Donini (Prc): "Aeroporto, tra le istituzioni prevale il pensiero neoliberista"
"La vicenda dell’aeroporto di Forlì è giunta al suo epilogo, tanto drammatico quanto prevedibile, un’ulteriore prova che la divisione e la competizione fra diverse realtà dello stesso territorio genera “guerre” senza vincitori e vinti"
La vicenda dell’aeroporto di Forlì è giunta al suo epilogo, tanto drammatico quanto prevedibile, un’ulteriore prova che la divisione e la competizione fra diverse realtà dello stesso territorio genera “guerre” senza vincitori e vinti, ora lo sconfitto è il Ridolfi, ma non va considerata scontata la sorte positiva del Fellini di Rimini.
Dispiace che a questa situazione si sia giunti dopo aver versato decine di milioni di euro pubblici sottratti, di conseguenza, ad altre politiche necessarie alle nostre comunità; dispiace l’indisponibilità mostrata dal “sistema economico” del territorio a farsi maggior carico della dichiarata necessità di mantenere in vita la realtà aeroportuale di Forlì, necessità tutta scaricata sul pubblico; dispiace la non riuscita del positivo tentativo della Regione di creare le condizioni perché, grazie a un sistema aeroportuale romagnolo, si superassero frammentazioni, diseconomie, insostenibili sovrapposizioni e sterili competizioni che hanno arricchito solo i vettori e alcune compagnie low cost; dispiace l’incerto futuro di alcune positive esperienze nate attorno alla presenza dell’aeroporto: la scuola di volo, l’Istituto Tecnico Aereonautico, la realtà universitaria…dispiace constatare che il “cinismo” insito nel pensiero unico neo liberista ha contaminato anche l’agire di diverse Amministrazioni Locali, contribuendo, così, a snaturare il nostro sistema regionale basato sul principio della leale cooperazione fra Istituzioni.
Ciò che ora non è accettabile è che a pagare un prezzo alto siano gli oltre quaranta lavoratori della SEAF e i quasi cento dell’indotto, ogni sforzo della politica e delle Istituzioni va ora concentrato a garantire loro una prospettiva a partire dall’impegno a salvaguardare i posti di lavoro, all’attivazione degli ammortizzatori sociali, e a definire la concreta possibilità che, con il nuovo bando europeo predisposto da ENAC per assegnare la nuova licenza, questi lavoratori possano essere riassunti.