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Electrolux , la rabbia di Sinistra Ecologia Libertà Forlì

"La richiesta fatta ai dipendenti della Electrolux di rinunciare ad una parte consistente dei loro salari, alle pause, ai permessi e tanto altro è come dire "pagarsi" il mantenimento del posto di lavoro"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Sinistra Ecologia Libertà Forlì sente propria la rabbia e la lotta dei lavoratori dell’Electrolux che da anni subiscono il ricatto dell’azienda che,  ancora una volta, non ha presentato un piano industriale, ma un ricatto al Paese. Non si può chiedere alle lavoratrici e ai lavoratori di  fare  ciò che i governi da decenni non hanno fatto attraverso adeguate politiche industriali. La richiesta fatta ai dipendenti della Electrolux di rinunciare  ad una parte consistente dei loro salari, alle pause, ai permessi e tanto altro è come dire "pagarsi" il mantenimento del posto di lavoro.

Sel, attraverso il proprio capogruppo  in commissione Finanze onorevole Giovanni Paglia che da tempo segue le vicende degli stabilimenti del gruppo, in particolare di quello forlivese e dei suoi 800 operai che incalza “ tali devono restare”, chiede al Governo “ l’immediata convocazione di un tavolo alla Presidenza del Consiglio per ottenere dalla multinazionale svedese garanzie sugli stabilimenti, sulle produzioni in Italia e sulla salvaguardia degli attuali livelli occupazionali, mettendo in campo ogni ipotesi di intervento convenzionale e non convenzionale“. I dati Istat sono impietosi e mostrano un paese che si impoverisce sempre più per mancanza di lavoro , per pensioni e salari fra i più bassi d’Europa, per una redistribuzione della ricchezza così iniqua da concentrare sul 10% degli italiani il 47% della ricchezza.

Sarebbe interessante chiedere a quel 10% se ritiene giusto che a  un lavoratore , per sopravvivere non per vivere, venga chiesto  un drastico taglio del salario portando gli stipendi, oggi calcolati in circa 1.400 euro al mese, a circa 700-800 euro, un taglio dell'80% dei 2.700 euro di premi aziendali, la riduzione delle ore lavorate a 6 con contestuale aumento dei ritmi produttivi, il blocco dei pagamenti delle festività, la riduzione di pause e lo stop agli scatti di anzianità. In Parlamento e nel territorio SEL sostiene la battaglia per un diritto di civiltà, per il riconoscimento del valore del lavoro, del lavoratore, della persona.

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