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Elezioni, le interviste di Forlitoday ai candidati. Ascanio: "Serve un Tavolo di crisi"

Una serie di interviste per conoscere le posizioni degli 11 candidati a sindaco del Comune di Forlì, tra i quali si sceglierà il 25 maggio per le elezioni amministrative. Luigi Ascanio è il volto della lista civica “CambiaForlì”

Una serie di interviste per conoscere le posizioni degli 11 candidati a sindaco del Comune di Forlì, tra i quali si sceglierà il 25 maggio per le elezioni amministrative. Luigi Ascanio è il volto della lista civica “CambiaForlì”: 60 anni, laureato in lettere presso l’Ateneo di Bologna, ha legato la sua vita al mondo della scuola, prima come insegnante, poi come preside di Scuole Medie del territorio, dal 2006 come dirigente scolastico dell’Istituto Saffi – Alberti di Forlì (Geometri e Itas), e, attualmente, anche come reggente del Liceo Artistico Musicale di Forlì.

E’ sempre stato attivo in tale ambito, come presidente del Distretto Scolastico 42 di Forlì e del Consiglio Scolastico Provinciale di Forlì-Cesena e anche come assessore alle Politiche educative del Comune di Forlì dal 1995 al 2004.

Come mai ha deciso di candidarsi a sindaco di Forlì?
Ho deciso di candidarmi a sindaco per amore e rispetto verso Forlì e per senso di responsabilità  nei confronti di una città che, in questi ultimi anni, ha lamentato un costante e preoccupante degrado per l’incapacità della maggioranza che la governa e per l’inconcludenza dell’opposizione

Quale risultato si aspetta dalla prima tornata elettorale?
Considerati  i motivi per i quali è stata costituita la lista civica, visto l’impegno profuso da amici e simpatizzanti e, constatata la situazione politica attuale nella nostra città, ritengo che “CambiaForlì” debba porsi l’obiettivo massimo di vincere le elezioni

Qualora diventasse sindaco, quale sarebbe la prima azione da mettere in campo?
Da sindaco, metterei in campo azioni volte a favorire il dialogo diretto con i cittadini, eliminando le attuali mega-segreterie 'filtro', svilupperei la partecipazione attraverso lo strumento delle consulte per favorire la democrazia partecipata, riorganizzerei la struttura della “macchina comunale” con forti tagli alla burocrazia e con la riduzione delle norme. Costituirei un Tavolo di Crisi con la partecipazione delle istituzioni economiche, sociali e finanziarie, per affrontare insieme i problemi che affliggono il nostro territorio, a cominciare dall’aeroporto, riprenderei infine i rapporti costruttivi con le Amministrazioni romagnole e con la Regione

Centro storico: come rivitalizzarlo? Come risolvere il problema dei parcheggi?
Per “CambiaForlì” rivitalizzare il centro storico, una delle priorità del nostro programma, significa innanzitutto attuare politiche di sostegno all’abitazione ed al ritorno dei residenti attraverso: la revisione del Piano Regolatore (classificazione degli edifici, categorie d’intervento), la riduzione e la semplificazione dei regolamenti edilizi, volti a favorire la residenza, il commercio e l’artigianato ed una  maggiore libertà nell’uso dei propri immobili. Nel contempo occorre garantire sgravi fiscali sulle ristrutturazioni e gli insediamenti di attività, eliminare la Tassa di occupazione del suolo pubblico per le attività economiche, rivedere il piano della sosta, per incentivare l’accesso in Centro Storico, realizzare un mega-parcheggio coperto in piazza Guido da Montefeltro, al posto della “barcaccia”, o in piazza del Carmine.  Sarebbe, altresì, opportuno incrementare le iniziative culturali e ludiche, lasciando spazio a gruppi, associazioni, scuole ed università, all’interno di uno specifico progetto di “animazione costante del centro storico”, ma anche potenziare i servizi di accoglienza e promuovere significative sinergie tra attività produttive ed istituzioni culturali

Ci sono state frizioni tra Comune e Regione negli anni passati, come affrontare la questione?
La Regione ha, indubbiamente, molte responsabilità politiche, che hanno inciso  negativamente sullo sviluppo della nostra città, ma ritengo che anche il nostro Comune abbia commesso errori strategici, creando frizioni con Bologna ed arroccandosi in una sterile Unione dei 15 comuni. A nostro parere occorre pensare ed agire in termini di Area Vasta, di Sistema Romagna, se si vogliono realizzare grandi progetti, come in passato (vedi l’acquedotto di Romagna, l’Università) e, soprattutto, è necessario riprendere il dialogo con la Regione, in una posizione di non sudditanza

