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Interviste ai candidati, Calderoni: "Sarò libero e autonomo, non farlo sarebbe tradire la mia storia"

Vediamo più da vicino i candidati, chi sono, cosa hanno fatto nella loro vita e come la pensano. E' il turno di Giorgio Calderoni, candidato del centro-sinistra

Domenica 26 maggio i forlivesi sono chiamati a eleggere il futuro sindaco della città. In cinque si contendono la poltrona di primo cittadino. Il voto, inevitabilmente, non è solo dato ad un programma o ad una simpatia politica, ma spesso e volentieri - specialmente in una elezione locale - è un voto alla persona, alle sue convinzioni e al suo impegno per la città. Vediamo più da vicino i candidati, chi sono, cosa hanno fatto nella loro vita e come la pensano. E' il turno di Giorgio Calderoni, candidato del centro-sinistra, sostenuto da Pd e dalle liste 'Forlì bene comune', 'Forlì solidale e verde', 'ForLife' e la sua lista civica 'Con Giorgio Calderoni'.

Chi è Giorgio Calderoni
“Vorrei dirlo con tre citazioni. La prima è una frase che ho sentito recentemente in una visita ai Salesiani: 'Non ho particolari talenti, ma sono un tipo particolarmente curioso', l'ha detta Albert Einstein, senza paragonarmi a lui ma mi ci ritrovo in questa definizione. Poi Julien Green, 'Solo inquieti, si può stare tranquilli'. Ed infine Platone nell'apologia di Socrate: 'Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta'.

Veronica San Vicente: "Delusi di Pd e dei 5 Stelle, con noi potete tornare a votare"
Marco Ravaioli: "In noi lo spirito civico, i forlivesi non si innamorano della città con una delibera"
Gian Luca Zattini: "Dopo 50 anni cambiare è funzionale al bene comune"
Giorgio Calderoni: "Sarò libero e autonomo. Non farlo sarebbe tradire la mia storia"

Quando è comparsa la sua candidatura è avvenuto con la qualifica di 'Ex di Lotta Continua', poi all'ultimo incontro pubblico in salone comunale cita le beatitudini del politico. Quindi la domanda torna, chi è Giorgio Calderoni.
“Come si sa bene, ho avuto una passione politica giovanile molto intensa, di estrema sinistra, della quale non rinnego, né rivendico nulla. E' un passaggio della mia vita. Pensavo di aver avuto due vite (la seconda è quella di magistrato amministrativo, ndr), ora mi trovo a viverne una terza. Una cosa che mi ha lasciato in dote l'esperienza di Lotta Continua è di essere vaccinato dalle ideologie, al di là di ogni steccato. In realtà però l'inizio di questo tragitto non è Lotta Continua, ma l'incontro con Lamberto Valli, presidente provinciale delle Acli a metà degli anni Sessanta, lo frequentai con un gruppo di amici anche in quel caso partendo dalla necessità di ricerca e riflessione sui temi sociali. Avevo 15-16 anni. Poi il '68 arrivo come un'onda di piena e non era facile non farsi travolgere”.

La sua famiglia?
“Sono stato sposato due volte, due vite anche da questo punto di vista. Ho un figlio, che ho avuto a 25 anni. Oggi ha 43 anni e mi ha dato due nipotini. Mia moglie a sua volta ha una figlia e con due nipoti anche lei, ci consideriamo di avere quattro nipoti assieme”.

Lei è stato catapultato in questa campagna elettorale. 
“Avevo deciso a fine 2018 di andare in pensione qualche mese prima. Questo mi reso possibile essere libero quando quest'occasione si è presentata, del tutto inaspettata. La mia alternativa era tra un 'buen retiro' oppure riprendere le fila di un impegno interrotto. Mia moglie dice 'Qualcosa covava dentro'.”

Intervista a Giorgio Calderoni

Come trova cambiata la città?
“Cito un episodio. L'altro giorno sono andato con un gruppo di amici a distribuire volantini davanti all'Electrolux. Ci veniva da sorridere, perché erano passati 'appena' 50 anni. Ma eravamo ancora noi, sono cose che non sarebbero successe in altro modo, è un grande regalo. Un altro frutto di questa campagna elettorale è che ho potuto vedere una città dotata di progettualità molto superiore a quanto mi aspettassi e di quanto superficialmente potessi conoscere”. 

Una città difficile da governare?
“Non credo, basta riuscire a creare una rete di sinergie tra quanto di ricco c'è in città. Se il Comune fa da volano di tutto questo, e non pensa di piantare bandierine, c'è la possibilità di fare un grande lavoro insieme. Una strada più faticosa, ma è il modo per uscire tutti assieme dalla crisi economica, sociale e civile”.

Mi definisca i suoi avversari.
“Vergini è un bravo ragazzo, crede nelle cose in cui dice, gli imputo un atteggiamento eccessivamente poliziesco nel fare opposizione. Soffre di quel male di ideologia di cui ho sofferto io. Sull'approccio della 'co-city', l'idea della città collaborante, abbiamo idee in comune, non è un caso che quest'esperienza sia portata avanti nella città di Torino, governata dai 5 Stelle. Zattini è più enigmatico, ovviamente sono molto lontano dalle forze politiche che lo sostengono. San Vicente è molto preparata, ha idee forti ed è la più connotata, ma è meno ideologica di Vergini. E' molto ferma su posizioni di principio, su alcune sono abbastanza lontano, per esempio sull'impostazione che è 'lo stato che deve fare'.  Ravaioli? Anche lui sull'enigmatico, non ho decifrato il suo mondo ideale, ma sono importanti i suoi riferimenti al civismo e alla Costituzione”.

