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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Cava Magliano, il Pd: "Sbagliato riaprire. Dopo il parere della Provincia il Comune bonifichi l’area"

Attaccano i dem: "Pensiamo che la buona politica e la buona amministrazione debbano partire dalla conoscenza del proprio territorio"

"Dopo le osservazioni di Provincia e Regione, il Pae andava modificato". Così il Pd locale ed i Dem in Consiglio comunale. "A distanza di tre anni dalla discussione della prima versione del piano, le condizioni sono inevitabilmente mutate - sostengono i dem - e, di fatti, Provincia e Regione hanno segnalato la necessità di apportare dei correttivi, a partire dall’ambito estrattivo di Magliano, collocato nell’area d’interesse comunitario “Meandri del fiume Ronco”".

"La Provincia - continuano - aveva segnalato, già a fine 2019, la necessità che “l'amministrazione comunale rivalutasse l’inserimento nel piano dell’ambito di Magliano”, in quanto già stralciato da tempo, quasi vent’anni, dal piano delle attività estrattive infraregionale, e tenuto conto dell’importanza paesaggistica in cui lo stesso è collocato; parimenti la Regione, nel luglio 2019, aveva chiarito, in sede di Vinca, la necessità di spostare il frantoio, ancora sito a Magliano, al massimo entro cinque anni, mentre il Pae, approvato ieri, prevede la permanenza dell’attività di triturazione degli inerti per almeno nove anni".

"Nonostante la scadenza del Pae vigente al 30 giugno, la Giunta Zattini ha preferito tirare dritto, non accogliendo la richiesta di rinviare l’argomento al fine di rivalutare tali significativi aspetti, rifiutandosi, egualmente, di stralciare, su invito dei gruppi di centro sinistra, l’ambito di Magliano dal piano - proseguono i dem -. Quanto alla convenzione, siglata nel 2014, tra i cavatori ed il Comune, è di tutta evidenza che il parere della Provincia ne abbia superato e precluso il contenuto, aprendo alla possibilità di un accordo bonario fra le parti che escluda la riattivazione di Magliano; la scarsa rimanenza estrattiva di tale ambito, di circa 12 mila mc3 di materiale, ne rende, oltre all’aspetto ambientale, ancor più insensata la riattivazione dopo vent’anni".

"E’ bene precisare che la preoccupazione del contenzioso, multimilionario, dietro cui pare difendersi la Giunta Zattini riguarda, prevalentemente, il diverso ed altro Polo estrattivo di Vecchiazzano; questione superata, in quanto ne è stata comunicata dagli uffici la prossima attivazione - aggiungono -. Pensiamo che la buona politica e la buona amministrazione debbano partire dalla conoscenza del proprio territorio e dall'ascolto dei cittadini per elaborare soluzioni per il bene della comunità. Oggi le priorità sono sicuramente quelle della sostenibilità ambientale e sociale e se le condizioni mutano negli anni bisogna essere anche capaci di aggiornare le proprie decisioni".

"Pertanto - concludono - preso atto che l’amministrazione Zattini ha preferito non far votare l’immediata eseguibilità del piano, rinnoviamo l’urgenza e la necessità che si apra, in questo frangente temporale, al confronto immediato con i cittadini ed il privato, al fine di raggiungere un accordo che preveda la prossima bonifica dell’area. L’obiettivo è valorizzare, insieme ai Comuni confinanti, il valore naturalistico di questa zona, già meta di tanti cittadini, nonché tappa della Via Romea e Germanica, il cui valore turistico e paesaggistico è indiscusso".

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