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Elezioni, le interviste di ForliToday ai candidati: Avolio: "Ridaremo ai cittadini una grande Forlì"

Ancora un intervista di ForliToday ai candidati a sindaco del Comune di Forlì. Domenica 25 maggio si vota per scegliere il nuovo primo cittadino e il consiglio comunale. Daniele Avolio, 54 anni, consulente investigativo, è candidato a sindaco per il Movimento 5 stelle

Ancora un intervista di ForliToday ai candidati a sindaco del Comune di Forlì. Domenica 25 maggio si vota per scegliere il nuovo primo cittadino e il consiglio comunale: tutte le informazioni su candidati, liste e programmi sono all'interno del nostro SPECIALE ELEZIONI. Daniele Avolio, 54 anni, consulente investigativo, è candidato a sindaco per il Movimento 5 stelle.

Come mai ha deciso di candidarsi a sindaco di Forlì?
La decisione di candidarmi a sindaco per il Movimento 5 Stelle nasce dall'oggettivo bisogno di contribuire in maniera fattiva e determinante ad un cambiamento della società civile, con il fine di restituire al Paese, ed in particolare alla nostra Forlì, un futuro ed una speranza di una vita migliore per le generazioni che verranno

Quale risultato si aspetta dalla prima tornata elettorale?
Siamo sicuri che il MoVimento 5 Stelle di Forlì ha la possibilità di arrivare al ballottaggio

Qualora diventasse sindaco, quale sarebbe la prima azione da mettere in campo?
La prima azione che metterò in campo, come da nostro programma, riguarda la trasparenza dell'amministrazione pubblica. Senza un municipio, che noi abbiamo chiamato "Palazzo di Vetro", che abbia come requisito fondamentale la trasparenza amministrativa, l'onestà, la riduzione degli sprechi e dei privilegi, nessun cittadino può sentirsi parte di quelle che sono le scelte fondamentali per la propria città

Centro storico: come rivitalizzarlo? Come risolvere il problema dei parcheggi?
Gli interventi che proponiamo saranno, sia di tipo emergenziale (per dare una risposta a breve termine), che strutturale (a lungo termine). Forte ridimensionamento della tassazione comunale sulle imprese commerciali, artigianali e riorganizzazione delle aliquote dei parcheggi, con semplificazione a due tariffe: sosta lunga e sosta breve. Istituzione di parcheggi per donne in gravidanza o per bambini su carrozzina. Adeguato potenziamento delle linee di trasporto pubblico con fermata in centro, in modo da fornire un collegamento diretto tra frazioni limitrofe e centro o, in alternativa, car sharing, car pooling e taxi collettivi. Rimodulazione dei vari mercati (settimanali e non), che non consentono una programmazione di altri servizi per la città. Si inizierà con lo spostamento del mercato estivo da piazza Saffi (collocazione in area da concordare con gli operatori). Manutenzione, pulizia, vigilanza e logistica del centro cittadino . Verifica, con i  proprietari, del numero di immobili “non messi a disposizione” del territorio, per valutarne la gestione-acquisizione. Eliminazione dei “rapporti ideologici sulle collaborazioni”, che l'amministrazione tiene con le realtà associative, economiche ed imprenditoriali della città . Riprogettazione urbanistica del centro con nuovo arredo urbano . Identificazione, all’interno del centro storico, di tre poli di attrazione denominati: grandi eventi, ristorazione e vita serale e culturale. Si possono piazzare lampioni intelligenti dove installare telecamere, pannelli solari, sensori di accensione e auto-spegnimento, pannelli informativi  e punti di ricarica bici/auto elettriche. Apertura di un dialogo con cittadini, imprenditori, politici, società civile e tutte le  figure che vivono il nostro centro città nella sua quotidianità, per creare un serbatoio di idee che alimentino un tavolo progettuale sempre aperto, con l'unico obiettivo di ridare una grande Forlì ai suoi cittadini

