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Centro, "più bus e riduzione dei prezzi dei biglietti": la ricetta di Rifondazione Comunista

"L’unica zona viva, ad oggi, è la parte iniziale di Corso Garibaldi - prosegue -. Poi, è necessario bloccare la spirale meno negozi, meno persone in centro, praticando una politica sui prezzi degli affitti dei negozi e delle case"

Allargare l'isola pedonale, favorire il trasporto pubblico, le biciclette e i parcheggi scambiatori. Queste alcune proposte avanzate da Rifondazione Comunista per il centro storico di Forlì. Entra nel merito della questione Chiara Mancini: "Ogni volta però si avanzano misure isolate ed improvvisate, mai politiche strutturali a medio e lungo termine. Alcune proposte concrete riguardanti la mobilità. Innanzitutto occorre allargare l’isola pedonale, invece che la Ztl, passeggiare nel centro storico con un bambino è quasi impossibile, le auto, anche se diminuiranno, continueranno a transitare, a discapito della vivibilità e a differenza di quanto accade nel centro commerciale".

"L’unica zona viva, ad oggi, è la parte iniziale di Corso Garibaldi - prosegue -. Poi, è necessario bloccare la spirale meno negozi, meno persone in centro, praticando una politica sui prezzi degli affitti dei negozi e delle case. E il comune può farlo in un solo modo: tassando di più gli immobili sfitti e di meno i proprietari che affittano. Oggi non è così e il consumo del territorio viene persino favorito, sono incoraggiate l’ulteriore cementificazione e l’esplosione urbanistica della città: un’ecatombe per il centro storico. Occorre, inoltre, favorire il trasporto pubblico, le biciclette e i parcheggi scambiatori".

Per Mancini è necessario "aumentare il numero degli autobus verso il centro storico e la riduzione del costo del biglietto, anziché, come è stato fatto, disporre la sosta gratuita o il pagamento dei parcheggi intorno al Centro. Ma perché queste misure abbiano successo occorre tempo e coerenza e devono essere accompagnate dal miglioramento dei servizi (scuole, spazi ricreativi, orari degli uffici e altro) e da un’offerta culturale e ricreativa legata al territorio e ai “saperi” dei forlivesi. Senza il coraggio dell’innovazione e una visione lungimirante e complessiva della città tutti gli investimenti saranno soldi sprecati".

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