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Provincia, il 12 ottobre l’elezione del Presidente. Bulbi: "Un salto nel buio"

"Al momento però, quello che stiamo per compiere, è un vero salto nel buio - tuona Bulbi -. Nessuno si sta preoccupando di capire (e stabilire) chi garantirà i servizi a cittadini ed imprese"

Il presidente della Provincia, Massimo Bulbi, ha firmato il decreto d’indizione delle elezioni di secondo grado del Presidente e del Consiglio Provinciale della Provincia di Forlì-Cesena. Le operazioni di voto si svolgeranno nella sede della Provincia, dalle ore 8 alle ore 20, di domenica 12 ottobre. Il Presidente della Provincia ed i componenti del Consiglio Provinciale sono eletti dai Sindaci e dai Consiglieri Comunali dei Comuni della Provincia di Forlì-Cesena.

Alla carica di Presidente sono eleggibili i sindaci il cui mandato non scada prima dei 18 mesi dallo svolgimento delle elezioni ed i consiglieri provinciali uscenti. Alla carica di Consigliere Provinciale sono eleggibili i Sindaci ed i Consiglieri Comunali dei Comuni della Provincia ed i Consiglieri Provinciali uscenti. La presentazione delle liste, nell’Ufficio Elettorale appositamente costituito presso la Provincia, potrà svolgersi dalle ore 8.00 alle ore 20.00, di giovedì 21 settembre 2014 e l'indomani dalle ore 8 alle ore 12. La disciplina del procedimento elettorale e la modulistica sono contenute in apposito manuale consultabile sul sito www.provincia.fc.it nella sezione “Elezioni Provinciali 2014”.
 
 “La firma su questo decreto è un atto necessario e dovuto che ho compiuto, però, con trepidazione – dichiara Bulbi – Infatti, il più volte annunciato decreto di riordino delle funzioni delle nuove Province, previsto dalla Legge Delrio, fondamentale strumento per procedere, per davvero, con la tanto sbandierata riforma istituzionale, non è ancora stato promulgato. L’ennesima promessa che ci giunge da Roma, ce lo assicura in arrivo entro la metà di settembre".

"Al momento però, quello che stiamo per compiere, è un vero salto nel buio - tuona Bulbi -. Nessuno si sta preoccupando di capire (e stabilire) chi garantirà i servizi a cittadini ed imprese (che fine faranno, ad esempio, i Centri per l’impiego?); di definire le risorse finanziarie da destinare ai nuovi enti (con quali soldi sistemeremo le strade e le scuole?), col rischio che l’attenzione si concentri solo sui posizionamenti di carattere personale e territoriale. Sarebbe una pagina nera per una politica che si dice impegnata a rinnovare e rinnovarsi”.

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