Ci sono state frizioni tra Comune e Regione negli anni passati, come affrontare la questione?
Le frizioni fra Comune e Regione saranno superate quando potremo non solo indicare alla Regione le nostre priorità, ma soprattutto quando l'azione legislativa regionale metterà al primo posto la salute dei cittadini, il lavoro, il sociale, la scuola e l'ambiente.  Per cambiare questo stato di cose dovremmo andare al governo sia della città che della Regione, in questo modo eviteremo che le questioni inceneritore, area vasta e aeroporto siano decise dalla Regione, invece che coinvolgere in modo partecipato i cittadini ed evitare scelte che favoriscono solo Bologna, piuttosto che le diverse province

A livello infrastrutturale questa amministrazione 'porta a casa' una parte importante della Tangenziale, quali sono i prossimi interventi da mettere in campo?
Per il movimento cinque stelle la Tangenziale non è un risultato apprezzabile, poiché questo progetto, che risale ad oltre 30 anni fa, non è ancora terminato, ma soprattutto perchè questo decennale ritardo nella realizzazione ha di fatto reso vecchio e antiquato il suo risultato. Detto ciò noi siamo per terminare il sistema di Tangenziali con il collegamento con l'ospedale, ma nel frattempo il nostro programma ha definito una serie di interventi sulla viabilità, che prevede una messa in sicurezza della rete stradale esistente, con un forte impegno sulla realizzazione di piste ciclabili e pedonali, per far sì che i Forlivesi possano lasciare a casa l'auto senza ridurre la mobilità. La stragrande maggioranza dei percorsi cittadini non supera i 3 chilometri, distanza facilmente percorribile con la bici. Noi crediamo in un nuovo modo di gestire il trasporto pubblico, a partire dall'incentivare i sistemi di mobilità alternativi: carpooling, carsharing, taxi collettivo e autobus a chiamata. La volumetria del costruito, sia in ambito residenziale che industriale, ha già superato abbondantemente la richiesta del mercato e quindi si confermerà la volumetria zero, anche per non consumare più suolo. Per questo motivo si dovranno facilitare le procedure per il recupero dell’esistente nell’ottica della riqualificazione energetica e sismica degli edifici. Una parte fondamentale degli interventi urbanistici del prossimo decennio sarà riservato al centro storico che deve diventare il cuore pulsante della città. Per ottenere questo risultato si concentrerà in questo ambito la maggior parte degli investimenti in quanto il centro deve ritornare ad essere la parte della città dove la cittadinanza può riconoscersi come comunità. All’interno e a ridosso delle mura storiche vi sono aree pubbliche e private in stato di abbandono che devono essere recuperate.  Tra le azioni che il movimento intente fare in questo ambito è la trasparenza delle attività dei singoli dirigenti che devono rendicontare al pubblico il proprio lavoro.  Nell'immediato futuro, è meglio pensare a migliorare la viabilità già esistente, privilegiando manutenzione e sicurezza, e destinare le risorse esistenti alle emergenze sociali, come il lavoro e il welfare

Unione dei Comuni: come dare valore a questo traguardo? Servirà davvero a razionalizzare i servizi? In che modo? Ci sono dati che lo dimostrano?
Unire è spesso una bella cosa, si condivide e si migliora. Ma differente è l'Unione dei Comuni, almeno per come è partita. Oltre a Regione, Provincia, Città metropolitana e Comune da oggi abbiamo anche l'ulteriore ente "Unione dei Comuni", con i propri uffici, propri dirigenti e competenze di spesa che scaturiscono da quanto Regione e Comune decidono di delegare. In pratica abbiamo un passaggio di competenze. Il valore aggiunto lo si otterrà soltanto se, a fronte di un nuovo ente che nasce, altri cesseranno di esistere, se per le nomine dirigenziali si utilizzerà unicamente la meritocrazia e soprattutto se si avrà il coraggio di condividere e compartecipare le scelte con la cittadinanza, in quanto ad oggi noi tutti siamo veramente poco informati su questa nuova nascita. Non sono stati forniti dati attendibili sulle valutazioni fatte dai Comuni prima dell'adesione all'Unione, dati previsti – fra l'altro – dagli statuti. Ci è stato detto che farà risparmiare soldi pubblici ed aumenterà l'efficienza dei servizi. Per il momento si è creata una gran confusione ed i servizi già in forte compressione rischiano di saltare. Per noi occorre riprogrammare i servizi mettendo al centro la persona e non l'organizzazione, ripartire da bisogni ed istanze dei cittadini e non dalle lobby di potere qualunque esse siano

