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Si mette in moto la macchina del congresso Pd, per sostenere Elly Schlein rientrano nel partito la sindaca Allegni e Vico Zanetti (Anpi)

Entra nel vivo, anche a Forlì, la campagna congressuale del Partito Democratico e il primo a presentarsi è il comitato forlivese “Parte da noi” a sostegno della candidatura di Elly Schlein

Entra nel vivo, anche a Forlì, la campagna congressuale del Partito Democratico e il primo a presentarsi è il comitato forlivese “Parte da noi” a sostegno della candidatura di Elly Schlein al vertice della segreteria nazionale del Pd. Per ora a contendersi il ruolo lasciato da Enrico Letta ci sono Stefano Bonaccini, Elly Schlein,  Paola De Micheli e Gianni Cuperlo. Le tappe del congresso vedono il 27 gennaio come tappa ultima per presentare le candidature nazionali, per poi avviare un percorso di votazioni nei circoli che si terrà per tutto il mese di febbraio.

E se lo sforzo è tutto diretto alla massima carica interna al Pd, un occhio guarda alle prossime elezioni del 2024 a Forlì, dove il Pd si troverà a sfidare il sindaco uscente Gian Luca Zattini, che con ogni probabilità sarà ricandidato. “Il congresso non è un rallentamento, ma sarà un'occasione per raccogliere le migliori competenze, soprattutto ora che, dopo il rimpasto, la giunta si è spostata più a destra e le forze moderate perdono di identità”, spiega Maria Teresa Vaccari, segretaria comunale Pd.

La presentazione del comitato a favore di Schlein segna inoltre il rientro nel Partito Democratico di due esponenti che lo avevano lasciato nel 2017, quando  il partito era permeato dal “renzismo”: Gessica Allegni, sindaca di Bertinoro, e Vico Zanetti che è anche segretario comunale dell'Anpi, l'associazione nazionale partigiani.

“Rientro, è il momento di dare una mano fin da subito ad amici con cui ho mantenuto un rapporto, dopo essere uscita dal partito che ho contribuito a fondare, in contrapposizione ad una stagione renziana che ho contrastato, finché c'ero, dentro il partito. Poi ho sviluppato un percorso fuori dal partito per una sinistra progressista, che non è andato in porto. Ma la mia maggioranza a Bertinoro rappresenta un'alleanza estesa che, oltre al Pd, arriva a Verdi e Rifondazione Comunista. Voglio partecipare a questo congresso dando una mano ad Elly e ad un processo che sarà lungo, di ricostruzione e di ripensamento, per restituire identità a una sinistra che da troppo tempo non riesce a dare rappresentanza a tanti che si sono allontanati”. Per Zanetti, che si iscriverà al circolo Pd del centro storico, il Pd “deve uscire da un'impasse storica in cui la parola 'sinistra' è diventata un tabù”.

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A sostenere la mozione Schlein, oltre ai tre coordinatori Maria Teresa Vaccari (segretaria comunale Pd), Moreno Zoli (referente forlivese delle 'Sardine') ed Enzo Valbonesi, erano presenti anche Sara Pignarari, assessore a Forlimpopoli,  Pier Luigi Flamigni (che ha animato la lista civica di Giorgio Calderoni), Massimo Zoli (ex segretario comunale), Daniele Cortesi (comitato 'No Megastore'). Hanno aderito al comitato forlivese, ancora in fase di formazione anche Edoardo Polidori, già direttore del Sert di Forlì e Rimini e Sara Conficconi (comitato 'No Megastore').

Presenta la mozione Maria Teresa Vaccari: “Oltre 18 mila persone in tutta Italia si sono iscritte al portale “Parte da noi” per dare il proprio contributo al percorso costituente del nuovo Partito Democratico, per costruire un'alternativa alla peggiore destra di sempre e per scrivere una pagina di futuro diversa, che sia progressista, europeista, e che consideri inscindibili giustizia sociale e climatica, diritti sociali e diritti civili”. Ed ancora: “La fase costituente che non dovrà esaurirsi con la conclusione del congresso, ma dovrà proseguire anche dopo perché non basta cambiare la classe dirigente una volta, se giorno dopo giorno non coltiviamo il coraggio di lavorare insieme per cambiare il modello di sviluppo, aprendoci e coinvolgendo le energie migliori, fuori dagli schemi paternalistici e autoreferenziali che hanno troppo spesso solo garantito traiettorie personali”. 

Aggiunge Moreno Zoli che proviene dal movimento delle 'Sardine': “Moltissimi non tesserati l'hanno auspicata ed ora è arrivata la candidatura di  Elly Schlein. Nei movimenti dell'attivismo politico in pochi votano Pd, pur sentendosi di sinistra:  c'è chi si trova rappresentato nei 5 Stelle, chi non vota, chi ha scelto anche la Lega quando abbiamo lasciato il campo davanti alle fabbriche. Elly Schlein non rappresenta un sasso nello stagno del Pd, ma di tutta la politica, ha le idee chiare e sa come riportare il Pd più a sinistra”. Così anche Enzo Valbonesi: “Ci preoccupa la piega che ha preso il congresso, con i militanti che tornano a sentirsi rassicurati dall'uomo forte”.

Gessica Allegni torna quindi nel Pd con un'identità ben definita. E se da una parte spiega che “Bonaccini è un amministratore concreto ed efficiente e per questo può trovare il forte sostegno da parte degli amministratori pubblici e può permettere una ripartenza nel breve periodo”, dall'altra “Elly Schlein è una svolta in più, una scelta più coraggiosa, perché dobbiamo capire a chi parliamo”. “La candidatura di Elly offre un'opportunità di riscatto e di risveglio che io penso vada colta, perché è questo il momento di aprirsi, contaminarsi e lavorare insieme per recuperare credibilità e un rapporto vero con le persone, le realtà sociali, una generazione a  cui dobbiamo dare voce in una fase storica difficilissima come quella che stiamo vivendo”, conclude.

I temi delle alleanze e delle correnti rischia però di consumare il confronto congressuale. “Personalmente ho ritenuto un errore non mantenere un dialogo con i 5 Stelle. Attualmente i 5 Stelle occupano un spazio che è della sinistra, ma per quanto tempo riusciranno a tenere questo campo?”, chiede Allegni, mentre Valbonesi indica la necessità di guardare “in modo dinamico” ad una evoluzione del quadro politico. Le correnti? “Se sono cordate per la spartizione del potere sono una debolezza. Lo dimostra il fatto che nelle elezioni di settembre avevamo il programma elettorale più avanzato da quando è nato il Pd, ma non è state ritenute credibili le persone che lo sostenevano”, conclude Vaccari. 

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