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Elezioni Politiche 2013

Elezioni, semplificazione e sicurezza: la ricetta di Molea (Lista Monti)

“La modernizzazione del mercato del lavoro italiano richiede un intervento per una drastica semplificazione normativa ed amministrativa". Bruno Molea (Lista Monti) risponde alla Cgil

“La modernizzazione del mercato del lavoro italiano richiede un intervento per una drastica semplificazione normativa ed amministrativa. Un corpus di regole più semplice, più snello, che non sia una barriera ma una carta da giocare con chi vuole investire e creare lavoro nel Paese, senza perdere niente in garanzie di sicurezza dei lavoratori o tutela dei diritti”. Risponde così Bruno Molea, numero 2 in lista “Scelta civica Con Monti per l’Italia” per la Camera dei Deputati, alla lettera aperta inviata dalla CGIL forlivese ai candidati del territorio sulle tematiche del lavoro.

“Occorre superare – prosegue – il dualismo tra lavoratori sostanzialmente dipendenti protetti e non protetti; ridurre il tempo medio di passaggio da un’occupazione all’altra, rendendo più fluido e sicuro il passaggio dei lavoratori dalle imprese in crisi o comunque meno produttive a quelle più produttive o in fase di espansione; coniugare massima flessibilità delle strutture produttive con la massima sicurezza economica e professionale dei lavoratori nel mercato del lavoro; spostare verso i luoghi di lavoro il baricentro della contrattazione collettiva, favorendo il collegamento di una parte maggiore delle retribuzioni alla produttività o alla redditività delle aziende attraverso forme di defiscalizzazione; incrementare i tassi di occupazione giovanile e dei lavoratori anziani”.

“Negli ultimi dodici mesi – aggiunge Molea – la disoccupazione della zona euro non ha cessato di salire. E’ necessario mettere in campo tutti gli sforzi possibili per creare più posti di lavoro, in particolare per le categorie più colpite dalla crisi: giovani, donne, lavoratori anziani, anche rimettendo in gioco schemi consolidati. Serve un forte piano per l’occupazione giovanile con incentivi a sostegno della formazione e dell’inserimento nel mercato del  lavoro e la previsione di forme di detassazione per chi assume lavoratori tra i 18 e i 30 anni”.

“Un altro fronte su cui occorre intervenire è quello dei lavoratori over  55, dove le misure di innalzamento dell’età di pensionamento ultimamente adottate devono essere consolidate e completate con misure volte a promuovere l’invecchiamento attivo, ad incentivare l’assunzione di persone anziane, ad offrire agli over 55 disoccupati e non ancora in possesso dei requisiti per la pensione un sostegno del reddito collegato alla loro disponibilità al lavoro”.

“Il ruolo delle donne nella vita economica e sociale italiana merita una riflessione a parte. L’Italia non potrà dispiegare il proprio potenziale di sviluppo economico se non riuscirà a valorizzare maggiormente le donne. Troppe donne italiane sono relegate ai margini del mondo lavorativo: alcune hanno perso il lavoro, altre non l’hanno mai trovato. Spesso hanno un lavoro sotto-pagato che le costringe a dirimere ogni giorno il conflitto fra famiglia e professione, hanno  remunerazioni minori e percorsi di carriera più lenti di quelli dei colleghi uomini, anche a parità di capacità e competenze”.

“Le donne oggi vogliono, devono e possono contare di più: nelle istituzioni, nelle imprese, in tutti i gangli della società. Perché ciò accada occorre un approccio integrato. Ci vuole innanzitutto un salto di qualità nel modo un cui vediamo la donna nella società italiana: la rappresentazione  pubblica del ruolo della donna deve cambiare, per poter favorire una piena partecipazione della donna al processo delle decisioni e contribuire così a rendere la società e l’economia più equa e più dinamica. Occorre una detassazione selettiva dei redditi di lavoro femminile, per dare una spinta decisiva all’occupazione delle donne. Le quote rosa, introdotte in questa legislatura, sono una misura necessaria ma da sola non sufficiente”.

“La parità effettiva – conclude Molea – ha bisogno anche di convincenti politiche per la non discriminazione. E servono robuste politiche di conciliazione famiglia‐lavoro estese ad un numero crescente di imprese e istituzioni ed un ampliamento del congedo di paternità. Se la maternità viene facilitata ed occuparsi della cura e dell’educazione dei figli non è una corsa ad ostacoli, è più facile per le donne entrare o restare nel mercato del lavoro”.

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