Rifiuti: è stata avviata dall'amministrazione Balzani la società post incenerimento? Quali sono i primi passi da fare?
La società del post-incenerimento per questa amministrazione sembra essere la stessa di prima, cioè una politica dei rifiuti determinata da Hera. L'Emilia Romagna ha speso per gli inceneritori circa 500 milioni di euro che – secondo i nostri amministratori - devono essere ammortizzati prima eventualmente di spegnerli. Noi ci opponiamo a tale logica perché questo comporta altri costi per la salute umana. Vogliamo che vengano chiusi al più presto. Se Forlì avesse un sistema di raccolta differenziata porta a porta completo, sarebbe oggi la città con più di 100.000 abitanti con la maggiore percentuale in Regione di raccolta fifferenziata. Se è vero, come pubblicato da Hera, che nelle zone coperte dal porta a porta la percentuale è superiore al 70%, ci chiediamo come mai solo 1/4 della popolazione forlivese è coperta da questo servizio e non la totalità. Noi del Movimento 5 stelle toglieremo ad Hera la gestione del rifiuto, che sarà valorizzato non dentro l'inceneritore ma con il Distretto del riciclo. Questo si potrà realizzare se al governo della città ci saremo noi e si creeranno nuovi posti di lavoro e i soldi che ora vanno ai dirigenti di Hera o del Comune andranno ai lavoratori. La raccolta ed il conferimento per lo smaltimento saranno gestiti internamente con una società in-house. Metteremo in campo tutte le azioni e le sinergie necessarie per fare del Distretto del riciclo un punto di orgoglio e i riferimento nazionale. La società del post-incenerimento, o la si vuole, oppure sono solo parole propagandistiche, soprattutto in campagna elettorale, come dimostrato dall'attuale amministrazione del Pd. Nelle scorse settimane la Regione, per voce del sottosegretario alla presidenza Bertelli, ha annunciato che entro il 2020 chiuderanno i due inceneritori di Piacenza e Ravenna, mentre sarà depotenziato il carico di lavoro massimo degli impianti di Modena e Rimini. Nessuna traccia nei piani della Regione dell’inceneritore pubblico di Hera a Forlì che dunque continuerà a lavorare a pieno regime assieme a quello privato di Mengozzi. Toccherà dunque a noi del Movimento 5 Stelle, da sempre contrari agli inceneritori, porre fine a questo poco gratificante primato, lanciando la sfida al centrosinistra e ponendo le basi della proposta programmatica con la chiusura degli inceneritori, con beneficio dell’ambiente, ed il varo di un vero e proprio Distretto del riciclo che crei anche posti di lavoro. E’ risaputo che gli inceneritori, riconosciuti nei protocolli burocratici come "aziende insalubri", propagano polveri ultrasottili, ed è dimostrata la correlazione esistente tra l'aumento della concentrazione di nano polveri e altri inquinanti, con l'aumento dell'insorgenza nelle popolazioni che abitano in prossimità di zone estremamente trafficate o nei paraggi di impianti inquinanti, di scompensi cardiaci che, soprattutto in persone con un cuore già affaticato, possono portare all'infarto. E Forlì vanta da sempre un tasso superiore alla media di donne e soggetti deboli ammalati di tumore ed un aumento progressivo dei sarcomi dei tessuti molli. Per non parlare degli esiti dell'ultimo lavoro del Tavolo tecnico interistituzionale su Diossine e PCB nel territorio forlivese (effettuato da Ausl, Comune di Forlì, Arpa, Provincia e Ordine dei Medici di Forlì Cesena) che evidenziato la presenza di diossine, furani e policlorobifenili negli allevamenti rurali destinati all'autoconsumo e nelle matrici vegetali, a partire da un raggio ristretto  dai camini dei due inceneritori di Hera e Mengozzi fino all’area di confine di Forlimpopoli

