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Elezioni, Confcooperative fa la lista delle cose da fare

Confcooperative Forlì-Cesena, in occasione delle elezioni politiche si confronta anche in occasione di queste elezioni 2013 con tutti i candidati

Confcooperative Forlì-Cesena, in occasione delle elezioni politiche si confronta anche in occasione di queste elezioni 2013 con tutti i candidati, con la convinzione che, di fronte a problemi pressanti e gravi, occorra ricercare elementi di dialogo.

Spiega in una nota Confcooperative: “L’appuntamento elettorale coincide con una fase di grave crisi economica, sociale e morale del nostro paese, che a sua volta richiede un radicale cambiamento di visione e soprattutto una classe dirigente che sappia superare gli interessi di parte e personali per poter garantire un futuro sostenibile soprattutto ai giovani. Un paese che non cresce da 20 anni, non può dare la colpa solo a fattori macro economici di carattere internazionale. E’ questa la riflessione da cui partire e da sottoporre all’attenzione della politica”.

Il primo di questi incontri con i candidati del territorio si tiene giovedì 7 febbraio alle ore 11, alla sede di Forli di Confcoopeartive in via Battuti Rossi. Hanno già accolto l’invito Marco Di Maio candidato al Parlamento per il Pd, Bruno Molea e Paolo Poponessi in corsa per la Camera dei deputati con la Lista "Scelta civica con Monti", Rosaria Tassinari in lizza per il Popolo delle Libertà.

Sempre Confcooperative: “La cooperazione ha affrontato la crisi cercando di difendere per quanto possibile l’occupazione, sacrificando la redditività, ma il perdurare della crisi logora anche le imprese più capitalizzate ed efficienti. Tra le priorità che sottoponiamo alla politica e che saranno nell’agenda del nostro incontro con i candidati c’è quella di intraprendere politiche mirate a creare occupazione e reinserire nel mercato del lavoro quanti sono stati espulsi: attraverso l’occupazione passa infatti gran parte della possibile ripresa del nostro paese. La burocrazia è un altro imponente muro da abbattere: tante regole non garantiscono di più ma pesano solo sui cittadini e sulle imprese oneste con costi che mettono il nostro sistema economico fuori mercato, aumentando la spesa pubblica”.

“C’è bisogno, soprattutto con risorse pubbliche in calo, di Istituzioni più snelle, meno costose, capaci di determinare poche regole chiare, facendole però osservare, liberando spazio per una vera sussidiarietà che lascia ai cittadini e al privato sociale, la possibilità di organizzare le risposte necessarie; a questo proposito andrebbe scongiurata l’aumento dell’I.V.A dal 4 al 10 % per i servizi sociali. Sono necessarie politiche che favoriscano la ripresa dell’edilizia attraverso anche la revisione dell’I.M.U. Il Patto di stabilità va rivisto per consentire agli Enti virtuosi di poter fare fronte agli impegni e permettere la realizzazione di investimenti oltre che mantenere tempi di pagamenti congrui verso le imprese fornitrici”.

“L’elenco è ancora lungo e va da un rilancio della politica della casa, ad un nuovo approccio nell’organizzazione dei servizi, alle politiche più virtuose per le energie rinnovabili, a politiche che valorizzino il comparto agroalimentare e le sue produzioni. Occorre infine rafforzare la politica che pone al centro la famiglia nei suoi diversi aspetti. Più attenzione verso i minori aiuta l’intera famiglia: più scuole e più flessibili negli orari d’apertura può significare anche minori costi per il comune se gestiti dalla cooperazione. Un aiuto alle donne che nel contempo possono lavorare contribuire alle economie famigliari. Più servizi ai disabili ed agli anziani presso le famiglie (sviluppo dei servizi domiciliari, servizi complementari ecc…) significa rendere più gradevole la loro vita e sicuramente risparmiare sugli elevati costi di strutture sanitarie. Più inserimenti lavorativi dei disabili significa sgravare l’intera famiglia, incentivare l’autodeterminazione con relativi vantaggi dei singoli e d economicità della comunità”.

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