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Crack Sapro, Bartolini (Pdl): "Ne chiedemmo lo scioglimento già nel 2001"

"Noi ne chiedemmo lo scioglimento già dal 2001". Sulla vicenda relativa al crack Sapro torna il consigliere regionale del Pdl, Luca Bartolini

"Noi ne chiedemmo lo scioglimento già nel 2001". Sulla vicenda relativa al crack Sapro torna il consigliere regionale del Pdl, Luca Bartolini. "Era il 5 gennaio 1998 quando il mio collega Vittorio Dall’Amore, all’epoca capogruppo di Alleanza Nazionale, chiedeva spiegazioni sui criteri di scelta del Consiglio di amministrazione di Sapro nonché di conoscere i loro  emolumenti ed i criteri stabiliti per assegnarli", esordisce l'esponente del centrodestra.

"Nel 2000 - chiosa Bartolini - puntavamo il dito sull’acquisizione dei terreni di Quartrosolo in Comune di Galeata proprio a ridosso dell’abitato di Santa Sofia. Insieme agli allora nostri amministratori locali, chiedevamo con un volantino se Sapro fosse una Socità pubblica di promozione o di speculazione. Qualcosa non ci tornava: aveva comprato dei terreni agricoli a 15.000 lire al mq per rivenderli, con il placet dei Comuni interessati, a 117.000 lire al metri quadrati, ben un terzo in più del prezzo corrente di mercato per la zona interessata. All’epoca questi erano invece i prezzi per terreni vicini alle grandi arterie di comunicazione e non quelli dell’alta Val Bidente. Quei terreni sono tuttora in stato di abbandono ed hanno bloccato per anni lo sviluppo artigianale dell’alta val Bidente".

"Nel 2001 chiedemmo in Consiglio Provinciale lo scioglimento di Sapro - aggiunge l'esponente del Pdl -.  Fummo pesantemente criticati non solo dai partiti di sinistra ma soprattutto da una parte del mondo associativo. Insieme ad altri colleghi, di tutti i gruppi di opposizione dell’epoca, facemmo un comunicato dal titolo eloquente "Con cifre così elevate non c'è giusto rapporto tra costi e benefici". Ci mettevamo infine a disposizione per un pubblico confronto ma nessuno della controparte diede mai seguito a questa nostra richiesta".

"Poiché le istituzioni locali  candidamente ci  elencavano , come se si parlasse di noccioline, le cifre relative ai compensi assegnati solo al Direttore nell’anno 2000 corrispondenti a lire 522.000.000 ( non ho scritto male, oltre mezzo miliardo di lire  nel solo anno 2000) , a  fine 2001presentammo l’ennesima interpellanza su Sapro sul contratto di lavoro stipulato nel 1995 con l’allora direttore generale evidenziando la clausola atipica di una percentuale doppia calcolata sul volume della gestione immobiliare", contnua Bartolini.

"In ogni interpellanza concludevamo affermando che a nostro parere la gestione del consiglio di amministrazione di Sapro aveva dimenticato di essere in una Società a Capitale Pubblico dove il Capitale Sociale è dei cittadini tutti e non di privati. Un Consiglio d’amministrazione dove l’opposizione non era neppure presente con un proprio rappresentante con una normale funzione di controllo come invece accade in altri Enti - sostiene il consigliere regionale -. La cronaca poi ci ha portato ai giorni nostri".

Bartolini illustra di aver fatto "questa rivisitazione degli atti, che risalgono addirittura al 1998 per evidenziare nuovamente come sia sbagliato dire che la politica, tranne rare eccezioni,  abbia assistito o assista in silenzio alla sottrazione negli anni di 200 milioni di euro al territorio.   In silenzio oggi sta quella parte politica che ha sempre risposto picche alle nostre interpellanze facendoci addirittura attaccare dal mondo associativo per farci passare come quelli che volevano bloccare lo sviluppo del territorio e di conseguenza inadatti a governarlo.  Ve n’è invece un’altra, che   rappresenta non una percentuale da prefisso telefonico ma almeno un terzo degli elettori,  che, come in tante altre battaglie, sia pure da un ruolo di opposizione in una Romagna da sempre schierata a sinistra, ha sempre fatto il proprio dovere senza giungere a nessun compromesso come i fatti dimostrano".

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