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Elezioni, Zingaretti (Pd) a Forlì: "Salvini nasconde la sua candidata, ritiene Borgonzoni inadeguata"

“La scelta di campo è tra due possibilità: da una parte c'è l'invasione di Salvini da fuori territorio, oppure l'Emilia Romagna che conferma il suo presidente dall'altra"

“La scelta di campo è tra due possibilità: da una parte c'è l'invasione di Salvini da fuori territorio, oppure l'Emilia Romagna che conferma il suo presidente dall'altra. Una scelta tra una proposta distruttiva e una proposta di governo del territorio che ha reso l'Emilia-Romagna una straordinaria storia di resistenza sui valori e di sviluppo di un modello economico pur negli anni più drammatici della finanza pubblica”: si avvicina il voto del 26 gennaio alle Elezioni Regionali ed è così che Nicola Zingaretti, segretario nazionale del Partito Democratico, inquadra la scelta elettorale che di fatto è in mano agli emilano-romagnoli. 

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Stefano Bonaccini o Lucia Borgonzoni, questa la scelta per il Pd. Ma, secondo Zingaretti, “è Matteo Salvini che ritiene la sua candidata Lucia Borgonzoni inadeguata, tanto che la nasconde, non la fa parlare, non si fida. Salvini, un politico che viene dal nord e che è stato eletto in Calabria, ha messo le tende in Emilia-Romagna per una ventina di giorni perché si vergogna della proposta politica che ha fatto” agli emiliano-romagnoli, attacca il segretario dem, giunto a Forlì venerdì mattina come prima tappa di un tour che lo farà restare sul territorio fino a domenica. E se spesso Borgonzoni e Matteo Salvini hanno attaccato il candidato del centro-sinistra Stefano Bonaccini sostenendo che cercherebbe di nascondere la sua appartenenza al Pd, tanto che chiedere ai vertici nazionali del suo partito di non venire sul territorio, Zingaretti lo smentisce: “C'è una grande amicizia ventennale tra me e Bonaccini, ci sentiamo al telefono tutti i giorni. Senza avvisare i media sono venuto due volte qui per organizzare con lui la campagna elettorale”.

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Il numero uno del Pd ha parlato nella sede del comitato elettorale in piazza Saffi, nell'ex negozio all'angolo di corso Garibaldi che ha ospitato pochi mesi fa la sede elettorale del sindaco di centro-destra Gian Luca Zattini e ancora prima del deputato forlivese Marco Di Maio. A fianco di Zingaretti i candidati forlivesi al consiglio regionale: Sara Samorì, Paolo Zoffoli e Rosa Grasso. “La scelta è tra Bonaccini o Borgonzoni, perché il 27 gennaio non ci saranno né Matteo Salvini, né Nicola Zingaretti a governare l'Emilia-Romagna”, presenta la giornata il segretario di federazione Daniele Valbonesi.

Nicola Zingaretti a Forlì

Zingaretti punta tutto sulla prosperità economica dell'Emilia-Romagna: “Chi nasce ora ha il diritto in futuro di continuare a vivere in una delle regioni più ricche d'Europa, la più sviluppata in Italia sul fronte dell'economia digitale, che è un grande motore per le imprese e il commercio e chiama investimenti da tutto il mondo. E' una delle parti migliori dell'Italia e da italiano voglio che l'Emilia-Romagna continui a correre”. Anzi, per Zingaretti “è in gioco la vita degli emiliano-romagnoli” e chiede, tramite il voto a Bonaccini, che “l'Europa continui ad avere qui un grande polmone di civiltà e di produttività di cui non solo l'Italia, ma anche l'Europa ha bisogno”. Per la parte opposta, rappresentata dalla candidata di centro-destra Lucia Borgonzoni e dal suo leader nazionale Matteo Salvini invece, attacca sull'uso delle paure: “La politica non deve cavalcare i problemi, ma risolverli per vivere meglio”. 

Sollecitato dalle domande, Zingaretti ha parole di apprezzamento per il fenomeno della 'Sardine': “Sono una bellissima boccata d'ossigeno per la democrazia italiana, ma è un movimento libero e autonomo e tale deve rimanere. La politica non deve tirarle per la giacchetta, invece il Pd deve fare di tutto per dare risposte alle tematiche che pongono”. Passa quindi all'attacco di Matteo Renzi, leader di Italia Viva, che ha definito il “Pd subalterno al Movimento 5 Stelle”'. Il segretario dem parte con una risata e poi risponde: “Si devono combattere gli avversari, non gli alleati, noi combattiamo le destre e le loro bugie, siamo vicini al Paese e lontano dalle polemiche. L'avversario per noi è Matteo Salvini e le destre che ci sono dietro, chi colpisce il Pd fa un favore a Salvini”. Una stoccata al leader della Lega anche sul Russiagate: “Il ministro dell'Interno, il garante della sicurezza di tutti noi, si è rifiutato di andare in Parlamento a riferire agli italiani sul Russiagate. Personalmente lo credo innocente in questa vicenda, ma ha negato il diritto degli italiani di sentirlo riferire in Parlamento”. 

Infine la decisione della Corte Costituzionale di bocciare il referendum sulla legge elettorale sostenuto dalla Lega, in cui Zingaretti difende la Consulta. E poi commenta: “Noi siamo la forza che in caso di caduta del governo Conte e ritorno al voto aumenterebbe di più i suoi parlamentari”, ma la priorità è “costruire una proposta per offrire un'alternativa alle destre”.

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