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Elezioni, il Pd forlivese chiede soccorso al regionale. Opzione Ancarani come candidatura di servizio

Palla al segretario regionale del Partito Democratico Paolo Calvano per sciogliere il nodo della candidatura a sindaco per le prossime elezioni amministrative di maggio

Palla al segretario regionale del Partito Democratico Paolo Calvano per sciogliere il nodo della candidatura a sindaco per le prossime elezioni amministrative di maggio. Nella situazione di evidente impasse in cui si trova il Partito Democratico forlivese è stato deciso il maggior coinvolgimento di Bologna per cercare di “togliere le castagne dal fuoco” di Forlì. Il Pd è senza un candidato ormai da sette mesi, da quando cioè il sindaco Davide Drei l'11 luglio scorso indicò con grande anticipo la sua scelta di non ricandidarsi, su pressione del suo stesso partito che non voleva ritrovarsi all'ultimo di fronte ad una mancata disponibilità ad un secondo mandato.

Un tempo che, però, non è stato ben amministrato. Il Pd, rispetto anche a dichiarazioni di alcuni giorni fa della segretaria Valentina Ancarani, secondo cui “non era l'unico partito a non avere ancora una candidato”, ora ha anche questo primato. La lista Forlì Sicura ha infatti ufficializzato il suo candidato, l'assessore Marco Ravaioli, mentre il Movimento 5 Stelle lo annuncia sabato mattina. Con loro anche Gian Luca Zattini, che non solo ha consolidato la sua coalizione, ma ha perfino inaugurato già la sua sede elettorale in piazza Saffi. Nella riunione di giovedì sera, l'assemblea comunale del Pd ha indicato in una settimana il tempo per arrivare ad una candidatura unitaria, che però ad ora mancherebbe.

Sul tavolo resterebbe il nome dell'assessore Francesca Gardini, descritta tuttavia come irritata dal fatto di essere stata inserita nel sondaggio commissionato dal Partito Democratico regionale in cui si interpellava la cittadinanza sulle tre opzioni di Marco Di Maio (che già da sette mesi ha spiegato la sua indisponibilità, essendo vincitore di uno dei pochissimi seggi uninominali che a marzo sono andati al Pd e le cui dimissioni da parlamentare innescherebbero delle elezioni supplettive non solo a Forlì, ma anche a Faenza e il suo circondario), Gabriele Zelli (che ha opposto un rifiuto motivato, almeno ufficialmente, da motivi d'età) ed infine appunto Gardini.

Oltre al nome di Gardini, resta sul piatto la possibile candidatura di Valentina Ancarani, messa a fuoco principalmente dall'ex sindaco Roberto Balzani, principalmente come candidatura di servizio e quasi “obbligatoria”, considerato il punto a cui la situazione si è ormai protratta. Ancarani e il segretario comunale Massimo Zoli, tuttavia, vengono ormai considerati i responsabili dell'impasse del “partitone” e su Ancarani grava quindi anche un problema di credibilità all'interno della sua formazione politica, dal momento che gli “spifferi” indicano grossi malumori nei suoi confronti. Tra le ipotesi che circolano c'è addirittura quella di appoggiarsi ad una candidatura esterna, quella di Marco Ravaioli, proposta da Forlì Sicura (vera spina nel fianco per Drei negli ultimi 5 anni) e sostenuta da una lista di ex assessori in carica 15 anni fa (con loro anche l'attuale assessore a Castrocaro Liviana Zanetti)  che è sostanzialmente pro-inceneritore e fortemente critica del progetto di Alea, vale a dire la principale realizzazione del Pd forlivese. Fa capolino anche l'ipotesi di primarie di coalizione, senza che tuttavia sia stata ancora formalizzata una coalizione. Per le primarie i nomi sono gli stessi: Raoul Mosconi e Sara Samorì, assessore al Welfare il primo e allo Sport la seconda.

Per cui, a distanza di diversi mesi in cui indicò il principio generale di non candidare assessori uscenti, in linea con la volontà di distaccarsi dall'amministrazione Drei, il Pd forlivese si trova ora a dover scegliere tra ben quattro assessori. A districare questa complessa matassa sarà ora il segretario regionale Calvano.

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