Disoccupazione e povertà: quali nuove azioni può mettere in campo il Comune per favorire l'inserimento lavorativo e aiutare le famiglie in difficoltà economica?
La creazione di nuovi posti di lavoro va ricercata nel passaggio alla società post incenerimento (distretto rifiuti e tutto quello che ne consegue), oltre che alla spinta verso la riqualificazione energetica degli edifici (pubblici e privati), ed allo sviluppo delle rinnovabili (un esempio sono le Esco che permetterebbero di investire su rinnovabili ed efficientamento energetico, senza fare ricorso a risorse pubbliche).  Il M5s è contro la tassazione dei patrimoni familiari di modesta entità, e comunque è contro il pagamento obbligatorio in situazioni nelle quali non vi sono redditi dignitosi.  Riguardo alla disoccupazione, il M5s è favorevole al reddito minimo di cittadinanza e ritiene possibile integrare le entrate di nuclei familiari indigenti, concedendo prestiti e benefici abitativi ed economici. Cercheremo di ridare fiducia agli operatori commerciali esistenti e potenziali, ma anche ai semplici cittadini e ai disoccupati. Solo ricreando all'interno della città un nuovo e articolato sistema commerciale ed artigianale si può contribuire al benessere economico dei cittadini. I problemi del welfare non si risolvono con l'assistenzialismo, ma con la moltiplicazione delle opportunità; per esempio con la gestione dei servizi pubblici "in house" nella raccolta dei rifiuti, con la creazione di un Distretto del riciclo controllato dal Comune, che può creare numerosi posti di lavoro anche per le categorie sociali svantaggiate, così come con la manutenzione del verde, la messa in sicurezza del territorio e dall'economia solidale. Un aiuto per le famiglie può venire anche dall'introduzione della moneta locale e dal barter, che hanno già dimostrato di poter aumentare il potere d'acquisto e moltiplicare gli scambi di beni e servizi. Abbiamo bisogno di una nuova organizzazione e di nuovi servizi che sappiano sostenere e moltiplicare il potere dei soggetti e non, come spesso accade, inibirlo e mortificare le persone. Che sappiano superare le compartimentazioni -privato sociale/ente pubblico, sociale/sanitario- che sono dissipative di risorse. Il rapporto tra operatori sociali e amministratori locali oggi è fatto di lontananze e diffidenze. Prendersi cura delle interazioni con il livello politico diventa cruciale per tutelare i diritti, che non possono essere lasciati alla autorganizzazione dei singoli. Il pensiero che si costruisce nell’azione quotidiana degli operatori deve essere un pensiero che aiuta a costruire politiche del territorio.Per favorire i dipendenti e le loro famiglie ci mobiliteremo per attivare delle esperienze di welfare aziendale rivolte ai dipendenti stessi e ai loro figli

Sicurezza: di fronte ad un aumento del crimine i cittadini chiedono anche al Comune di impegnarsi attivamente. Cosa propone che sia "fattibile" dal Comune?
Le incertezze conseguenti alla profonda crisi economica, alla mancanza di lavoro ed alla diminuzione del tenore di vita, hanno determinato nella popolazione una insicurezza assoluta. Tra queste s’inserisce prepotentemente anche la paura della criminalità e negli ultimi dieci anni. La nostra provincia subisce il costante aumento dei “reati predatori", sempre più presenti  in alcuni mesi dell'anno, che colpiscono soprattutto i quartieri più periferici e le case isolate. Tutto questo pone il tema "sicurezza" ai vertici delle preoccupazioni e delle priorità del cittadino forlivese. Il problema non va affrontato da solo, ma esteso anche ad altri ambiti (legalità, trasparenza, solidarietà) e il M5S ritiene che lo strumento della "prevenzione" rimanga sempre il metodo principe per risolverlo. Per questo noi proponiamo il miglioramento servizio di videosorveglianza: sulle strade principali dei quartieri e delle zone periferiche e nelle zone sensibili o a rischio di degrado. Riqualificazione della Polizia Municipale: riassegnarle il posto centrale nella ex sede già acquisita di Romagna acque, in modo da avere un punto di riferimento in centro storico. Sgravio della Polizia Municipale da compiti puramente amministrativi, trasferendo più agenti sulle strade. Contrasto alla criminalità organizzata: l’impegno è di attivare una rete di verifica, controllo e contrasto a tutti i casi di infiltrazioni mafiose, già da molti anni presenti sul nostro territorio e all’evasione fiscale in genere. Legalità, solidarietà e partecipazione a partire dal contrasto alla mala gestione pubblica, progetti di "controllo del vicinato", "community care" e potenziamento del Servizio Volontariato degli assistenti civici

