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Congresso Pd, Bonaccini a Forlì: "Urgente un cambio di dirigenza, che non significa rottamare, ma ritrovare un’idea"

Parla in una Casa del Lavoratore gremita, nel quartiere Bussecchio, Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna e candidato alle primarie del Partito Democratico del prossimo 26 febbraio

“Il rischio per il Partito Democratico non è quello di scomparire, ma di diventare irrilevante. C’è una sfida in campo e io ho deciso di accettarla”.  Parla in una Casa del Lavoratore gremita, nel quartiere Bussecchio, Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna e candidato alle primarie del Partito Democratico del prossimo 26 febbraio. A introdurlo il segretario territoriale, Daniele Valbonesi, che ha sottolineato come sia giunto il “tempo di tirare fuori le idee. Tutti noi siamo arrabbiati con il gruppo dirigente - ha sottolineato Valbonesi -, adesso bisogna dare spazio alle persone e ai territori, come ha fatto chi è qui stasera in modo concreto e capace. Stefano Bonaccini rappresenta quello di cui abbiamo bisogno: una visione del futuro che ha concretezza e vicinanza con la realtà che spesso ci è mancata”. 

VIDEO - Bonaccini a Forlì: "Un partito popolare e tra la gente"

Sanità, salario minimo legale, scuola, politiche del lavoro sono i temi toccati nel lungo discorso che il presidente della regione ha tenuto nella sua tappa forlivese, ricordando in più di una occasione le sue origini e la sua provenienza. “Vengo da una famiglia in cui il riferimento fondamentale è stato Enrico Berlinguer e ne vado orgoglioso - ha detto il governatore - e pochi giorni fa ho portato un fiore sulla tomba di Tina Anselmi, che è la figura legata a una delle migliori riforme che ha portato all’istituzione del Servizio sanitario nazionale, basato sul principio della tutela della salute come bene imprescindibile per tutti”.

Stefano Bonaccini a Forlì per il congresso Pd

E’ stata infatti la sanità uno dei principali temi trattati nel corso dell’incontro, tema che non prescinde dal taglio della auto medica Mike 42, di stanza a Meldola, che da settimane è al centro delle polemiche.  “Cerchiamo di fare tutto il possibile - ha detto Bonaccini - ma la sanità è finanziata dallo Stato e a noi mancano 880 milioni di euro di spese Covid e spese energetiche che in tre anni non ci sono stati rimborsati. In particolare per le spese energetiche ritengo vergognoso che, anziché ridarci i soldi che abbiamo speso, e ne abbiamo spesi più di tutti perché abbiamo la più importante sanità pubblica, le risorse vengano distribuite in base al numero di abitanti”.

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“Il problema della mancanza di medici e infermieri è reale - ha proseguito - con il rischio che si abbassi la qualità e la quantità dei servizi erogati e che si possa curare solo chi se lo può permettere. Una ragione in più per abolire il numero chiuso per l’ingresso alla Facoltà di Medicina”. E poi una riflessione tutta politica. “Abbiamo bisogno di un partito più popolare - ha rimarcato Bonaccini - che non si perda in discussioni sul nome e sul simbolo, ma che si occupi dei problemi reali delle persone, oltre che di un cambio di dirigenza. Un cambio che non significa rottamare, ma ritrovare un’idea di militanza utile ed efficace a prescindere dai ruoli”.

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