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Istituti comprensivi: "Manca una scuola media. Tante proteste"

Il consigliere comunale e segretario provinciale Udc, Andrea Pasini spiega: "Mi sono giunte numerose sollecitazioni da parte di genitori e insegnanti, giustamente preoccupati"

La legge 111 del 15 luglio 2011, ha previsto che “la scuola dell'infanzia, la scuola primaria e la secondaria di primo grado siano aggregate in istituti comprensivi... che per acquisire autonomia debbono esser costituiti con almeno 1000 alunni..”. Il consigliere comunale e segretario provinciale Udc, Andrea Pasini spiega: “Mi sono giunte numerose sollecitazioni da parte di genitori e insegnanti, giustamente preoccupati per come si sta affrontando il problema, soprattutto in merito alla divisione del territorio comunale, i cosiddetti bacini d'ambito, dove collocare gli istituti comprensivi”.

“La regione Emilia Romagna – spiega Pasini - ha recepito la normativa ribadendone i contenuti ed il Comune di Forlì, il 13 novembre 2012, ha stabilito di avviare il processo di “dimensionamento, accorpamento e verticalizzazione delle istituzioni scolastiche dall'anno 2014/2015”. Per fare questo si è reso necessario porre mano alla riorganizzazione di quelli che sono chiamati zone/bacini di utenza, portando ad una loro revisione per rendere “equilibrata la distribuzione degli alunni nei costituendi Istituti Comprensivi al fine di rispettare, oggi e negli anni a venire i limiti numerici previsti dalla legge e i limiti strutturali degli edifici Scolastici esistenti”. Tutto questo tenendo conto degli elementi naturali o infrastrutturali del territorio “cercando di rendere più chiaro il legame col territorio e difendendo ciascun polo scolastico secondo criteri di residenza ed accessibilità”.  Fin qui la teoria, ma la pratica è ben diversa”.

“C'è stata una vera sollevazione popolare nella zona di Villafranca, che, con i quartieri limitrofi, non raggiunge il limite dei mille alunni, pur avendo spazi a sufficienza, e nel piano comunale è previsto che gli scolari/studenti della zona affrontino una decina di chilometri all'andata ed altrettanti al ritorno da scuola, essendo loro assegnata una sede a Forlì. Ma anche se il problema numerico fosse superabile – insiste Pasini –  e, a mio parere, ci sarebbero i termini per la richiesta, il nono Comprensivo non si potrebbe avere perché mancano gli spazi. Si evidenzia, così, una carente e in alcuni casi mancante programmazione negli anni da parte delle amministrazioni susseguitesi fino ad oggi, che non hanno dato corso alla realizzazione, potenziamento, ampliamento dei plessi scolastici.Di fatto manca una scuola media! Questo è il punto.  Altrettanto malumore, pertanto, si respira al Ronco, ma proteste e mugugni sono avanzati anche dalle famiglie di Via Dragoni, Campo di Marte, Via Spazzoli, preoccupate per i disagi creati dai lunghi spostamenti. Sono certo che di fronte a queste critiche – sottolinea Pasini – in Amministrazione diranno che arriverà in soccorso il trasporto pubblico, ma allo stato delle cose e dalle esperienze legate al riordino del servizio non c'è di che stare allegri. A giorni ( 28 Febbraio) scadono i termini per le preiscrizioni, quindi si avrà la fotocopia “reale” del bisogno. Credo, allora, che stando così le cose, l'assessore, ma anche gli uffici tecnici che hanno lavorato alla suddivisione della città in bacini, debbano aprire un tavolo di confronto, con il coinvolgimento di tutti gli attori, famiglie, insegnanti, sindacati al fine di valutare la validità delle scelte effettuate e, se del caso procedere ad una riparametrazione dei bacini, rivedere gli abbinamenti degli istituti materni ed elementari con le scuole secondarie di primo grado. Credo, infatti, non sia giusto, ad esempio, spogliare e depotenziare il patrimonio didattico costruito nell'ultimo decennio da scuole come la “Maroncelli”, ricordando anche che, come stabilito dal nuovo POC, si vuole riportare vita in centro storico, congelando, nel contempo, molte nuove aree di edificazione in periferia”.

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