rotate-mobile
Enti locali

Enti locali, Confcommercio Forlì: "Per troppi la Regione Romagna resta un tabù ideologico"

Così il direttore di Confcommercio forlivese Alberto Zattini replica alle centrali cooperative  romagnole Agic, Confcooperative e Legacoop

“Quella di Confcommercio Forlì è una proposta costruttiva, per unire le forze in vista di una Romagnaveramente più forte e infrastruttura, con pieni poteri e risorse adeguate. La nostra proposta è per la Romagna e contro nessuno”. Così il direttore di Confcommercio forlivese Alberto Zattini replica alle centrali cooperative romagnole Agic, Confcooperative e Legacoop che hanno "definito sbagliata ed irrealistica la posizione a favore dell’istituzione della Regione Romagna", aggiungendo che la loro proposta della provincia Romagna "non vuole unire e non dividere".

“Si ha sempre la sensazione quando si entra nel merito dell’assetto istituzionale - aggiunge il direttore Zattini - che quando si accenna alla istituzione della Regione Romagna che recentemente anche i vertici del Mar hanno nuovamente caldeggiato, scatti un cortocircuito che mette sulle difensive chi ha sempre considerato questa istanza come un tabù, a nostro avviso anche per ragioni ideologiche. Confcommercio rappresenta le imprese e analizza il merito dei problemi valutando i costi e i benefici dei provvedimenti. E allora ribadisco: in che modo la Romagna può essere più forte, predisporre di più poteri, funzioni e risorse? Secondo noi diventando a tutti gli effetti Regione, obiettivo che non è affatto antistorico, mentre invece ci pare fumosa la proposta di unificare le tre Province in un unica Provincia romagnola, semplicemente perché le Province sono state svilite dalla legge Del Rio, diventando ente di secondo livello, non più elette dai cittadini e soprattutto non dotate di adeguate risorse e strumenti, come tutti hanno rimarcato. Un Provincione romagnolo sulla base di che cosa conferirebbe alla Romagna quello che adesso le manca e come eliminerebbe il gap nei confronti dell’area emiliana oggettivamente più servita di risorse? Il nostro vuole essere un contributo al dibattito  che temiamo alla lunga  possa diventare sterile e accademico e lo facciamo indicando l’obiettivo massimo che si deve raggiungere, dopo tanti anni di sostanziale inazione. Non si tratta di dividere, ma di dare il ruolo e la forza di cui ha bisogno alla Romagna”.

“Le centrali cooperative romagnole - aggiunge Zattini - paiono voler eludere il merito della questione escludendo a priori la validità dell'ipotesi della Regione e sembrano mirare soprattutto a porsi come paladini della Regione di cui  decantano le virtù, ma qui stiamo discutendo di un altro problema: non come salvaguardare la Regione, bensì  come accrescere il ruolo della Romagna, e questo nuovo ente intermedio proposto  pare in partenza essere destinato all’insuccesso o, nel migliore dei casi, a restare il tema di  un dibattito estivo e non è un caso che nessun rappresentante della Regione Emilia- Romagna sia intervenuto dimostrandolo di prenderlo sul serio o, chi lo ha fatto, ha ratinato vagamente di principi, e non di atti conseguenti. Ribadiamo: si prende a modello una forma istituzionale, la Provincia, che sta va per essere abolita ed è stata in pratica decapitata e si vuole far credere che la Provincia di Romagna sia la soluzione più efficace? Magari lo sarà per la politica, per certa politica conservatrice, ma non per le imprese romagnole che continuano a scontare gap infrastrutturali e di politiche incentivanti  rispetto alle imprese emiliane”.

Sullo stesso argomento

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Enti locali, Confcommercio Forlì: "Per troppi la Regione Romagna resta un tabù ideologico"

ForlìToday è in caricamento