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Di Maio: "Avanti con grandi mostre, aeroporto e un piano locale sul cambiamento del clima"

Si avvicinano importanti scadenze per la politica nazionale e locale. Il deputato forlivese Marco Di Maio fa il punto della situazione sui prossimi mesi e il suo futuro politico

Si avvicinano importanti scadenze per la politica nazionale e locale. Se da una parte tra alcuni mesi, forse in primavera, si andrà al voto per le Politiche, con il rinnovo del Parlamento, a Forlì in ottobre si tiene il congresso di federazione del Partito Democratico, il principale partito di riferimento per il maggior numero delle giunte del territorio e di quella di Forlì. Per questo si riaccende anche l'inevitabile competizione e dibattito. Il deputato forlivese Marco Di Maio che di quest'ultima stagione è stato protagonista, sia in Parlamento sia come rappresentante della politica sul territorio su temi caldissimi come per esempio l'aeroporto, fa il punto della situazione sui prossimi mesi e il suo futuro politico.

La priorità per Forlì e il suo comprensorio dei prossimi mesi?
"E' un tema che vedo prioritario non solo per i prossimi mesi, ma per i prossimi anni: riappropriarsi del nostro territorio. Significa mettere in campo un piano organico di azioni concrete per rispondere agli effetti dei cambiamenti climatici e provare a prevenirlo. Quindi investimenti contro il dissesto idrogeologico, opere di ammodernamento e potenziamento del nostro acquedotto (partendo dalle aree non servite direttamente da Ridracoli, come la vallata del Tramazzo). Poi ci sono azioni culturali da compiere coinvolgendo le scuole e la cittadinanza sul tema della riduzione dei consumi, della produzione dei rifiuti, degli sprechi alimentari".

Dove trovare le risorse economiche per evitare che rimanga solo un libro dei sogni?
"Senza dubbio abbiamo bisogno di fondi europei e nazionali (ne sono arrivati in questi anni, ne arriveranno ancora), ma si deve partire da ciò che abbiamo e che possiamo decidere in ambito locale e regionale. Si mettano insieme le risorse di tutti, costruendo un bilancio complessivo che potrebbe far capo (come coordinamento) all'Unione dei Comuni, coinvolgendo anche altri soggetti strategici su cui i Comuni possono avere voce in capitolo come il Consorzio di Bonifica o di cui sono addirittura soci come Romagna Acque e Hera. Partiamo da quello che si può fare "in casa" e che, tra l'altro, può anche offrire nuove opportunità occupazionali e di crescita economica. Ci darà più forza anche per cercare risorse altrove".

Il lavoro rimane una necessità per molti, nonostante i segnali di ripresa che si registrano: come vede il quadro economico del nostro territorio?
"Non io, ma i dati statistici dicono che la ripresa è in atto, nella nostra terra a ritmi più sostenuti che nel resto d'Italia. Certo non basta, bisogna rilanciare sulle politiche di sostegno all'economia; senza però lasciarsi prendere da mode passeggere. Sarebbe da pazzi, ad esempio, pensare che si possa abbandonare la manifattura. La qualificata presenza universitaria che possiamo vantare in Romagna, deve servire ad aiutare le nostre aziende a crescere, innovare, internazionalizzare; al contempo possiamo far leva su un sistema educativo che funziona, istituti tecnici tra i migliori, enti e scuole di formazione di ottimo livello per  formare e dotare delle giuste competenze i nostri ragazzi e consentire loro di imparare mestieri utili alle nostre imprese. Va ridato valore e importanza alla produzione, alla bellezza del 'saper fare', creando le condizioni anche per attirare nuovi investimenti sul territorio. Le possibilità ci sono, lavorando in squadra è possibile coglierle".  

Le nostre vallate soffrono più della pianura e se ne parla poco. Cosa fare per non lasciare abbandonate?
"Intanto frequentarle e conoscerle sarebbe un buon punto di partenza; la politica da questi luoghi è percepita come più assente che altrove. Esiste un enorme potenziale da utilizzare oltre a quello turistico (un esempio? Il patrimonio forestale, che se usato in maniera corretta ed equilibrata può essere foriero di opportunità economiche). Sul fronte turistico, invece, alla necessaria promozione bisogna affiancare un investimento corposo per commercializzare il nostro “prodotto”. Serve un'alleanza forte e di piena sintonia tra istituzioni e operatori privati, sfruttando gli strumenti che il territorio si è dato". 

Capitolo cultura: qualcuno sussurra che le grandi mostre andrebbero ridimensionate. E' giusto, si potrebbe fare qualcosa di diverso?
"Perché dovremmo modificare un format di successo e che ha dato una fortissima connotazione a Forlì? Non sono d'accordo. Semmai bisognerebbe interrogarsi come sfruttare al meglio e far crescere ulteriormente l'impatto di questi eventi. Pensare in grande non è un reato e non deve spaventare". 

Per l'aeroporto di Forlì sembra che finalmente ci sia un prospettiva. Possiamo essere fiduciosi?
"Se il "Ridolfi" avrà una possibilità, è perché si è riusciti a ottenere ciò che ormai sembrava non più alla nostra portata: un nuovo bando per l'affidamento al 100% ai privati dell'aeroporto. A fine settembre o ai primi di ottobre dovrebbe uscire il bando e vedremo chi parteciperà. Una cosa deve essere chiara: questa è l'ultima chiamata, non ci saranno altre occasioni". 

Dunque è scettico sulla cordata che sembra si stia formando?
"No, al contrario, ritengo che si tratti di imprenditori, aziende e persone credibili, affidabili, meritevoli di fiducia. Il bando sarà aperto a tutti, però, e pur facendo il tifo per loro, in una fase di gara pubblica dove possono concorrere anche altri soggetti non possiamo spingerci oltre. Vedremo se e chi parteciperà, poi ragioneremo con chi si aggiudicherà la concessione". 

Tra pochi mesi, a inizio primavera ha detto il presidente della Repubblica, ci saranno le elezioni politiche. Lei sarà ricandidato?
"Non lo so, non decido da solo. Il mio partito ha espresso volontà unanime di farlo, ma si tratta di una scelta che deve andare ben oltre i confini del partito e coinvolgere associazioni, persone, gruppi. Se sentirò l'appoggio della comunità che ho cercato di rappresentare, ci proverò; altrimenti, serenamente, farò altro".

Dobbiamo prenderla come un'ipotesi di candidatura a sindaco nel 2019...?
"No. Al momento la questione non è in discussione ed è fuori dal mio orizzonte". 

In ottobre il Pd forlivese svolgerà il proprio congresso territoriale. Cosa si aspetta da questo appuntamento?
"Mi aspetto che il Pd e chi si candida a guidarlo vogliano farne un'occasione di confronto e riflessione critica su ciò che è stato fatto, su quello serve al nostro territorio e su come cambiare metodi e presenza nella società. Se tutto si riduce a una sfida tra persone anziché tra idee e progetti, senza polemiche non parteciperò".

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