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Elezioni, De Girolamo (CI-Noi Moderati): "Al centro dell’agenda politica torni l’agricoltura e la zootecnia"

Questo il commento di Carlo Ugo de Girolamo, candidato capolista alla Camera per “Noi moderati” alle prossime elezioni politiche, in merito ai temi che riguardano il comparto agricolo

"L’agricoltura è la nostra storia e il nostro futuro. Tutto il mondo invidia il nostro patrimonio agricolo e agroalimentare che è unico. Dobbiamo rimettere al centro dell’agenda politica l’agricoltura e la zootecnia". È il commento di Carlo Ugo De Girolamo, parlamentare romagnolo uscente e candidato capolista alla Camera per “Noi moderati” alle prossime elezioni politiche, in merito ai temi che riguardano il comparto agricolo ripresi anche nel corso del recente dibattito organizzato da Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini. 

Nel corso dell’evento De Girolamo ha così potuto rispondere alle preoccupazioni dell’associazione su temi quali siccità, caro energia, lavoro e manodopera, contrasto alla fauna selvatica, sottoscrivendo il documento “Produrre non è peccato” consegnatoli direttamente dal presidente Carlo Carli.  Il parlamentare ha quindi ricordato come “le filiere zootecniche italiane sono un patrimonio da tutelare perché rappresentano circa la metà del valore dell’agroalimentare, ovvero il 15% del PIL nazionale, contribuiscono all’export del Made in Italy, offrono occupazione direttamente e indirettamente a centinaia di migliaia di persone, sono un presidio territoriale e custodi delle nostre antiche tradizioni gastronomiche”.

Sul fronte siccità per De Girolamo "agricoltura, ambiente, cambiamenti climatici, Europa, sono temi strettamente collegati tra loro perché l’emergenza siccità è un fenomeno in crescita che interessa tutta l’Europa mediterranea, non solo l’Italia. Per contrastarla è necessario intervenire per un nuovo piano invasi semplificando soprattutto la burocrazia, sfruttando le risorse che il Pnrr assegna, ma anche rivedere il Psr (Piano sviluppo rurale) in modo da ricomprendere nei finanziamenti anche quelle opere irrigue, oggi escluse. Occorrono quindi invasi territoriali per aumentare sensibilmente la capacità di stoccaggio. Sono oltre 350 i milioni che il Pnrr assegna all’Emilia-Romagna per le opere infrastrutturali idriche: bisogna mettersi tutti intorno a un tavolo, accelerare e sbloccare questi cantieri idrici”. 

“È necessario poi rivalutare ambientalmente l’utilizzo irriguo come motore della biodiversità, usare i canali di bonifica o le acque depurate in agricoltura (anziché sversarle in mare), insomma va fatto un riutilizzo cosciente e rispettoso della biodiversità”, prosegue. Sul tema prevenzione dei danni e gestione del rischio derivante dai cambiamenti climatici, De Girolamo propone di “rivedere i piani di prevenzione ma anche il Fondo di solidarietà nazionale a fronte delle nuove calamità, nonché una garanzia di Stato che copra la stipula di polizze assicurative innovative ed un percorso di indennizzo certo agli agricoltori colpiti da eventi ambientali”. Per far fronte al caro bollette invece, il parlamentare fa riferimento alle soluzioni che consentirebbero di “sfruttare maggiormente l’energia che già è presente sul territorio italiano, attraverso la ricerca di fonti energetiche. Quindi il nostro è un convinto Sì ad una transizione ecologica e energetica giusta, basata su uno sviluppo sostenibile che tuteli l’ambiente attraverso il sostegno alla ricerca e all’innovazione tecnologica”. 

“Dobbiamo ragionare su un orizzonte per i prossimi trent’anni per programmare investimenti e supportare la realizzazione di impianti per le energie rinnovabili (energia eolica, solare, idroelettrica, geotermica e bioenergia) - continua -. Il price-cap europeo al gas è urgente, va immediatamente supportato, ma non può essere la panacea per tutti i mali; occorre agire in fretta e puntare sulla diversificazione del paniere energetico in agricoltura: favorendo biogas e biometano, per uno sviluppo che coniughi indipendenza energetica con sostenibilità ambientale ed economica”.

Per De Girolamo “Sì anche a nuovi incentivi e sgravi fiscali per realizzare sistemi fotovoltaici sui tetti dei fabbricati rurali. L’impresa agricola e rurale non può essere tassata per l’energia che produce attraverso il fotovoltaico, ma anzi deve poter esser agevolata in virtù del fatto che immette in rete l’energia prodotta. E gli extraprofitti vanno rivisti nel senso di una seria riforma con legge dello Stato del sistema di tariffazione energetica. Parola d’ordine: responsabilità e solidarietà, da parte di tutti”.

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