichi ‐a spostarsi dal proprio luogo di origine per cercare condizioni di vita dignitose per se’ e per la propria famiglia".

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