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Covid, vaccini e scuola. La Lega: "Carenze nella programmazione e comunicazione poco chiara"

Intervento di Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna, e dei consiglieri regionali Massimiliano Pompignoli e Daniele Marchetti

"Anno nuovo, modalità di comunicazione e pianificazione sanitaria nuove. Lo chiederemo all’assessore regionale alle Politiche per la salute Raffaele Donini, a cui sollecitiamo un incontro per chiarire tanti nodi che si sono accumulati in questi ultimi mesi, a partire dalla diffusione dei dati che devono essere più precisi e trasparenti in generale e, in particolare, rispetto alle vaccinazioni (quale il numero giornaliero, quali i destinatari e in quali località). Vogliamo anche conoscere i motivi per cui Forlì sia stata esclusa dai punti segnalati dalle Aziende sanitarie per la somministrazione dei vaccini. Una assenza inconcepibile, ufficializzata in un comunicato regionale del 29 dicembre, che la dice lunga sull’obiettività e sulla capacità di pianificazione della sanità romagnola". Lo affermano il parlamentare Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna, e i consiglieri regionali Massimiliano Pompignoli, presidente della commissione Affari istituzionali, e Daniele Marchetti, componente della commissione Politiche per la salute.

"Crediamo anche che sia giunto il momento di finirla con le accuse generiche contro la popolazione sulle responsabilità per i contagi - proseguono Morrone e Pompignoli -. Leggiamo oggi, in un diffuso quotidiano locale, che la colpa dell’incremento dei casi sarebbe da ascrivere allo ‘shopping pre-natalizio’ e ai ‘pranzi in famiglia’. Crediamo che sia ora di smetterla di scaricare responsabilità generiche sulle persone soprattutto senza la legittimazione di studi epidemiologici ponderati. In realtà la nostra comunità, in generale, si è attenuta scrupolosamente a imposizioni pur liberticide e punitive. Come appare ormai evidente che il Governo Pd-M5s-LeU tende a nascondere i clamorosi errori compiuti nel 2020 in tema sanitario e economico con il proseguimento di una comunicazione terrorizzante e mistificatoria e con lockdown più o meno severi, senza considerare le contestuali gravissime ricadute sul piano economico e sociale. L’auspicio è che l’Asl Unica della Romagna e la Regione non seguano la stessa strada nel tentativo di dissimulare le gravi carenze sanitarie che partono da Roma. A cominciare dalle disponibilità di vaccini e dai ritardi nell’operazione vaccinazioni. Non vorremmo che certi polveroni sulle responsabilità dei ‘contagi natalizi’ fossero sollevati per distogliere l’attenzione da altri punti dolenti, dall’apertura delle scuole, al piano vaccini".

La Regione Emilia-Romagna il 17 dicembre ha comunicato di aver pianificato una prima fase con 10.000 vaccinazioni al giorno. Al 2 gennaio i vaccinati sono 5.443 e dal 4 gennaio dovrebbero essere somministrate 50 mila vaccinazioni a settimana. "Quindi un numero inferiore rispetto a quello prospettato il 17 dicembre - sottolineano gli esponenti del Carroccio -. Fino a marzo, inoltre, saranno vaccinati esclusivamente gli operatori della sanità e il personale e degenti delle strutture residenziali per anziani. Il resto della popolazione dovrà dunque aspettare altri tre mesi. Di qui, le perplessità che sono certezza sul fatto che l’Italia sia in estremo ritardo sull’approvvigionamento dei vaccini e sulla loro somministrazione. Mancano, tra l’altro, personale e siringhe e si assiste a un penoso gioco allo scaricabarile tra il Governo e le Regioni. La promessa riapertura delle scuole, simbolo di un ritorno anche parziale alla normalità, sembra essere rimandato di ora in ora e anche Stefano Bonaccini il 2 gennaio ha rilasciato nel merito dichiarazioni sibilline. Ci obbligano a vivere alla giornata, destinatari di comunicazioni contraddittorie e poco trasparenti, di decisioni rimandate o inattuate, segno evidente delle carenze programmatorie del Governo, ma anche della nostra Regione. E se le stesse imbarazzanti accuse al sistema sanitario le ha rivolte, in queste ore, anche il ministro renziano Teresa Bellanova non può che emergere il cortocircuito politico in atto".

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