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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Commemorazione Borsellino, lo Giudice e D'Aiello (Ugl): “Penetrazione mafie in Romagna, tenere alta la guardia”

Così Filippo Lo Giudice, segretario territoriale dell'Ugl di Forlì-Cesena-Rimini-Ravenna, in occasione dei 29 anni dalla strage di Via D’Amelio

"Il sacrificio di Paolo Borsellino, eroe antimafia morto per difendere la giustizia nel nostro Paese, è una testimonianza di straordinario valore civile che deve essere di esempio soprattutto per le nuove generazioni. In tal senso, è cruciale promuovere l’educazione al valore della legalità a partire dalle scuole". Così Filippo Lo Giudice, segretario territoriale dell'Ugl di Forlì-Cesena-Rimini-Ravenna, in occasione dei 29 anni dalla strage di Via D’Amelio: "Altresì, il tema della pervasività delle mafie nel tessuto sociale e produttivo sano del Paese, incluso il Nord e l'Emilia-Romagna, deve essere sempre al centro dell'analisi istituzionale e politica, perché senza legalità non c'è giustizia e col predominio della criminalità si mina alle fondamenta la credibilità e la sopravvivenza stessa di uno Stato di diritto".

"Le ultime statistiche della Dia (Direzione investigativa antimafia) riportano che le imprese destinatarie di provvedimenti restrittivi sono centinaia, così come riguardano ormai tutte le province dell'Emilia-Romagna le cosiddette 'interdittive', ovvero le aziende bloccate dalle varie prefetture perché in odor di mafia, già attive sul mercato e pronte a ritagliarsi nuovi spazi nell’economia legale - prosegue Lo Giudice -. Ed ora con l’attuale crisi economica provocata dalle stringenti misure anti-Covid il rischio ’contagio’ è maggiore. L’avvento del Covid non ha fatto altro che velocizzare, portando alle estreme conseguenze, pratiche diffuse di irregolarità e di convenienze tali da confermare forti criticità nella tutela delle persone, soprattutto in alcuni settori e filiere produttive, come ad esempio l’agricoltura, la logistica e l’economia dei servizi".


“E' necessario un approccio sistemico ed integrato di vigilanza, di lotta al lavoro irregolare e al riciclaggio, di prevenzione e di formazione a tutti i livelli, a partire dalle scuole: la legalità presuppone educazione ed assunzione di responsabilità di fronte ai rilevanti rischi di dispersione, di devianza e di disagio socio-economico - continua D'Aiello -. Partendo proprio dai più giovani è possibile sviluppare una maggiore capacità critica nei confronti dello sfruttamento e della violenza. E per aumentare la crescita economica della Nazione, ridurre le disuguaglianze ed evitare che interi segmenti generazionali scompaiano nelle maglie dell’economia sommersa è necessario investire nell’inclusione lavorativa e nella legalità. Sì, perché senza legalità non esiste giustizia sociale: come ci insegna questa grande ed onerosa eredità etica affidataci dal martirio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino".

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