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Col governo M5S-Pd come cambiano gli equilibri politici a Forlì: da avversari a colleghi di maggioranza

La principale novità è per Di Maio, che passa dal ruolo di parlamentare di opposizione a quello di maggioranza, ruolo che ha rivestito per tutta la legislatura precedente

Con la nascita del governo M5S-Pd si modificano gli equilibri “geo-politici” della città di Forlì. C'è da dire che Forlì gode, nel panorama romagnolo e italiano, di una posizione invidiabile per quanto riguarda la sua rappresentanza nei palazzi romani. Venendo da una tradizione di scarsa rappresentanza, nell'ultima legislatura ha invece eletto deputati in tutte e quattro i principali schieramenti, Jacopo Morrone per la Lega (poi divenuto Sottosegretario alla Giustizia), Simona Vietina in Forza Italia, Marco Di Maio per il Pd e Carlo Ugo de Girolamo per il Movimento 5 Stelle. Se fino a Ferragosto il primo e l'ultimo erano il riferimento per la maggioranza, ora cambia la geometria: Morrone sarà il rappresentante di opposizione e Di Maio e De Girolamo rappresentanti di maggioranza. Questo significa anche che la maggioranza di centro-destra di Forlì perde il suo riferimento per il Governo.

La principale novità è per Di Maio, che passa dal ruolo di parlamentare di opposizione a quello di maggioranza, ruolo che ha rivestito per tutta la legislatura precedente. Sostegno al nuovo governo? “E' un governo di necessità – spiega il dem -, un governo per avere una Legge di bilancio che eviti l'aumento dell'Iva e una tempesta finanziaria con conseguenze sui risparmi degli italiani. Questo governo non nasce a Bruxelles, come dice Salvini, ma da uno stato di necessità causato da Salvini stesso, voluto sulla spiaggia del Papeete. E' un dovere provarci”.

C'è però chi ha in mente, tra i vertici del Pd, un'alleanza stabile e organica coi 5 Stelle, in molti lo reputano una sorta di “ritorno all'ovile” dei pentastellati. E' così? “E' prematuro parlare ora di un'alleanza organica, siamo forze politiche contrapposte, l'alleanza di governo è un'operazione prevista dalla Costituzione, normale in una repubblica parlamentare, dove è il Parlamento la sede in cui si formano le maggioranze anche tra forze politiche che mettono da parte le divisioni. Certamente si preferirebbe che ciò non accadesse, ma non è un governo né più, né meno innaturale di quello tra Lega e 5 Stelle, con la Lega che – lo ricordiamo – resta la terza forza in Parlamento e che ha formato il precedente governo rompendo la sua alleanza di centro-destra, e rendendolo possibile grazie anche a parlamentari eletti con i voti di Forza Italia e Fratelli d'Italia nei collegi uninominali, come per esempio è avvenuto alla mia collega deputata della Lega di Rimini”.

Di Maio si troverà nelle stesse fila a sostenere il governo con un altro deputato forlivese, Carlo Ugo de Girolamo, del Movimento 5 Stelle: “Ci siamo trovati tante volte su posizioni diverse, ma personalmente ho con Carlo un rapporto buono, gli riconosco un approccio sempre rispettoso e mai denigratorio”. Opinione che De Girolamo contraccambia: “Con Marco Di Maio ho un ottimo rapporto, tra di noi, nelle differenze, c'è lealtà che non è nei confronti di un avversario, ma semplicemente di un esponente di un altro partito. Su diverse questioni abbiamo lavorato in modo sereno, pacato e leale”. Ma De Girolamo va anche oltre: “Fin da subito ho incontrato il sindaco Zattini e mi auguro che i nuovi equilibri di governo, se si realizzeranno, non causino una chiusura netta”. L'auspicio del deputato pentastellato, infatti, è che “col dialogo e il confronto tutta la politica faccia un passo in avanti, mai come ora ce n'è bisogno, dopo un dibattito svilito da slogan semplicistici e un uso inappropriato dei simboli religiosi”. Salva anche il lavoro coi parlamentari della Lega: “Con loro in commissione abbiamo lavorato in modo intenso e leale, come dice Luigi Di Maio non rinnego il lavoro fatto. Ma la svolta, quella sì sleale del loro leader, che ha mancato agli impegni presi un anno fa, finisce per far ricadere la colpa anche sui suoi parlamentari”.

Governo possibile col Pd? Il deputato 5 Stelle non chiude la porta: “Si può fare. Ci sono 20 punti posti da Luigi Di Maio al premier incaricato Conte, con l'ambiente che è la nostra prima stella, per fare dell'Italia una terra 100% green e sostenibile. Delrio ha fatto numerose aperture sul tema degli inceneritori e altri temi ambientali, la questione ambientale può essere un collante per un governo in discontinuità rispetto alla precedente forza politica che governava con noi. Su questo ci può essere un cambio di passo”. Inceneritori e rifiuti sono un tema caldo anche e soprattutto a livello locale, con le posizioni del Pd forlivese, con la creazione di Alea, che sono più avanzate rispetto a quelle del Pd nazionale. Una base di convergenza e di future alleanze anche locali? “Ci possono essere punti di ricaduta su cui lavorare assieme, anche se lo stesso Zattini ha fatto aperture in tal senso, mettendo in discussione l'inceneritore”. Aggiunge però: “Se invece per alleanze organiche si fa riferimento a possibili patti di desistenza alle elezioni più prossime, quelle dell'Emilia-Romagna allora no, non ci sono ipotesi di accordo e il M5S correrà da solo, come è stato già detto”.

In ogni caso, conclude il ragionamento De Girolamo: “Ci sono ancora dei veti, ma sedendosi ad un tavolo si potranno risolvere. Siamo stati eletti per risolvere i problemi concreti dei cittadini, se nascerà un governo dovrà essere su un programma omogeneo comune, cercando vere e proprie convergenze, abbandonando l'idea di contratto, che non ha funzionato. Mi auguro che si possano trovare convergenze importanti. Da parte del Pd vedo la disponibilità a mettere da parte il livore che ha espresso in passato nei nostri confronti”.

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