A livello infrastrutturale questa amministrazione 'porta a casa' una parte importante della Tangeziale, quali sono i prossimi interventi da mettere in campo?
Sul piano delle iniziative questa amministrazione si presenta con un bilancio negativo, poiché  ha portato a termine opere progettate, nel periodo 1995-2004, dall’amministrazione dell’ex sindaco Franco Rusticali, come nel caso della tangenziale; i prossimi interventi  infrastrutturali dovrebbero riguardare l’Emilia bis ed il completamento dello scalo merci

Unione dei Comuni: come dare valore a questo traguardo? Servirà davvero a razionalizzare i servizi? In che modo? Ci sono dati che lo dimostrano?
L’Unione dei Comuni, così come è stata istituita, nasce dalla visione isolazionistica dell’attuale giunta, incapace di porsi in relazione con l’Area Vasta e in contrasto con Ravenna e Cesena; appare simile ad una roccaforte feudale che si chiude verso l’esterno per difendere un piccolo territorio, senza neanche riuscire a razionalizzare ed a coordinare efficacemente i servizi intercomunali: basti pensare che il servizio unico di polizia municipale non è stato preceduto, né dalla creazione di una rete informatica, né dall’unificazione della modulistica

Rifiuti: è stata avviata dall'amministrazione Balzani la società post incenerimento? Quali sono i primi passi da fare?
A nostro avviso non esiste la società post-incenerimento. In materia ambientale, realisticamente, vogliamo ridurre la produzione di rifiuti, attuare politiche ed iniziative economiche di riutilizzo della materia  e di recupero del rifiuto ed estendere la raccolta differenziata a tutta la città, con sistemi più semplici, con minor impatto economico e con meno disagi per i cittadini), infine realizzare la termovalorizzazione del residuo ineliminabile per il recupero di energia, eliminando l’uso della discariche, come raccomandato da tutti gli organismi internazionali. I problemi dell’inquinamento e, quindi, della salute dei cittadini sono, soprattutto, da attribuire al traffico urbano ed agli impianti di riscaldamento

Disoccupazione e povertà: quali nuove azioni può mettere in campo il Comune per favorire l'inserimento lavorativo e aiutare le famiglie in difficoltà economica?
Per contrastare la disoccupazione occorre sviluppare una serie di iniziative all’interno di un progetto di Area Vasta: incentivare le attività economiche, rilanciando l’appetibilità del territorio forlivese con la creazione di un’Agenzia per lo sviluppo, riattivare l’aeroporto di Forlì, varare un piano di realizzazione di opere pubbliche e di ristrutturazione e messa a norma di edifici pubblici, acquisire, con l’opportuna progettazione, fondi europei per le politiche urbane e per l’imprenditoria giovanile, promuovere adeguati percorsi di formazione e di riqualificazione per adulti. Circa le nuove povertà, oltre al sostegno al volontariato, occorrerebbe costituire un fondo di solidarietà, per sostenere le famiglie in situazione di disagio economico e sociale,senza dimenticare l’esigenza di potenziare i servizi attualmente attivi, a partire dai Servizi sociali

Sicurezza: di fronte ad un aumento del crimine i cittadini chiedono anche al Comune di impegnarsi attivamente. Cosa propone, che sia "fattibile" dal Comune?
L’aumento della criminalità si contrasta con un più efficace coordinamento tra le forze dell’ordine, con il recupero delle zone degradate e con la riqualificazione urbana, soprattutto nel centro storico. Da incentivare, inoltre, la collaborazione ed il coinvolgimento della cittadinanza per contribuire ad ottenere una più ampia rete di controllo del territorio

E poi il lavoro: si stanno presentando numerose crisi industriali che rischiano di cambiare il volto produttivo di Forlì. Qual è la sua ricetta a riguardo?
Sviluppo sostenibile, crescita ed innovazione rappresentano, a nostro parere, i termini prioritari su cui riavviare l’economia del territorio forlivese e dell’intero Sistema Romagna. Fine della stagnazione economica e rilancio dell’occupazione passano da rinnovate politiche industriali ed infrastrutturali, da un nuovo e proficuo raccordo università-imprese, dalla caratterizzazione e la qualificazione di alcuni importanti comparti di alta tecnologia (polo nautico e aeronautico). Tutto ciò rischierebbe di non avere alcun effetto, se non fosse abbinato  ad uno snellimento delle procedure burocratico-amministrative, che oggi sembrano bloccare ogni ripresa ed azione innovatrice

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