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Elezioni 2022

Elezioni, Bartolini (Fdi): "Non esiste il quinto posto in lista. La candidatura di Valbonesi nel Pd non è valida"

Il nome di Valbonesi è al quinto posto nella lista proporzionale del proprio partito, ma solleva il polverone Luca Bartolini, dirigente provinciale di Fratelli d'Italia Forlì-Cesena e coordinatore comprensorio forlivese, "il suo nome non sarà sulla scheda elettorale"

E' di lunedì scorso l'annuncio della candidatura del sindaco di Santa Sofia e segretario territoriale del Pd Forlivese, Daniele Valbonesi, alle prossime elezioni politiche del 25 settembre nel listino proporzionale della Camera dei Deputati dei dem insieme ai nomi di Andrea Gnassi, Ouidad Bakkali, Massimo Bulbi e Marcella Zappaterra. Il nome di Valbonesi è al quinto posto nella lista proporzionale del proprio partito, ma solleva il polverone Luca Bartolini, dirigente provinciale di Fratelli d'Italia Forlì-Cesena e coordinatore comprensorio forlivese, "il suo nome non sarà sulla scheda elettorale e non potrà mai essere eletto, per lo meno a queste elezioni".

Attacca Bartolini: "Per accontentare il Pd forlivese hanno annunciato che il segretario locale Daniele Valbonesi sarebbe candidato al 5 posto del listino, sostenendo anche che la sua posizione, con una serie di incastri, potrebbe portarlo anche all’elezione in Parlamento. Peccato che la legge elettorale preveda un numero di candidati che non può essere inferiore a due ne superiore a quattro secondo un ordine alternato di genere". Bartolini spiega perchè chi è stato insignito della candidatura al quinto posto nella lista proporzionale del proprio partito (in Romagna come in qualsiasi altro posto in Italia) non sarà candidato: "L'articolo 18bis del Dpr numero 361 del 1957, al comma 3 spiega chiaramente quanto ho appena affermato, laddove afferma che "in ogni collegio plurinominale ciascuna lista, all'atto della presentazione, e' composta da un elenco di candidati presentati secondo un ordine numerico. Il numero dei candidati non puo' essere inferiore alla meta', con arrotondamento all'unita' superiore, dei seggi assegnati al collegio plurinominale e non puo' essere superiore al limite massimo di seggi assegnati al collegio plurinominale; in ogni caso, il numero dei candidati non puo' essere inferiore a due ne' superiore a quattro. A pena di inammissibilita', nella successione interna delle liste nei collegi plurinominali, i candidati sono collocati secondo un ordine alternato di genere".

Cosa prevede, invece, la legge e cosa può essere offerto a chi viene indicato come "candidato al 5° posto in lista al proporzionale"? "Soltanto il ruolo di supplente e solo per il giorno successivo alla presentazione delle liste quando si riunisce l’Ufficio Centrale circoscrizionale per la validazione delle liste - chiarisce Bartolini -. Infatti il medesimo articolo di legge, al comma successivo 3bis, dispone che "salvo quanto previsto dal comma 3, alla lista e' allegato un elenco di quattro candidati supplenti, due di sesso maschile e due di sesso femminile". I candidati supplenti potranno occupare, al verificarsi di determinate condizioni di incandidabilità o irregolarità dei candidati effettivi, i posti rimasti vacanti".

"Qualcuno potrebbe pensare, invece, che il "5° posto in lista" sia utile anche in futuro per sostituire parlamentari eletti che nel corso della legislatura dovessero dimettersi o decadere dall'incarico per qualche motivo", prosegue nella sua analisi Bartolini, "ma anche questa eventualità è falsa e destituita di fondamento giuridico. Fa scuola, dal punto di vista tecnico, il caso del Movimento 5 stelle che nel 2018 in Sicilia ottenne più seggi dei candidati che aveva presentato. Cosa accadde? Non che vennero ripescati i candidati "supplenti", come si sarebbe portati a credere da comunicazioni imprecise, bensì altri candidati che si trovano posizionati in liste proporzionali nelle circoscrizioni o collegi dove c'era candidati del M5s non eletti".

"In sostanza, dunque, il 5° posto in lista al proporzionale non esiste - riassume Bartolini -. O è stata una fregatura per chi ha accolto questo come un risultato politico o è stata una comunicazione volutamente fuorviante per mascherare un mancato risultato". Per l'esponente di Fratelli d'Italia, "la vicenda sul piano politico è veramente incredibile. Far credere ai cittadini che dopo le elezioni potrebbe essere eletto un candidato il cui nome non  è neppure stampato sui manifesti elettorali è una tesi che  veramente va oltre ogni limite del rispetto che si può avere nei confronti degli elettori e degli stessi interessati".

Sulla questione interviene anche il segretario comunale della Lega a Forlì, Albert Bentivogli: "Il Partito Democratico pur di far sembrare che vi sia un candidato forlivese nelle liste romagnole mette in scena una commedia da prima serata che farebbe invidia ai grandi interpreti. La conferma che all’interno del Pd regni la confusione politica che conferma quanto siano lontani dal sembrare una forza unità, compatta e ligia alle regole".

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