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Centro storico, "No alle auto in piazza, ma pensiamo a spostare dal centro banche e uffici"

La riflessione arriva dal consigliere comunale del Pd Michele Bertaccini. "Perché non ragionare oggi per domani sulla possibilità, da un lato di portare fuori dal centro storico queste realtà e i loro i loro uffici e dall'altro, creare le condizioni perché si sviluppi un quartiere dei servizi che risponda alle esigenze di totale accessibilità"

“Se in centro troviamo buona parte degli uffici comunali, le poste e i più svariati istituti di credito è evidente che viva di giorno e di servizi, è evidente che alle 19 gran parte di questi esercizi con i relativi avventori chiudano i battenti ed è chiaro, che la vitalità del centro non possa limitarsi alle pause pranzo e non passi dall’apertura serale degli istituti bancari per sessioni serali con corsi sull’Homebanking  o momenti “ricreativi” mentre si è alle poste o in Comune”. La riflessione arriva dal consigliere comunale del Pd Michele Bertaccini.

“La domandi da porsi, in termini di progettazione amministrativa, a mio avviso è come superare questa situazione strutturale,  che di fatto limita le possibilità del centro e lo caratterizza inevitabilmente in una dinamica diurna e di servizi.  Se fra 10-15 anni dovremmo essere ancora qui a fare i conti con questi elementi non si potranno che ripetere più o meno le medesime dinamiche che, in ogni caso si scontrano con una realtà che contrasta con l’idea di un salotto, vivo e di qualità. Perché non ragionare oggi per domani sulla possibilità, da un lato di portare fuori dal centro storico queste realtà e i loro i loro uffici e dall’altro, creare le condizioni perché si sviluppi un quartiere dei servizi che risponda alle esigenze di totale accessibilità, gratuità e celerità che inevitabilmente stridono con le dinamiche di un centro storico.  - continua Bertaccini - I servizi offerti da questi istituti ed istituzioni giustamente richiedono spazi, tempi e momenti diversi da quelli che cerca un cittadino che vorrebbe andare nel salotto della propria città, gettare le basi perché queste due diverse ed entrambe legittime esigenze non entrino più in conflitto, sarebbe un grande passo per pensare di poter seriamente promuovere a pieno le potenzialità del nostro centro storico.  Pensare ad una “Movida” interessante e sostenibile,  ad un Città Universitaria insomma  ad un centro di qualità a misura d’uomo richiede senza dubbio coraggio e progettualità”.

“I progetti di lungo respiro, come la progettazione della mobilità o le scelte strategiche non si giudicano sulla base dei mesi impiegati per la loro presentazione quanto sulla base della loro efficacia. - rimarca il consigliere, riferendosi alle polemiche di questi giorni -  Progettare con studio, sulla base di elementi statistici, concreti e con il coinvolgimento del maggior numero di attori possibile non so se sia un modo di fare politicamente definibile ma, in ogni caso, ha il profumo del buon senso e questo mi piace. L’idea di un’amministrazione in ottica quasi messianica faceva sorridere già nel passato, ma oggi è assolutamente tragicomica, il centro vive della capacità di tutti i suoi attori di far sistema  non nell’attesa di una salvifica manna dal cielo. L’amministrazione deve prima di tutto garantire un impegno costante fatto di sostegno, vicinanza e disponibilità cosa che mi pare ci sia sin dal primo giorno della sua attività. Sul tema auto credo vada fatto di tutto per rendere la sosta economicamente più accessibile,  per diminuire i costi per chi in centro viene per lavoro, ragioniamo volentieri sul alcune corse di mini-bus ma, personalmente, alle auto in piazza preferisco di gran lunga lavorare affinchè ci siano locali, tavoli e musica sin sotto Saffi”.
 

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