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Chiusura di Eataly, il Pd: "Da solo non è stato sufficiente al rilancio del centro, serve un piano a 360 gradi"

"Ci rivolgiamo alla società che ha deciso la chiusura del punto vendita locale, chiedendole di assicurare il pieno e proficuo coinvolgimento dei sindacati e delle istituzioni locali"

“I numerosi interventi di questi giorni sulla chiusura della sede forlivese di Eataly confermano quanto questo episodio sia emblematico della serissima crisi che stiamo attraversando, che richiede però un approccio innovativo, che guardi avanti, perché quando usciremo dalla pandemia nulla sarà come prima. In questa vicenda il Partito Democratico di Forlì ha innanzitutto a cuore il destino dei lavoratori rimasti disoccupati e delle loro famiglie. Per questo motivo, ci rivolgiamo alla società che ha deciso la chiusura del punto vendita locale, chiedendole di assicurare il pieno e proficuo coinvolgimento dei sindacati e delle istituzioni locali, affinché si individuino i percorsi più rapidi ed efficaci per il ricollocamento degli ex dipendenti Eataly”: è quanto dice una nota dell'Unione Comunale del Pd di Forlì sulla chiusura di Eataly in piazza Saffi. Il Pd protesta contro la “modalità alquanto discutibile” con cui i 31 lavoratori sono stati informati. 

Ed ancora: “Contestualmente, desideriamo anche appellarci alla Fondazione Cassa dei Risparmi, primo promotore dell’arrivo in città del gruppo Eataly, perché, dove possibile, riesca nuovamente a farsi fautore dell’occupazione dell’edificio da parte di attività e soggetti idonei a creare opportunità di sviluppo economico, sociale e culturale, del nostro centro cittadino.

E sul centro storico aggiunge: “Le difficoltà di ridare vita e slancio a spazi centrali nella vita della città (piazza Saffi appunto) e ripensare il rilancio del centro storico: una riflessione avviata da anni, ma mai risolta, per la sua complessità e, inutile nasconderlo, per il contrapporsi di posizioni anche ideologiche che non hanno mai trovato un luogo di confronto pubblico tra le istanze di tutti i soggetti e i bisogni in causa. Come PD cittadino abbiamo avviato un percorso di approfondimento, studio e confronto interno che ha l’obiettivo principale di attivare un dibattito pubblico nella città, non appena saranno ripristinate le condizioni per gli incontri in presenza, perché crediamo fortemente nella necessità di un contatto diretto su un tema così articolato e complesso”.

“Il presupposto di partenza della nostra riflessione è che il rilancio del Centro Storico debba essere affrontato a 360°, che integri in un’unica visione organica i temi della qualità della vita con le politiche per la residenzialità, la qualità e l’accessibilità dei servizi e la fruibilità degli spazi, degli eventi.  Il rilancio del centro storico non può essere confinato al dibattito sull'accesso e il transito delle auto dei privati – senza distinzione tra residenti e non - e dei bus o del sostegno alle sole attività commerciali. Lo stesso progetto di Eataly, seppure ambizioso e “nuovo” per il nostro contesto locale, da solo non è stato sufficiente e non è stato in grado di creare l'effetto trainante auspicato. Altre esperienze negli anni hanno dimostrato (ricordiamo quelle di Via Giorgio Regnoli o Piazza Cavour) quanto determinante sia il coordinamento tra iniziativa privata, istituzioni e cittadini”.

“A questo proposito, ci sembra positivo che nel dibattito cittadino di questi giorni sembra esser tornato l'accento sulle politiche abitative. A questo ci ricolleghiamo per sottolineare come le esperienze positive degli ultimi anni si sono realizzate quando c’è stato un lavoro condiviso, inclusivo, attento ai diversi bisogni. Torniamo ad utilizzare quel metodo, aperto, per l’intero Centro Storico, per i suoi residenti e i suoi fruitori, valorizzando le peculiarità dei quartieri e le loro vocazioni, dentro a una visione complessiva della nostra città che rimetta “al centro” la qualità e la bellezza della vita e della fruizione del centro storico. La storia ci insegna che le grandi crisi possono essere occasione per una grande rinascita: facciamo sì che questo avvenga anche a Forlì e apriamo un dibattito pubblico tra tutti gli attori in campo per costruire un progetto di rilancio del Centro Storico, uscendo dagli uffici dell'amministrazione e delle associazioni, coinvolgiamo i cittadini e confrontiamoci con le buone prassi e le politiche che hanno avuto successo in Italia e in Europa”.

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