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Livia Tellus e aumento dei compensi, il M5S: "Drei sempre più debole e sotto scacco del partito"

I consiglieri comunali Simone Benini e Daniele Vergini, condividendo la critica agli aumenti dei compensi del consiglio d'amministrazione di Livia Tellus, erano pronti a votare la mozione

"Ed alla fine l’ultimo aumento dei compensi stabilito dall’assemblea ordinaria dei soci di Livia Tellus Romagna Holding, società voluta dal sindaco Davide Drei e guidata da Gianfranco Marzocchi, ha innescato una vera e propria diatriba politica, con il Pd che s’è spaccato e il “caso” che ne è scaturito in consiglio comunale, con 10 consiglieri di maggioranza (di cui 7 del Pd) che avevano presentato una mozione urgente, poi rinviata, che ha nuovamente dimostrato come l’attuale coalizione di “governo della città” si muova in ordine sparso e viva alla giornata". A muovere l’accusa è il MoVimento 5 stelle di Forlì.

I consiglieri comunali Simone Benini e Daniele Vergini, condividendo la critica agli aumenti dei compensi del consiglio d'amministrazione di Livia Tellus, erano pronti a votare la mozione che chiedeva lumi sui "compensi attribuiti al vertice della società in 30mila euro al presidente (oltre ad 16mila euro euro di indennità di risultato) e 10mila euro rispettivamente a vicepresidente e consigliere, mentre originariamente il compenso lordo annuo spettante al presidente e al vice ammontava a 8mila euro ciascuno, in virtù del decreto legge 95/2012 (modificato dal decreto legge 90/2014), che disponeva la diminuzione dei compensi all’80% rispetto ai compensi 2013". "Cosa inizialmente avvenuta in Livia Tellus Romagna, ma che con i successivi aumenti, è stata apparentemente aggirata, visto che i compensi del consiglio d'amministrazione sono aumentati più di quanto erano diminuiti in precedenza grazie al decreto legge 95/2012", affermano i consiglieri comunali.

"Un aumento, in tempi di crisi e autolimitazione dei compensi in molti consigli d'amministrazione pubblici o partecipati, sostanzialmente ritenuto ingiustificabile dagli stessi 10 consiglieri di maggioranza "ribelli" che nella mozione chiedevano di acquisire un parere dalla Corte dei Conti per verificarne la congruità e la conformità normativa/regolamentare - affermano Benini e Vergini -. In caso di non congruità la mozione chiedeva che le cifre percepite in eccesso dagli amministratori di Livia Tellus Romagna venissero restituite, in ossequio alla legge, che invece parla chiaro: i compensi devono essere diminuiti di una percentuale data. Come non essere d'accordo con una tale mozione?! Visto anche che la questione era già stata sollevata da noi in una vecchia commissione consiliare... e sollevata anche da altre forze politiche. E quando la mozione è stata ritirata e rinviata dallo stesso PD ci siamo stupiti molto, perché eravamo pronti a votarla e il testo sarebbe passato a maggioranza, pur con il Pd spaccato”. 

“La mozione è stata rinviata dallo stesso Pd a seguito di un "parere a orologeria" dei revisori dei conti arrivato pochi istanti prima della discussione della mozione. Con conseguente consiglio comunale bloccato, interrotto per quasi un’ora dalla riunione dei capigruppo convocata d'urgenza, per poi scoprire che i revisori con un tempismo perfetto avevano richiesto un parere alla Corte dei Conti, il cui responso arriverà, se va bene, fra vari mesi - affermano gli esponenti pentastellati -. Un rinvio che ha salvato in extremis il Pd che s’è sottratto alla discussione in consiglio e, soprattutto, ha evitato il voto di questa mozione “scomoda” che una parte di loro stessi aveva presentato con urgenza”: raccontano gli esponenti pentastellati. Il MoVimento 5 stelle di Forlì ha chiesto in consiglio comunale di mettere ai voti il rinvio perchè riteneva che la mozione, voluta dal Pd, ovvero il partito di maggioranza, meritasse le necessarie considerazioni politiche, il confronto fra tutti i partiti dell’aula, ma la richiesta è stata bocciata con il voto compatto e bipartisan del Pd e del centro destra".

“Riteniamo che questo caso abbia messo a nudo l'ennesima spaccatura politica fra maggioranza (il Pd) e il sindaco, il cui ruolo è sempre più in bilico e con minore autorevolezza - concludono i pentastellati -. E’ stato lo stesso Drei, infatti, a volere l'allargamento di Livia Tellus a tutti i Comuni dell’unione a 15, definito "progetto dei sindaci" dallo stesso primo cittadino. Ma, alla luce di quello che è successo, ci chiediamo oggi cosa ne pensi realmente il Pd di Livia Tellus Romagna Holding. Chi controlla realmente quello da noi già definito un vero e proprio “mostro finanziario" che tiene in pancia tutti gli assets di maggior valore degli enti locali del comprensorio forlivese?”.

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