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Elezioni, Confartigianato lancia la sfida ai candidati: "Ripartire dalla piccola impresa"

Confartigianato lancia una serie di proposte ai candidati a sindaco di Forlì, per ripartire dalla micro e piccola impresa per rilanciare l’economia romagnola

Confartigianato lancia una serie di proposte ai candidati a sindaco di Forlì, per ripartire dalla micro e piccola impresa per rilanciare l’economia romagnola. “Per la prima volta, il presidente della Provincia non sarà eletto direttamente tramite votazione e, pur dovendo attendere la riforma costituzionale per la definitiva soppressione delle amministrazioni provinciali, il processo è ormai avviato. Questo, oltre a determinare un riequilibrio del governo del territorio, necessita di una visione d’insieme da parte degli amministratori locali che si troveranno a dovere ragionare in termini di area vasta, che per noi significa la Romagna”, spiegano dall'associazione di categoria.

“La costituzione, nel nostro comprensorio, dell’Unione dei 15 comuni è un primo passo in questa direzione mentre, quasi contestualmente, a livello romagnolo sono in atto aggregazioni nella sanità, nel trasporto e nei servizi pubblici (voci che pesano per oltre l’80% sul bilancio regionale), con conseguenti effetti diretti anche nel rapporto tra le amministrazioni locali e il sistema delle imprese. Il progetto di spending review avrà come effetto un minore trasferimento di risorse da parte del governo centrale ai comuni che dovranno reperire le risorse mancanti non soltanto tramite la tassazione diretta dei cittadini e delle imprese, ma anche attraverso ulteriori risparmi sulla gestione”. Ecco i punti che l'associazione di categoria propone ai candidati.

Ripartire dalla micro e piccola impresa.
“Proprio al tessuto produttivo gli amministratori dovranno dare risposte nel prossimo mandato, confrontandosi con esso per creare condizioni favorevoli, in grado di far partire nuove attività economiche e garantire così il mantenimento della coesione sociale, tratto distintivo e caratterizzante della nostra provincia. Le micro, piccole e medie imprese svolgono, infatti, una funzione anche sociale, assumendo, in questi anni di crisi, il ruolo di ammortizzatore per i propri dipendenti e collaboratori, proseguendo l’attività nonostante le criticità e garantendo buoni livelli occupazionali, specialmente nei comuni collinari e montani. Una dedizione e un attaccamento al proprio lavoro che è anche valore morale e sociale per la nostra comunità e che deve essere difeso e sostenuto. Una tutela che non può prescindere dalla lotta all’abusivismo e al sommerso. Le piccole imprese sono oggetto di accurati e puntuali controlli da parte delle autorità preposte, che vigilano sul rispetto delle norme in materia di sicurezza e di igiene, verifiche legittime che però ignorano coloro che, proprio perché agiscono nell’ombra, sfuggono alla legge. Come Associazione abbiamo lanciato campagne contro l’abusivismo nel settore del benessere e abbiamo aderito a tutti i protocolli proposti dalle istituzioni, ma l’attenzione sul tema deve essere mantenuta alta”.

Un nuovo modello per il territorio
“Il tessuto produttivo gioca un ruolo fondamentale per l’economia locale, i provvedimenti per la crescita dovranno tenere conto della peculiarità del nostro tessuto economico sostenendo i comparti che hanno rappresentato un’eccellenza per le nostre zone, favorendo, al contempo, la nascita di nuove produzioni e processi, in collaborazione con l’università e i centri di ricerca, nonché la formazione del personale, attraverso un rapporto di collaborazione più stringente con la scuola. Un capitolo specifico merita l’artigianato di servizio, in grado di garantire gli interventi essenziali che incidono sulla qualità della vita di una comunità. In diversi comuni della collina già scarseggiano alcuni servizi; stanno scomparendo le lavanderie, i distributori di carburante, i giornalai, le parrucchiere, le macellerie e addirittura i fornai. Il peso della burocrazia e l’elevata tassazione, anche locale, rendono sempre meno sostenibile, quando addirittura non impossibile, svolgere queste attività in zone periferiche, già danneggiate nel corso degli anni dalla riduzione della clientela, con sempre minore possibilità di spesa.
Auspichiamo che i futuri amministratori abbiano la responsabilità e la sensibilità per agevolare queste attività, così come è necessario immaginare forme di collaborazione e di aggregazione tra imprese per mantenere inalterata la qualità della vita delle comunità. Un’ipotesi di intervento potrebbe essere il consentire l’integrazione di attività, con modelli plurilicenza o con ampliamenti e deroghe, per esempio abbinando le vendite di carburanti con i
giornali, o i bar-latteria con i minimarket, le macellerie svolgere funzioni di salumeria-drogheria magari facendo parte di un consorzio agricolo, eventualmente a filiera corta. È, inoltre, urgente individuare siti per favorire l’insediamento di zone commerciali, anche con una connotazione locale e tipica, nei centri storici, per mantenere vivi i cuori delle nostre città, oggi spenti".

