Covid e code, Di Maio: "Sì a presidi territoriali per i tamponi". Pompignoli (Lega): "Trovare soluzioni concrete"
"Non è il momento delle polemiche, soprattutto da chi ha ruoli istituzionali, ma del lavoro di squadra", evidenzia Di Maio
Punti territoriali di svolgimento dei tamponi (meno impegnativi dal punto di vista logistico dei vaccini), presidi settimanali in giorni e orari stabiliti per consentire alla popolazione più lontana dai centri urbani di vaccinarsi vicino a casa, ma punti vaccinali permanenti sono irrealizzabili. E nel frattempo attivare percorsi differenziati per chi deve accedere agli hub più importanti per tamponi o vaccini, un maggior coinvolgimento delle farmacie e dei medici di base, valutare anche un maggior protagonismo degli operatori privati. E' il senso della posizione del deputato romagnolo Marco Di Maio a fronte delle difficoltà logistiche dei giorni scorsi registrare nei principali hub vaccinali del territorio.
"Non giova alla campagna vaccinale dipingere l'organizzazione approntata dagli operatori sanitari del nostro territorio come un colabrodo - afferma il parlamentare -. Qualche giorno di disagio a fronte di quasi due anni di lavoro in prima linea, meriterebbero una visione un po' meno superficiale. Il grosso del problema in questo momento è la sommatoria tra un picco di richieste di tamponi e la ripresa della campagna di vaccinazione con le terze dosi".
"Facendo i conti con il limitato personale a disposizione e che sta svolgendo un lavoro immane, egregio e con grande passione e dedizione - prosegue -, è inimmaginabile riaprire i punti vaccinali permanenti delle vallate come è avvenuto durante la prima fase della campagna vaccinale. Intanto perchè in quella fase si utilizzarono locali che erano chiusi al pubblico e che invece ora sono nella loro piena operatività (ad esempio i teatri); e poi perchè per lungo tempo quei punti hanno lavorato molto al di sotto delle loro capacità, per carenza di accessi".
"Mentre può essere logico intensificare la possibilità di tamponi sul territorio, che richiedono uno sforzo logistico meno gravoso rispetto ai vaccini - afferma - occorre anche ipotizzare percorsi di accesso agli hub principali di vaccinazione della Romagna differenziati per chi deve fare un tampone e per chi deve effettuare un vaccino".
"Serve un approccio multiforme, che ripristini il metodo delle prenotazioni (in vigore da lunedì, ndr) per un più ordinato accesso agli hub vaccinali, che già servirebbe a sfoltire le file per i vaccini - prosegue il parlamentare -; che attivi in maniera più efficace i medici di base presenti sul territorio; che valorizzi il ruolo delle farmacie; che magari coinvolga in maniera più diretta anche gli operatori privati; e, infine, che preveda una presenza programmata in alcune specifiche giornate di professionisti dell'Ausl nei comuni di vallata".
"Dunque è ragionevole, stante il numero limitato di personale a disposizione, pensare a dei giorni dedicati e adeguatamente pubblicizzati verso la popolazione interessata attraverso specifiche campagne informative - propone il parlamentare -, in cui professionisti dell'Ausl si recano in apposite strutture nei Comuni di vallata per effettuare le vaccinazioni, eventualmente anche ad accesso libero e senza prenotazione, limitatamente alla giornata di attivazione".
"Non è il momento delle polemiche, soprattutto da chi ha ruoli istituzionali, ma del lavoro di squadra - richiama il parlamentare -. A maggior ragione sapendo che siamo di fronte ad un'emergenza in cui il personale medico, sanitario, tecnico e amministrativo della nostra sanità sta svolgendo da quasi due anni un lavoro prezioso e in condizioni di fortissima pressione".
Il commento del consigliere regionale Pompignoli (Lega)
Sulla questione, sulla quale si era già pronunciato domenica, torna il consigliere regionale della Lega, Massimiliano Pompignoli: "Condivido con il parlamentare Di Maio, in un momento così delicato per la nostra comunità, l’appello a fare squadra per individuare soluzioni concrete, rapide ed efficaci, volte a superare un’evidente fase di crisi nella campagna vaccinale. Non mi ritrovo però nel suo intransigente diniego a riaprire, se dotati di adeguato personale sanitario, i centri vaccinali di vallata che hanno giocato un ruolo determinante nella prima ondata. Io credo che i suoi ragionamenti, almeno in parte e per quanto riguarda il maggiore coinvolgimento delle farmacie e dei medici di base e la realizzazione di percorsi differenziati per chi deve effettuare un tampone o sottoporsi alla terza dose, possano ragionevolmente coesistere con la riapertura di questi presidi, nell’ottica di un’ottimizzazione della macchina vaccinale e di un alleggerimento del carico di lavoro del personale di via Punta di Ferro. Personale medico e sanitario che mai, in nessuna dichiarazione del sottoscritto, è stato svilito, offeso o contestato per il metodo, gli sforzi e le procedure organizzative di questi mesi".
Argomenta Pompignoli: "Nessuno ha mai messo in dubbio la passione, le competenze e la professionalità di queste persone, impegnate in sacrifici quotidiani e in situazioni di tensione altissima. Il discorso è un altro e verte su un dato oggettivo che esula dall’attività dei sanitari. L’hub di Forlì, nei giorni scorsi e limitatamente ad alcune fasce orarie, è stato preso d’assalto da cittadini di tutto il comprensorio e il motivo non è da ricercarsi nell’incapacità gestionale di qualcuno ma nel mix esplosivo di richieste vaccinali per la somministrazione della terza dose e nuove procedure di tracciamento in ambito scolastico. Questa è una situazione incontestabile che, in questi termini, non è stata prevista e di conseguenza ci ha trovato impreparati su più fronti. Ora è il momento di correggere il tiro e di trovare soluzioni concrete che vadano nella direzione di aiutare le persone più fragili ed isolate delle vallate, soprattutto gli anziani, costrette a ‘scendere’ fino a Forlì per proteggersi dal virus e farsi il vaccino. Per farlo, è necessario un coinvolgimento diretto della Regione, poiché solo con il supporto dell’Assessorato alla sanità e il senso di responsabilità della politica locale le aziende sanitarie del territorio potranno risolvere situazioni di disagio e di malessere".