E poi il lavoro: si stanno presentando numerose crisi industriali che rischiano di cambiare il volto produttivo di Forlì. Qual è la sua ricetta a riguardo?
Emerge con assoluta certezza la totale incapacità di governare della attuale giunta. Sapro, Querzoli, Ferretti, Electrolux, rappresentano le ennesime conferme che Forlì vede diminuire la sua importanza economico-industriale nel contesto romagnolo, ma anche mondiale. Il M5s lavorerà al fine di ricreare a Forlì la possibilità di lavorare, per imprese e lavoratori (partendo da nuove e vecchie vocazioni territoriali), privilegiando quanto più possibile la creazione di piccole imprese a gestione familiare e/o con un numero ridotto di soci, in modo di ottenere il numero più grande possibile di nuove imprese che da sempre sono state il punto di forza del prodotto italiano nel mondo. Il programma del M5s di Forlì propone di lavorare con tutti i cittadini e con i relativi portatori di interesse per cogenerare un nuovo modello produttivo, distributivo, di consumo e di riuso-riciclo. Questo attraverso l'agricoltura e permacultura (integrazione spinta fra agricoltura, piante officinali e zootecnia, per sottrarre l'agricoltura alla chimica e farle recuperare un equilibrio naturale),  green economy e blue economy (uso degli scarti e dei rifiuti di produzione per nuovi cicli produttivi e nuove start up), Centro del riciclo di Forlì (rifiuti sottratti ad Hera, creazione di nuovi posti di lavoro per il riuso e riciclo degli stessi), sviluppo e vocazioni territoriali (enogastronomia, patrimonio culturale ed architettonico, aziende virtuose, mobile imbottito), progetti per i giovani ed occupazione giovanile (a partire dalla permacultura, blue economy per arrivare a Forlì-Lab e ai makers), riqualificazione urbanistica ed energetica grazie alle Esco. Decrescita (per ridurre l'impronta ecologica e contribuire a creare un'economia etica fondata sull'equità e sulla redistribuzione delle risorse), barter e scec (per ridare ossigeno alla nostra economia e ai nostri imprenditori accesso al credito e per aumentare il potere d'acquisto dei cittadini).Economia sostenibile (a partire dalla proposta di legge regionale sull'economia sostenibile, creare nuove opportunità di lavoro e dare una direzione diversa all'economia fino agli orti della convivialità). Economia etica e della felicità (per rifondare l'economia sul bene pubblico e sui beni comuni), istituzione fondo di garanzia PMI (per start up del distretto del riciclo ma anche per dare un po' di ossigeno al tessuto produttivo del nostro territorio e cominciare a pianificare l'inversione di tendenza in atto). Il lavoro, ed in particolare il lavoro giovanile, non possono essere “creati” come per magia dalle istituzioni, né tanto meno dal Comune. Ciò non toglie però che, a livello locale, possano essere messe in atto tutta una serie di iniziative volte a “stimolare” più o meno direttamente e con diversa intensità la creazione di posti di lavoro, o quantomeno, la creazione di condizioni favorevoli affinchè le imprese possano tornare ad investire e quindi creare lavoro. La spinta verso un consumo più consapevole e a favore dei prodotti km zero, lo sviluppo dei DES (Distretti di economia solidale) potrebbe avere una ricaduta positiva sull’economia con benefici indiretti sull’occupazione. Ulteriori interventi più mirati e specifici per favorire l’occupazione, in particolare quella giovanile, non potranno prescindere dalla spinta al rafforzamento del rapporto impresa-scuola e impresa-università; la previsione di un maggior interscambio scuola lavoro va intesa a tutti i livelli, sia tecnico professionale, che a livello universitario. Una particolare attenzione sarà posta sul tema delle neo imprese, con la previsione di misure volte a creare le condizioni migliori per il loro sviluppo. In questo senso sarà da valutare il sistema migliore da adottare per creare un “incubatoio per start up”, con il compito di assistere i giovani imprenditori nelle fasi di sviluppo dell’idea, redazione di business plan realistici, ricerca di finanziamenti, e verifica dei risultati nei primi esercizi dell’attività

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