Le infrastrutture
“Le nuove amministrazioni sono chiamate a progettare il futuro in un’ottica integrata, in primo luogo, di comprensorio, ma anche a livello provinciale e romagnolo. L’esempio più evidente è il turismo: è indispensabile superare i vecchi steccati e i campanilismi che in passato hanno frenato lo sviluppo turistico, promuovendo, invece, l’intero territorio che è in grado di offrire molteplici opportunità di svago e di cultura. La provincia gode di tutti gli elementi per soddisfare il visitatore alla ricerca di luoghi che offrano cultura, storia, enogastronomia e ambiente sano e pulito, deve essere strutturato un percorso che includa anche la Wellness Valley e lo sviluppo della costa. In quest’ottica deve essere ripensato anche il futuro dell’aeroporto Ridolfi, una risorsa non solo per Forlì-Cesena, ma anche per l’area costiera e la provincia di Ravenna. Una struttura che ha dimostrato le proprie potenzialità e finita poi vittima di logiche campanilistiche che hanno favorito gli scali di Bologna e Rimini a detrimento di Forlì. Una progettazione che dovrà coinvolgere tutti gli enti e le società pubbliche che sono presenti nel territorio, in primis le Camere di Commercio, per proseguire con le Fondazioni bancarie, l’Università, i sistemi associativi e gli Istituti di credito, radicati nel territorio, senza dimenticare la necessità di migliorare il sistema fieristico attraverso la proposta di una produzione “Made in Romagna”. Diviene imprescindibile che i nuovi amministratori si relazionino in primo luogo tra loro, all’interno dell’area romagnola, poi con la Regione, con le forze economiche e sociali e il mondo dell’istruzione, dalla scuola all’università, così da creare le condizioni di sviluppo economico e sociale ridando fiducia alle persone, alle famiglie e alle imprese” .

Il futuro è adesso
“L’obiettivo dello sviluppo economico deve essere perseguito attraverso una serie di provvedimenti non più rimandabili: dalla diminuzione della pressione fiscale, alla qualificazione della spesa pubblica per creare un ambiente favorevole allo sviluppo di ricchezza diffusa. Minori trasferimenti da parte dello Stato non devono diventare un alibi per ridurre la qualità dei servizi, rivolti sia agli anziani e ai disabili, sia ai più piccoli (nidi, asili)

Valorizzazione del patrimonio locale
“Operativamente, chiediamo azioni volte al recupero e al riutilizzo delle zone residenziali degradate con progetti sostenibili; interventi a tutela e prevenzione del territorio boschivo abbandonato e alla più che mai opportuna manutenzione dei corsi d’acqua, senza tralasciare azioni per occupare nuovamente i capannoni delle aree industriali, anche per insediamenti di medie dimensioni, attraverso condizioni di offerta accattivanti”.

Burocrazia e fisco
“Altro nodo chiave attiene alla burocrazia: da sempre chiediamo uno snellimento dei tempi e dei costi delle procedure burocratiche, non solo nazionali, ma anche locali. Chiediamo regolamenti condivisi dalle diverse amministrazioni del comprensorio, per non costringere le aziende che operano con più comuni a perdere preziose giornate di lavoro per presentare incartamenti che divergono solo per pochi elementi, ma che, se non debitamente compilati, impediscono l’avvio dell’attività”.

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