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Dibattito su Alea, due ex assessori: "Funziona bene, ma nessuna difesa pubblica da chi l'ha voluta"

"Tutti a sparare addosso ad ALEA, attraverso domande pretestuose e richieste variamente pittoresche. Nessun amministratore che prenda pubblicamente posizione per difendere"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Vorremmo inserirci nel dibattito su Alea in corso attraversoun nostro contributo. Finita, almeno per il momento, la reclusione da Covid, si ricomincia a parlare di rifiuti. Il direttore di ALEA, Paolo di Giovanni, torna sul territorio per incontrare amministratori e cittadini. A Forlimpopoli è successo lo scorso 23 giugno nell’ambito di una riunione congiunta Commissione e Consulta Ambiente. Dopo una sobria presentazione dei dati di raccolta, che risultano ottimi, ecco scatenarsi il tipico tiro al piccione. Tutti a sparare addosso ad ALEA, attraverso domande pretestuose e richieste variamente pittoresche. Nessun amministratore che prenda pubblicamente posizione per difendere un modello votato pochi anni fa da gran parte dei sindaci e che sta funzionando bene.

I dati relativi al 2019 e al 2020 (fino a maggio) registrano un’ingente diminuzione del secco (indifferenziato) che a Forlimpopoli è calato del 43% rispetto al 2018, mentre la raccolta differenziata delle varie frazioni riciclabili (vetro, organico, carta e plastiche + metalli) ha raggiunto l’85% del rifiuto totale, collocando la città artusiana ai primi posti a livello nazionale. Il bacino ALEA raggiunge l’82% di differenziata, mostrando la validità del progetto in un’area vasta e popolosa. Anche sul versante dei costi i dati sono interessanti, nonostante il coronavirus non abbia aiutato neppure in questo caso. Le tariffe non sono aumentate rispetto gli anni precedenti, anzi si nota una diminuzione per molte famiglie, ovviamente per chi si è preso a cuore il problema e ha differenziato bene, esponendo il secco entro i numeri consentiti dal progetto.

Complessivamente nel comune di Forlì la tariffa è diminuita di circa 900.000 €. Mica noccioline! Questi dati ci dicono che meno rifiuti sono stati inceneriti – un vantaggio per il benessere collettivo - e molti sono entrati nelle filiere dl riciclo. Ma gli interessi di bottega, il particolarismo, la critica aprioristica, la scarsa conoscenza di ciò di cui si parla o straparla, vogliono ancora prevalere. Cosa ne facciamo delle mascherine? Capirai l’ingombro e il pericolo! Le metterai nel secco. Lo capirebbe un bambino. Ancora la pantomima della raccolta del verde. Dove metto le potature, l’erba, le foglie? Rifiuti pericolosi quanto o forse più dell’Uranio 238. E’ difficile compostarli o lasciarli dove dovrebbero stare: in un giardino! E le associazioni di categoria, interessate al loro piccolo orticello e sempre pronte a piangere miseria, difficoltà e disservizi. Poca visione d’insieme. E un concetto chiave: troppi vogliono far pagare i costi dei propri rifiuti (e delle proprie cattive abitudini) agli altri!

Stefano Raggi e Roberto Riguzzi, ex assessore alle politiche ambientali del comune di Forlimpopoli ed ex assessore provinciale all’ambiente

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