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Meldola, comune condannato. "Noi Meldolesi": "Nè vinti, nè vincitori"

Valentini manifesta "con rammarico" il suo "disappunto alla minoranza e ad alcuni cittadini che hanno gioito alla notizia della sentenza di annullamento"

"Non ci sono nè vinti, nè vincitori". Così Cesare Valentini, presidente di Noi Meldolesi, interviene in merito alla sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale dell'Emilia Romagna contro il Comune di Meldola, che ha ritenuto illegittima l’aggiudicazione dell’appalto di servizi di pulizie all’Istituzione Davide Drudi, condannando il Comune alla refusione delle spese legali.

Valentini manifesta "con rammarico" il suo "disappunto alla minoranza  e ad alcuni cittadini che hanno gioito alla notizia della sentenza di annullamento. Il Comune di Meldola aveva assegnato, tramite bando pubblico, ad una cooperativa sociale, regolarmente iscritta, l’appalto dei lavori con un risparmio di circa 80mila euro euro che, alla luce della sentenza verranno a mancare nelle casse comunali, a discapito di tutti i cittadini meldolesi. Le critiche continuano a riferirsi alle presunte deficienze del bando di gara che è totalmente estraneo alla vicenda e, peraltro, conteneva sia la clausola sociale, sia le condizioni di salvaguardia dei lavoratori".

"Noi Meldolesi", prosegue Valentini, "dà il pieno appoggio all’amministrazione Zattini ed ai funzionari che hanno, in primo luogo, voluto la tutela di tutti i lavoratori al momento in servizio presso la struttura, garantendo ad essi la continuità di lavoro. Il contenzioso ha interessato invece l’offerta per un intreccio normativo di difficile interpretazione e che tutt’ora continua a suscitare dubbi nonostante la decisione del Tar, che "Noi Meldolesi" chiaramente rispetta. D’altro canto anche se l’appalto non fosse stato a miglior ribasso, ma con l’offerta economicamente più vantaggiosa, il problema sarebbe stato identico in quanto l’offerta sarebbe stata tecnicamente da preferirsi per il divario delle condizioni economiche con le altre".

"Sono convinto che se si fosse deciso diversamente il contenzioso sarebbe stato certo lo stesso, poiché lo avrebbe mosso la ditta prima classificata e oggi la minoranza farebbe le stesse critiche con l’ulteriore accusa di aver aggiudicato l’appalto senza curare l’interesse dell’amministrazione", conclude il presidente di "Noi Meldolesi".

Sulla questione interviene il guppo di minoranza “Con Pantoli al lavoro per Meldola”, reputando "offensivo e non rispondente a realtà l’affermazione che qualcuno avrebbe gioito per la sentenza del Tar. L’opposizione non ha fatto altro che svolgere il proprio ruolo intervenendo, prima del Tar, su un’aggiudicazione che appariva palesemente non corretta e manifestando i propri dubbi e perplessità oltre ad invitare la maggioranza a far attenzione. Certo, questa maggioranza pare non prendere bene le critiche e nemmeno il fatto di aver torto. Il gruppo di minoranza ha fatto semplicemente il proprio lavoro vigilando e  dissentendo da ciò che non condivide. Appare evidente dalle affermazioni del presidente Valentini che non ha molta dimestichezza con gli appalti e con le leggi che li regolano. Il calcolo dell’anomalia avrebbe immediatamente escluso l’offerta presentata dalla cooperativa Opera evitando il contenzioso che si è venuto a creare".

"Per definizione poi, vorremmo ricordare che l’offerta anomala è un’offerta anormalmente bassa rispetto all’entità delle prestazioni richieste dal bando e che, al contempo, suscita il sospetto della scarsa serietà dell’offerta medesima e di una possibile non corretta esecuzione della prestazione contrattuale, per il fatto di non assicurare all’operatore economico un adeguato profitto - prosegue il gruppo di minoranza -. Parlare poi di 80.000 euro di cui i cittadini di Meldola avrebbero beneficiato è come parlare del sesso degli angeli dal momento che sono solo virtuali e collegati ad un’offerta che non doveva essere presa in considerazione.A quanto pare, stavolta, il “buon padre di famiglia” ha ecceduto nel risparmio a discapito dell’applicazione delle norme".

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