La neosegretaria Allegni: "Spaccature? Vedo un Pd cambiato. E sul candidato sindaco qualche idea ce l'ho..."
"Questa sfida delle prossime elezioni non possiamo sbagliarla e dobbiamo presentarci con tutte le forze possibili che possiamo mettere in campo per risalire la china”
Manca solo la ratifica dell'assemblea territoriale, ma i voti del congresso del Partito Democratico forlivese indicano chiaramente che Gessica Allegni, 41 anni, sindaca di Bertinoro, è la nuova segretaria del Pd locale. Partito da cui era uscita nel marzo 2017, con la scissione di 'Articolo 1' dal Pd targato Matteo Renzi, poi transitata in altre formazioni politiche di sinistra – per le quali è stata assessora, sempre a Bertinoro, nella giunta precedente di Gabriele Fratto – e poi rientrata nel Partito Democratico ad inizio 2023, per sostenere la candidatura di Elly Schlein, poi diventata segretaria nazionale.
Il voto nei circoli del Pd è stato a macchia di leopardo. Allegni ha vinto con 510 voti di iscritti, contro i 403 del contendente Alessandro Gasperini, il che significa un'assemblea territoriale formata da 59 delegati sostenitori di Allegni e 50 di Gasperini. Una vittoria netta, anche se non plebiscitaria. Gasperini ha fatto suoi circoli storici come Ca' Ossi (6 delegati su 7 posti disponibili), San Martino in Strada (6 delegati su 9), Ospedaletto (5 delegati su 9), Cava (2 delegati su 2). Di converso Allegni ha vinto nel circolo della Cervese (6 delegati su 7), Bussecchio (4 su 5) Ronco (3 su 5), Resistenza (4 su 7), Vecchiazzano (3 su 4), ma molto anche nel comprensorio: 7 delegati su 7 disponibili di Santa Sofia, 3 sui 3 disponibili a Bertinoro, 5 su 9 a Forlimpopoli. Parità nel centro storico di Forlì.
Primo dossier sul tavolo di Allegni, le candidature per le elezioni comunali del prossimo giugno, tra cui quella a Forlì che dovrà fronteggiare il sindaco uscente di centro-destra Gian Luca Zattini.
Allegni, che tempi e che modi per la scelta dei candidati sindaco?
“Il grosso delle mie intenzioni le dichiarerò all'assemblea territoriale, quando si insedierà. Posso dire che ci sarà un confronto prima di tutto dentro il partito e poi con le altre forze politiche, con alcune delle quali ci sono già contatti. Prima di tutto sentirò tutte le forze rappresentative del centro-sinistra, per capire se ci sono le condizioni programmatiche per portare avanti un percorso condiviso, proponendo loro ipotesi di nomi e ascoltando anche eventuali loro proposte. Il tempo è poco e non ne abbiamo per tirare fuori il coniglio dal cilindro. Mi auguro di condividere una candidatura che sia conosciuta, autorevole, che prescinda dall'età, che rappresenti un programma comune e che possa avere un suo consenso tra la gente. Mi impegno a fare il prima possibile”.
Ha qualche nome in testa, pare di capire
“Qualche idea ce l'ho, ma andrà condivisa nel partito che ad ora non ha ancora gli organismi e non sarebbe corretto avanzare proposte a titolo personale”
Sono passati 4 anni e mezzo da quando il Pd è finito all'opposizione. Non è un tempo che è stato impiegato per costruire poco alla volta e rendere autorevole una candidatura già formata, costringendo ora a dover cercare in fretta un candidato. Si è persa una possibilità?
“Questo purtroppo è un limite riscontrato negli anni in altre situazioni. Fa parte di un cambiamento che dobbiamo mettere in atto nel nostro partito, perché non è che si debba prevedere chi sarà candidato a cosa nei prossimi dieci anni, ma sicuramente dentro le istituzioni bisogna far crescere e costruire una classe dirigente che sia responsabilizzata, che non si riconosca unicamente in un segretario, ma che contribuisca a dare una prospettiva al partito. Anche come sindaco, a Bertinoro, ho cercato di mettere assieme nella mia giunta esperienza e rinnovamento, con l'intenzione di far crescere persone che in un'ottica futura siano in grado di assumere ruoli di responsabilità”.
A Forlì la posizione dell'opposizione è stata inedita per il Pd.
“E' stata una posizione difficile per noi, perché non eravamo abituati. Ma voglio ringraziare il gruppo consigliare che ha lavorato in condizioni complicate. Ora una parte del territorio è passato a destra, questa è la ragione vera perché questa sfida delle prossime elezioni non possiamo sbagliarla e dobbiamo presentarci con tutte le forze possibili che possiamo mettere in campo per risalire la china”.
Non teme che se questa sfida andasse persa si dirà alla fine che è “tutta colpa di Gessica Allegni”?
“Mi sento una grande responsabilità di questo ruolo in questo momento cosi vicino ad appuntamenti elettorali che per noi sono molto significativi. Ma io e Alessandro Gasperini, per il modo in cui abbiamo condotto il congresso, ci faremo entrambi garanti del fatto che il partito non potrà utilizzare l'appuntamento elettorale né per santificare, né per colpevolizzare il segretario e il gruppo dirigente. Ognuno si assuma il proprio pezzo di responsabilità e si sia in grado di vincere o perdere assieme. Mettiamoci invece tutta la forza che possiamo metterci, togliendoci di dosso le divisioni e i posizionamenti che un congresso comporta, ma che i candidati hanno provato a instradare verso un metodo nettamente diverso da quello che il Pd forlivese ricordava”.
Il congresso restituisce un Pd diviso o le diverse posizioni sono una normale dialettica congressuale?
“Nei congressi di circolo, sia quelli in cui ho vinto, sia in quelli in cui ho perso, ho visto un clima molto positivo con iscritti che partecipavano con grande rispetto e mostrando attenzione a entrambi i candidati. Ho riscoperto un partito che ha grandi potenzialità, abbiamo mobilitato molti più iscritti di quanto ci aspettassimo, avere due candidati ha aiutato in questo. Abbiamo restituito visibilità al Pd e dimostrato che è ancora l'unico partito che riesce a creare condizioni di partecipazione degne di questo nome. Mi affido alla lealtà che c'è stata tra me e Gasperini, poi ci sarà anche chi da una parte o dall'altra può sperare in nuove faide interne, ma qualcosa è cambiato con una nuova generazione che sta prendendo le redini del Pd. Non vedo questo rischio, vedo invece un partito molto cambiato rispetto ad un passato che ho attraversato pure io nelle sue divisioni. Abbiamo capito che la strada giusta è un'altra”