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Dipendenti pubblici e gestione dei provvedimenti disciplinari: Forza Italia critica il regolamento, ma vota a favore

La delibera passa con 22 voti favorevoli, quattro contrari e l'astensione di Italia viva.

Rompe i compartimenti stagni di coalizione in Consiglio comunale a Forlì la nuova convenzione per l'Ufficio associato con altri Enti per i provvedimenti disciplinari nei confronti dei dipendenti pubblici. Così come proposta dalla Provincia di Forlì-Cesena guidata dal sindaco di centrosinistra di Cesena, Enzo Lattuca. Vota infatti a favore, nonostante alcune perplessità, il Partito democratico, contrari invece Forli e co, che si vede respinti due emendamenti che chiedono il reclutamento nell'associazione dei Comuni di Rimini e di Ravenna e non solo delle relative Province, e Movimento 5 Stelle. Mentre Forza Italia, particolarmente critica sul progetto, si fa comunque convincere al voto favorevole. Così la delibera passa con 22 voti favorevoli, quattro contrari e l'astensione di Italia viva.

Sono "molteplici le perplessità", esordisce il capogruppo di Forza Italia, Lauro Biondi: l'associazione, si chiede, "nasce per risolvere problemi o per dare un posto di lavoro?". Una società esterna, chiarisce i suoi dubbi, "non garantisce imparzialità, mentre l'assunzione di responsabilità da parte di un dirigente interno significa trasparenza"; la convenzione inoltre viene rescissa dall'Unione della Bassa Romagna e i Comuni di Rimini e Ravenna "perseguono obiettivi diversi". Di certo "non sono l'unico con dubbi in maggioranza", sottolinea prima di farsi convincere al voto positivo dalla replica dall'assessore agli Affari generali Maria Pia Baroni pronta a valutare soluzioni alternative che garantiscano un servizio "efficace, efficiente ed economico". Evidentemente, spiega l'azzurro, "le mie constatazioni non sono cadute nel vuoto", da qui "un atto di fede" nei confronti dell'esponente della giunta.

Sempre dai banchi della maggioranza, Fabrizio Ragni di Fratelli d'Italia trova il costo della convenzione "ragionevole, 25.000 euro all'anno per 30 provvedimenti stimati", che potrebbero anche scendere. È una delibera "vantaggiosa" che garantisce il principio di terzietà. Dello stesso avviso letizia Balestra della Lega: il costo è rapportato sulla base del numero dei dipendenti comunali e c'è un aumento di spesa di quasi 6.000 euro, rispetto alla precedente convenzione, perché il servizio è più ampio. Il servizio dal 2010 è in forma convenzionata e la nuova adesione è la soluzione immediata per assicurarlo, dato che è in vacatio da inizio anno. "Si vedrà se ci sono i presupposti per una diversa connotazione".

Rimini e Ravenna non partecipano perché hanno già un servizio interno del genere consolidato, chiosa la consigliera. Tra i banchi dell'opposizione il più critico è Giorgio Calderoni di Forlì e co, sia per il costo di 166.000 euro sia per l'assenza di Rimini e Ravenna, che permetterebbero un suo calo. Mentre la dem Elisa Massa, per la quale la "terzietà non è necessaria", stigmatizza il ritardo di presentazione della delibera e un costo "non giustificato". Sulla mancanza degli altri capoluoghi romagnoli, "se si tratta del primo atto di Romagna next, non è una partenza scoppiettante", aggiunge, senza dimenticare i voti contrari del centrodestra in consiglio provinciale. La delibera è in ritardo, replica l'assessore Baroni, perché lo scema ci è stato consegnato dalla provincia il 6 dicembre scorso, dopo che il percorso di confronto si era interrotto.

Il costo, prosegue, è aumentato, ma c'è una implementazione nei servizi, e poi anche un ufficio interno avrebbe i suoi costi. Inoltre "definire un costo rispetto al numero di provvedimenti presta il fianco. Non è alto e me ne rallegro e vorremmo evitarli il più possibile". Di certo, ribadisce, ci sarà una verifica su possibili cambiamenti. (fonte Dire)

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