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Elezioni, le interviste di ForliToday ai candidati: Turci: "Stipendio di mille euro per giovani e disoccupati"

Giacomo Turci è il più giovane dei candidati che si sfidano per diventare primo cittadino: ha 22, anni, studia Antropologia a Bologna, ed è sceso in campo per il Partito comunista dei lavoratori

Un'altra puntata delle nostre interviste agli 11 candidati a sindaco del Comune di Forlì, che correranno alle prossime elezioni amministrative del 25 maggio. Tutte le informazioni su liste e programmi sono all'interno del nostro SPECIALE ELEZIONI. Giacomo Turci è il più giovane dei candidati che si sfidano per diventare primo cittadino: ha 22, anni, studia Antropologia a Bologna, ed è sceso in campo per il Partito comunista dei lavoratori.

Come mai ha deciso di candidarsi a sindaco di Forlì?
Il nostro partito ha questa prassi: la sezione provinciale decide, con un voto aperto a tutti i militanti, il candidato sindaco nei vari Comuni dove ci presentiamo. Ogni membro del partito è candidabile in quanto condivide il nostro programma di fondo, e può quindi diffonderlo a pieno titolo nel momento elettorale. Nel nostro caso, si è preferito incaricarmi di questo ruolo più “pubblico”, mentre altri compagni possono così concentrarsi sul nostro lavoro politico quotidiano tra i lavoratori e col popolo della sinistra

Quale risultato si aspetta dalla prima tornata elettorale?
Premesso che per noi le elezioni restano un mezzo e non un fine, sappiamo che il nostro programma rivoluzionario non raccoglie il consenso delle masse lavoratrici e degli oppressi, purtroppo ancora legati al riformismo o alle truffe dei partiti servi delle classi dominanti. Non ragioniamo quindi in termini di mera percentuale, ma di ricostruzione dell'unità della classe lavoratrice e del partito della sua avanguardia

Qualora diventasse sindaco, quale sarebbe la prima azione da mettere in campo?
Premesso che noi Comunisti continuiamo a criticare l'assenza di democrazia che caratterizza la figura del sindaco, ci faremmo promotori di un coordinamento delle fabbriche in crisi o a rischio delocalizzazione, con delegati eletti e permanentemente revocabili, con l'obbiettivo di estendere questa forma di organizzazione della lotta al resto dell'Italia

Centro storico: come rivitalizzarlo? Come risolvere il problema dei parcheggi?
È palese come lo sviluppo urbano di Forlì (e non solo) degli ultimi decenni sia insostenibile e vada completamente ripensato. Siamo a favore di una città vissuta e che rimetta al centro i bisogni dei lavoratori urbani delle fasce sociali deboli. In quest'ottica, rivendichiamo l'esproprio degli appartamenti sfitti di proprietà dei grandi gruppi immobiliari, delle banche, dei fondi assicurativi e del clero, per ridistribuirli a chi ne ha bisogno e per calmierare l’indice degli affitti. Per quanto riguarda i parcheggi, il problema va risolto alla radice convertendo i trasporti urbani, dall'attuale centralità dell'auto personale a un sistema capillare ed efficiente di trasporto pubblico

Ci sono state frizioni tra Comune e Regione negli anni passati, come affrontare la questione?
Questa situazione è frutto della competizione e della lotta tra i vari gruppi locali di potere industriali e bancari. A questo noi contrapponiamo l'unità dei lavoratori a tutti i livelli: gli interessi degli sfruttati sono gli stessi dappertutto, quindi il potere politico in mano alla classe operaia cancellerebbe alla radice la questione

A livello infrastrutturale questa amministrazione 'porta a casa' una parte importante della Tangenziale, quali sono i prossimi interventi da mettere in campo?
Come ho già detto, la questione della mobilità ci trova contrari a questo sistema che sventra i territori e che basa tutto sul trasporto su gomma sempre più parcellizzato, mentre i treni vengono soppressi e resi più cari e i trasporti pubblici locali sono privatizzati e depotenziati.

Unione dei Comuni: come dare valore a questo traguardo? Servirà davvero a razionalizzare i servizi? In che modo? Ci sono dati che lo dimostrano?
Non abbiamo alcuna fiducia in queste iniziative dei partiti borghesi dominanti, che spesso sono solo un modo per “risparmiare” denaro pubblico da riversare alle lobby, alle banche e agli industriali

Rifiuti: è stata avviata dall'amministrazione Balzani la società post incenerimento? Quali sono i primi passi da fare?
Bisogna, anche in questo caso risolvere il problema alla radice: il modello capitalista, che deve necessariamente essere alimentato da un continuo aumento di produzione, genera un surplus di prodotti e oggetti che siamo costantemente spinti ad acquistare e che inevitabilmente si traducono in maggiori rifiuti. Noi vogliamo una riorganizzazione del modo in cui produciamo le cose, che metta in primo piano l’uomo e l’ambiente. Non ha senso parlare di rifiuti senza mettere in discussione il come e il perché li produciamo

Disoccupazione e povertà: quali nuove azioni può mettere in campo il Comune per favorire l'inserimento lavorativo e aiutare le famiglie in difficoltà economica?
Noi proponiamo un reddito di cittadinanza di almeno mille euro al mese ai giovani in cerca di prima occupazione ed ai disoccupati, come leva per un aumento generalizzato dei salari, degli stipendi e delle pensioni. La nostra prospettiva è quella del lavoro per tutti, e, a chi ci dice che di lavoro ce n'è poco, rispondiamo che allora il lavoro che c'è va ripartito fra tutti senza però tagliare gli stipendi

Sicurezza: di fronte ad un aumento del crimine i cittadini chiedono anche al Comune di impegnarsi attivamente. Cosa propone che sia "fattibile" dal Comune?
Ad oggi non si vogliono affrontare i problemi veri di sicurezza, come la crescita delle tossicodipendenze (e non mi riferisco alle sostanze leggere) e la penetrazione della malavita organizzata. Ma anche l’aumento della povertà e delle persone rimaste senza niente: anziani soli, gente che ha perso il posto di lavoro. Tutto questo mentre le forze dell’ordine fanno le multe, fanno i blitz dove i ragazzini fumano uno spinello. Invece di perseguire il lavoro nero, l’evasione fiscale dei ricchi e la malavita organizzata, che gestisce il traffico dall’alto. La sicurezza che ci preme è difendere la sicurezza di avere un posto di lavoro e quella di non morirci. La sicurezza di avere una casa, la salute, l’istruzione. Le vere emergenze sono queste

E poi il lavoro: si stanno presentando numerose crisi industriali che rischiano di cambiare il volto produttivo di Forlì. Qual è la sua ricetta a riguardo?
A Forlì, come in tutte le altre città, rivendichiamo lo stesso programma di lotta: esproprio senza indennizzo e nazionalizzazione sotto controllo operaio delle industrie che chiudono, licenziano o delocalizzano. Se si usano risorse pubbliche per salvare un’azienda, pubblica deve essere la sua proprietà

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