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Elezioni regionali, lanciata la ricandidatura di Pompignoli: "Difesa dell'identità culturale e delle tradizioni"

Si ricandida per un secondo mandato in Regione Massimiliano Pompignoli, consigliere regionale uscente del Carroccio forlivese che si ripresenta per il collegio di Forlì-Cesena

Si ricandida per un secondo mandato in Regione Massimiliano Pompignoli, consigliere regionale uscente del Carroccio forlivese che si ripresenta per il collegio di Forlì-Cesena. Mentre tutti i principali partiti hanno ormai ufficializzato i loro candidati locali alle regionali, la Lega non è ancora pronta. La scadenza per il deposito delle liste si avvicina, mancano una dozzina di giorni. Garantisce Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna: “Siamo in una discussione in fase avanzata con Matteo Salvini, che deve approvare le liste”. Intanto, però, parte la campagna elettorale di Pompignoli, “in quanto si parte della riconferma degli uscenti”, sempre Morrone. Che così lancia la ricandidatura dell'avvocato forlivese: “Ha rappresentato al meglio la Romagna, dal 2014, quando era solo a rappresentare le istanze romagnole e la sinistra era un gigante”, mentre ora – sempre secondo Morrone - “l'impero rosso è caduto, tanto che cerca di mettere il cappello su masse che vanno in piazza e Bonaccini, di fronte a una sinistra divisa, torna a invocare la solita storia dell'anti-fascismo”.

Così, invece, Pompignoli: “Abbiamo studiato per 30 anni, ci siamo battuti per contrastare l'egemonia del Pd ed ora siamo pronti per governare”. Per il consigliere uscente sono stati “cinque anni di opposizione non ascoltata”. Al suo attivo Pompignoli mette “l'aver posticipato il blocco degli Euro 4 per le misure anti-smog, l'aver inserito nel Prit (il piano delle infrastrutture regionali, ndr) la Ravegnana Bis”. Le sue priorità? “Portare le infrastrutture necessarie alla Romagna, e una sanità che migliori i servizi e tagli i costi, non come l'esperimento fatto dal Pd dell'Ausl unica, in cui i costi sono superiori a quelli delle 4 Ausl separate”. Ed ancora: “Porterò in campagna elettorale la difesa delle tradizioni e dell'identità culturale del territorio, mentre c'è un Pd che si arrocca sui poteri forti”.

La campagna elettorale dell'Emilia-Romagna fino ad ora ha avuto come frontman in prima linea lo stesso leader della Lega Matteo Salvini, con accuse di indirizzare il dibattito più sui temi nazionali, in un'ottica di far tracollare il governo Conte bis, piuttosto che sul governo regionale e la gestione dei servizi erogati dalla Regione. La vede in modo opposto Morrone: “Il fatto che Lucia Borgonzoni possa vantare un collegamento forte con un possibile futuro presidente del consiglio, perché questo governo avrà vita breve, lo vedo come un punto di forza. Piuttosto andrei a chiedere a Stefano Bonaccini qual è il suo riferimento nazionale, Zingaretti, Luigi Di Maio, Renzi? A differenza di lui, noi abbiamo ben chiara la nostra identità, tanto che noi corriamo col nostro simbolo, è un fatto positivo e che dà certezza all'elettore”. Riflessi sul voto dell'Emilia-Romagna sul governo romano? Non si sbilancio Morrone: “Non so se cambia il destino di una maggioranza che litiga su ogni cosa, ma se vinciamo sarà un bello scossone a livello nazionale”.

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