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Emergenza Coronavirus, Forlì città aperta: "Regolarizzare tutti gli immigrati"

"C’è un’urgenza che non può essere rinviata. Da tempo si incrociano comunicati, appelli, lettere. E’ giunto il momento di unificare, di proporre e di sostenere una richiesta indispensabile per tutti"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

C’è un’urgenza che non può essere rinviata. Da tempo si incrociano comunicati, appelli, lettere. E’ giunto il momento di unificare, di proporre e di sostenere una richiesta indispensabile per tutti: regolarizzare quei migranti che sono già qui e che sono stati privati del Permesso di Soggiorno per la perdita del lavoro (causa legge Bossi-Fini), o a causa dei "decreti insicurezza" (Minniti e Salvini) che hanno eliminato la protezione umanitaria gettando nella strada e nella disperazione migliaia e migliaia di persone.

Nessuno può più dire: tornino a casa loro! Perché nessuno può più muoversi. Nessuno può tornare a casa propria nemmeno se lo volesse con tutte le forze. Queste persone vanno regolarizzate! Nessuno può guadagnare niente se persone che vivono qui da tempo restano senza dottore, senza lavoro, senza documenti, senza casa.  E’ necessario per loro e per tutta la società. Ne va della dignità di tutte e tutti. E’ l’unico modo per dimostrare che si gira pagina. L’incivile campagna contro i migranti è servita solo per distrarre tutti, imporre un impoverimento generale, favorire il lavoro nero e precarizzare ulteriormente quello regolare.

Dobbiamo dire basta alle intollerabili disuguaglianze di questa società. La politica di attizzare la guerra tra poveri ha sempre rovinato tutti.
Basta col lavoro in nero o sottopagato. Solo la malavita può trarne vantaggi. Il lavoro regolare, tra l’altro, significa 1,2 miliardi di euro di entrate.
Pari doveri e pari diritti per tutte e tutti. Questa è l’unica politica che guarda al futuro. E dobbiamo farlo subito, prima che sia troppo tardi.
Quando riprenderà la “vita normale” dobbiamo essere in grado di mettere in campo tutte le energie.

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