Si andrà al ballottaggio?
“Certamente”

State già ragionando su possibili affinità e sostegni delle liste fuori dal ballottaggio?
“Vedo il centro-destra più confinato, è uno schieramento forte e presente in città con una campagna elettorale radicale. Questo segna più degli altri un perimetro. Ad un ballottaggio vedo possibilità di espansione minori, rispetto a noi. Noto un elettorato fluido che si esprimerà in un certo modo al primo turno, poi chi tornerà a votare al secondo lo ritengo un elettorato che guardi di più al centro-sinistra. E questo riguarda tutte le altre tre liste, anche se con motivazioni diverse. Col 'gioco della torre' pensiamo di essere più avvantaggiati”.

Per quanto riguarda il principale partito della sua coalizione, sostanzialmente si dice 'Calderoni può dirsi indipendente finché vuole, ma il suo azionista di maggioranza resta il Pd'. E' così?
“I numeri probabilmente indicheranno questo a urne chiuse, anche se auguro a ciascuna lista che mi sostiene di avere un buon risultato elettorale. Nei tanti anni di attività professionale come giudice ho interiorizzato  i valori dell'indipendenza, dell'autonomia e della libertà. A quest'età non me ne distaccherei mai, sarebbe quasi un tradimento per me. Negli anni '90 quando ero consigliere comunale non ero molto allineato al Pci-Pds neanche allora, tanto che mi sono dimesso, ero irregolare fin d'allora. Ci sarà sicuramente un dialogo in un'autonomia reciproca, con pragmatismo. Non chiuderei mai il mio ciclo di impegno sociale in un modo non coerente con quanto fatto finora”.

La sua candidatura ha tolto una castagna dal fuoco al Pd?
“Forse sì, in termini politici questo mi dà un po' più di forza contrattuale. Non sono preoccupato, i rapporti con i dirigenti locali sono buoni, per me contano molto le buone relazioni personali”.

Le prime cose che farebbe da sindaco 
“Tre cose da avviare: il patto territoriale per il lavoro sulla scia del patto regionale di quattro anni fa, riprendere un'interlocuzione con le forze sociali e le energie vive della città per il lavoro dell'oggi e del domani. La seconda è un focus sulla macchina comunale, precondizione per amministrare bene. La strada non è un semplice lavoro di manutenzione col cacciavite, con logiche endogene al Comune, ma una che vede il coinvolgimento di un'agenzia esterna come consulente per l'analisi e proposta, anche per sfuggire a tutte le polemiche interne di eventuali favoritismi. Questo darà nuova motivazione al personale, avendo un progetto complessivo a cui collaborare tutti, con alla fine si avrà una macchina comunale meno giuridico-amministrativa e più di strada. La terza cosa: occorre guardare al futuro con sguardo lungo, metterci subito a lavorare sul piano strategico da qui al 2030 e anche oltre. Abbiamo la fortuna di avere la facoltà dell'Economia e il presidente del campus che è un esperto di programmazione strategica. Avvaliamoci della loro competenza. Rimini e Cervia ce l'hanno. Non sono cose da primi cento giorni, ma da mettere in moto nei primi cento giorni”.

A proposito, in un piano strategico che funzione deve rivestire la Fondazione Cassa dei Risparmi, che ora come ora è il soggetto con maggior capacità di investimento sulla comunità?
“La grande capacità di investimento della Fondazione è merito dei suoi amministratori che hanno fatto scelte oculate a loro tempo. Come già detto, i rapporti personali contano, anche le Fondazioni come le imprese e gli enti sono fatte da uomini. Con il presidente Roberto Pinza c'è reciproca stima, era tra gli 'anziani' nella casa di Lamberto Valli quando noi avevamo 15-16 anni. Con Pinza ho fatto il primo esame all'università, era diritto privato e lui era assistente del professore, presi 27/30. Con Gianfranco Brunelli ci conosciamo bene, abbiamo fatto iniziative assieme al circolo Acli 'Il cittadino'. Vedo solo ottime possibilità di collaborazione”.

Qualcosa che la cruccia di quest'impegno politico?
“La campagna elettorale ha le sue regole, su alcune sono perplesso ma le seguo. Ma se fossi eletto sindaco, non vorrei farmi prendere dal meccanismo della sequenza dei tagli dei nastri e cerimonie, con la presenza per dieci minuti in più eventi. E' il punto principale che mi lascia perplesso. Credo che il sindaco debba riflettere, studiare, pensare ai progetti e si deve ritagliare questo spazio. Vorrei invece avere mezzora al mattino per prendermi tre caffè in tutti i bar della città, mi dicono che il sindaco Franco Rusticali per arrivare dall'ospedale a piazza Saffi ci metteva mezzora per tutte le persone che incontrava. La gestione del tempo sarà la sfida più  grande che avrò, ma i 'tre caffè' coi cittadini li voglio prendere. Servirà un assetto di giunta coerente a questo”.

Come sarà la sua giunta?
“Vorrei che abbia quest'approccio sul tempo, sull'ascolto e sulla collegialità, anche nel lavoro dello staff di giunta. Come criteri, inoltre, la competenza ed essere sganciati da interessi attivi. Chiederò agli assessori un tempo pieno per impedire conflitti di interesse. Con un giusto mix di giovani con entusiasmo e passione”.

Lo sa che ha perso visibilmente un po' di chili da quando si si è presentato a marzo?
“Cinque chili, si vede? Mi dicono che si riprendono in fretta dopo”.

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